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I Death Of Samantha furono probabilmente uno dei
gruppi rock piu' intellettuali
della loro generazione, e anche in questo seguirono le impronte dei Pere Ubu.
Dopo cinque anni di silenzio, il chitarrista John Petkovic rimise insieme il
nocciolo della formazione, ovvero il bassista Dave Swanson (ora alla batteria)
e l'altro chitarrista Doug Gillard, per formare i
Cobra Verde.
Se lo spunto di Viva La Muerte (Scat, 1994) e' ancora quello di una
fusione eclettica di garage-rock e new wave, un appropriato maquillage fa si'
che il risultato sia questa volta un "grunge" melodico da rozzi sottoproletari.
Al centro delle armonie e' rimasto il fraseggio ora nervoso e singhiozzante e
ora petulante e spaziale del chitarrista John Petkovic, a cui si devono le
infinite citazioni da Hendrix, Cream, Rolling Stones e tanti altri.
Emblematiche Was It Good, il cui ritornello anthemico e` propulso
da sincopi dissonanti e trafitta da un baccano sporco, e
Already Dead, il cui riff e` bruttissimo.
L'ispirazione resta sempre in quei paraggi blues, oscillando tutt'al piu' fra
l'estremo truculento degli ZZ Top (Gimme Your Heart)
e quello strascicato dei Rolling Stones (Montenegro, Debt);
ma l'esecuzione e' talmente brillante che nulla risulta scontato, tanto
meno l'hard-rock fragoroso e ubriaco di Despair o il soul-rock
veemente e scoordinato di Cease To Exist.
Il ritmo e` sostenuto dall'inizio alla fine.
L'EP Vintage Crime (Scat, 1995), con
Every God For Himself, fa
seguito a due singoli di gran classe,
il rhythm and blues febbricitante di Leather (Scat) e
il pop nevrotico di One Step Away From Myself (Subpop), e aggiunge altre
sei turgide canzoni al repertorio di John Petkovic.
L'idea e' di stravolgere ritornelli e armonie vocali del Merseybeat con armonie
e ritmiche fuori misura, all'insegna di un hard-rock molto irregolare.
Portando alle estreme conseguenze la prassi degli Who (ringhio melodico e riff
sferzante) nasce Catalogue.
Un ruggito da shouter e un ritmo da pellerossa
deragliano ancor piu' Wish I Was Here.
I Cobra Verde sono diventati il gruppo d'accompagnamento della stagione
migliore di Bob Pollard (ovvero
Guided By Voices) quando esce
Egomania (Scat, 1997), una raccolta di inediti e di singoli.
Il disco lascia l'impressione di un gruppo di scatenati ragazzini, che
eccellono nel ruggire il rhythm and blues di Leather a passo di
bayou e nel mitragliare il bruciante punk-rock di A Story I Can Sell.
L'armonia atmosferica e sperimentale di Still Breaking Down riporta
all'epoca del rock psichedelico (quello soffice degli Spirit).
E` la canzone piu` commerciale, Everything To You, a deludere,
con le sue progressioni ritmiche il suo stridulo ritornello mutuati da
David Bowie.
Se la raccolta non regge il confronto con il primo album (che era davvero un
album), testimonia comunque delle eccezionali doti del gruppo.
Doug Gillard a sua volta si unisce al batterista dei
Prisonshake, Scott Pickering, al chitarrista
Tim Tobias, e al bassista Jeff Curtis (My Dad Is Dead)
per registrare a nome di GEM l'album Hexed (Restless, 1995) all'insegna
di un pop semplice e lineare che sembra rinnegare l'intera scuola dei Death
Of Samanthas.
Sheep si apre con un riff travolgente e un ritmo da carica,
Your Hearoes Hate You scopiazza un boogie lascivo dei T.Rex,
ma poi l'album scivola nel pop melenso dei Raspberries
(Only A Loan e Suburban Girl).
I Hate It riecheggia gli Who e Little Star riecheggia
Neil Young. Gillard non e` molto ispirato una volta privato della guida
di Petkovic.
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