I Collective Soul sono il veicolo per la musica di Ed Roland, figlio di un
predicatore battista di un paesino della Georgia (Stockbridge) con una
laurea alla prestigiosa Berklee School Of Music di Boston.
Dopo un lungo apprendistato, nel 1993 Roland indovino' con Shine il successo
che li rese celebri.
L'album Hints Allegations And Things Left Unsaid (Rising Storm, 1994)
fu di fatto
una raccolta di canzoni scritte da Roland a prescidere dall'esistenza di un
complesso. Stampato in umilta', l'album fini' per vendere invece un milione di
copie e Shine rimase per otto settimane in testa alle classifiche.
La virtu' di Shine (composta nel lontano 1987) e' molto semplice: una
melodia orecchibaile, accordata al "re" basso del grunge e suonata con il
vigore del boogie sudista. Il secondo singolo, Breathe, tiene lo stesso
accordo per tutta la canzone, ottenendo un effetto che e' al tempo stesso
potente e sentimentale.
La tradizione sudista si vede soprattutto nel calmo baccano delle chitarre
sui brani piu' rock, da Scream a Wasting Time, che potrebbe essere il
brano migliore (riff di prima qualita', sonorita' bluesy, epos alla Soul
Asylum). Ma indubbiamente il forte del quintetto sono le melodie intricate,
e non stupisce che Ed citi anche Elton John fra le sue influenze: ascoltare
Reach e Goodnight Good Guy (un commosso addio al nonno che sta morendo di
leucemia). L'altra innegabile qualita' del disco sta nella sua varieta',
che spazia dal country-rock di Heaven's Already Here alle armonie vocali
in stile Beatles di All, per finire nello strumentale Pretty Donna.
Il loro e' un AOR di classe, che fa leva su melodie impeccabili e su
un sofisticato contrappunto. I testi sono zeppi di immagini religiose e le
tre chitarre (Ross Childress e il ventunenne Dean Roland le altre due)
obbediscono ai piu' virili standard sudisti. Da questo miscuglio di
tradizione e modernita', di provincialismo e internazionalismo scaturisce
un sound melodico che va controcorrente con il grunge di moda.
Collective Soul (Atlantic, 1995), il primo vero album del gruppo
in quanto gruppo,
contiene delizie melodiche in egual numero, ma e' sorprendentemente aperto da
Simple, un brano rumoroso e fratturato che comprime funk, hip
hop e heavymetal nello stile dei Red Hot Chili Peppers.
Where The River Flows e` altrettanto trascinante.
Il marchio di fabbrica e' pero' quello Smashing Young Man
(cadenza da shuffle leggero e ritornello soul degno di Stevie Wonder),
The World I Know (un'elegia appassionata, con tanto di
sezione d'archi, degna di Cat Stevens) e
Reunion (una specie di gospel sottovoce), tutti straripanti di autentico
pathos del quotidiano.
Fra tanti ritornelli orecchiabili non mancano saggi di southern-rock,
come December, una ballad nella tradizione degli Allman Brothers che
sfuma in una marcetta folkrock, con le percussioni esotiche di Shane Evans
in bella evidenza.
Gel e` il singolo che ha preceduto l'album.
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