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I Caveman Shoestore si distinguono nella scena di Portland perche' sono un
trio senza chitarra: Elaine DiFalco (proveniente dalla scena underground di
Phoenix, Arizona) si destreggia al canto e all'organo, mentre una sezione
ritmica l'accompagna in maniera altamente creativa, pseudo-jazz e
pseudo-Slint. Si tratta in realta` di due veterani dell'avanguardia:
il bassista Fred Chalenor e il batterista Henry Franzoni, entrambi ex Face
Ditch ed ex Tone Dogs, il primo collaboratore di Wayne Horvitz nei Pigpen, il
secondo del gruppo fusion Das Neonderthrall.
Formati nel 1991 all'Alternative Independent Music Fest di Portland, a
presentarli e` nel 1992 il singolo Spill/ An Angel Flew By (T/K).
La prima e` sostenuta da un reboante fraseggio hardrock del basso e da
un tribalismo africano delle percussioni, mentre DiFalco gorgheggia in
maniera nobile. La seconda, molto piu` sperimentale, vive di un febbrile
intreccio ritmico e di una litania quasi sonnambula. Entrambe sono canzoni
che si situano ai margini del territorio noto della musica rock.
E` prodigioso, in particolare, il lavoro di Chalenor, capace di secernere
timbri magniloquenti e vibrazioni stordenti.
L'album Master Cylinder (T/K, 1992)
risulta cosi` un capolavoro di ritmica al tempo
stesso acrobatica e atmosferica, capace di sfruttare tutti i trucchi degli
strumenti per punteggiare le evoluzioni canore della cantante.
I grovigli piu` contorti e arzigogolati (e spesso furibondi) di frasi del
basso e battiti delle percussioni diventano come per magia delle canzoni.
DiFalco ruba la scena nel sofferto jazzsoul organistico di Big Slow Melvin
e nelle armonie vocali eteree e spaziali di Flying,
brani tanto diversi fra di loro quanto lo possono essere, a testimonianze
di un'eclettica personalita` di cantante.
L'opera pullula di spunti surreali e jazzati, al tempo stesso creativi
e smaliziati.
Forse il culmine della loro bislacca fantasia si trova nella visione
fantasmagorica di Tractor Pulling A Clown, al passo di un organetto di
strada e di un balletto del varieta`,
e nelle pulsioni tenebrose di Secret Doorway,
i due brani solo strumentali, che avrebbero insegnato qualcosa persino a
Zappa.
Questo e` un disco che, come nella tradizione dei migliori combo della "no
wave" (Golden Palominos, Ambitious Lovers), accomuna con naturalezza
piece cacofoniche (Information Overload), che sembrano uscite dal
Conservatorio, e ballate latin-jazz (Lost Horizon), che potrebbero
rivelare uno sbocco commerciale.
I Tone Dogs di Chalenor, con Amy Denio al canto (proveniente dal cinema e dal
teatro d'avanguardia), avevano registrato Ankety Low Day (C/Z, 1990)
a Seattle, un
lavoro fin troppo concettuale in cui dovevano fondersi folk, jazz e rock a
ritmi irregolari e con orchestrazioni quasi da camera.
La sezione ritmica di Matt Cameron e Fred Chalenor domina gran parte degli
scenari armonici (vedi l'assolo di basso di Hade Hade),
ma il forte del disco e` No Cry, suonata e cantata
interamente da Denio.
Fra i collaboratori si contano esperti dell'improvvisazione come
Fred Frith e Hans Reichel.
Chalenor funge un po' da Zappa della situazione, irruente e pasticcione con
furore hardcore nella giungla selvaggia di squittii di Vexed At The Vogue,
con paradossale verve di direttore d'orchestra nelle
fanfare di dissonanze di tastiere e di fiati Wandering Guru, con piglio
clownesco alla Lol Coxhill nel buffo intreccio di quadriglia e bolero di
BS Jig, con folle esuberanza nella filastrocca di Fifth Grade Brownie Wall,
e finalmente nei panni di un dadaista bambinesco nella rocambolesca
piece strumentale di Poly.
Denio sfoga le sue velleita` di cantante d'avanguardia nella cantilena surreale
di Carry Me Down e quelle di compositrice d'avanguardia nel minimalismo di
Secret Crush, che esplode all'improvviso in un brioso tema caraibico del
sassofono. Denio scodella anche il brano piu` accessibile, la danza
brasiliana (con sassofono alla Gato Barbieri) di Brave It,
una composizione singhiozzante,
cantata nel tono didascalico degli Art Bears e suonata da una chitarra
triturata alla Fred Frith.
Il trio ha l'unico di difetto di mancare di coesione e di fuoco. I singoli
brani sono colmi di intuizioni intelligenti, ma si accavallano senza averle
approfondite.
The Early Middle Years (Soleilmoon, 1992) aveva messo in risalto anche
un subdolo estro pan-etnico
(Salvatore, Waltz, Agyptian Occordian) che si sublima
nella novelty tribale di When George Bush Was The Head Of The) C.I.A.
(con Denio impegnata in un solfeggio infantile alla Enya e il basso slide
violentemente distorta). Brani come
Traffic Island Psycho, per canto e due bassi,
e Three Fell Swoop continuano invece il "progressive-rock"
dell'album precedente.
Alla fine del 1993 al trio dei Caveman Shoestore s'e` aggiunta la
violoncellista Amy DeVargas,
e nel 1994 e` uscito l'album Flux (T/K).
Il canto aristocratico
di DiFalco e` ora in primo piano, tanto che gran parte dei brani
(Knife Edge, Actualize, Kurtain)
possono essere definiti dei lieder intellettuali con accompagnamento
alternativamente jazzato, minimalista e dissonante di un abulico
progressive-rock. Il complesso rimane un po' castrato nelle strutture di
questa musica per il canto e riesce ad esprimere il suo potenziale soltanto
nel breve strumentale Henxyme e nella jazzata Underneath The Water.
I Caveman collaborano anche con Hugh Hopper
su Caveman Hughscore (T/K, 1995),
High Spot Paradox (T/K, 1997) e
Delta Flora (Cuneiform, 1999).
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