Come


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Eleven: Eleven, 6/10
Don't Ask Don't Tell, 7/10
Near Life Experience, 6.5/10
Gently Down The Stream, 6/10
Thalia Zedek: Been Here And Gone , 6/10
Chris Brokaw: Red Cities , 5/10
Chris Brokaw: Wandering As Water (2003), 4/10
Chris Brokaw: Incredible Love (2005), 4/10
Thalia Zedek: Trust Not (2004), 6/10
Thalia Zedek: Liars and Players (2008), 6/10
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A Boston la cantante Thalia Zedek, forte del carisma dei Live Skull, e il chitarrista Chris Brokaw (batterista dei Codeine), gia' compagni di liceo, hanno dato vita ai Come.

Zedek, cresciuta in un quartiere povero di Washington, era emigrata a Boston nel 1979. Aveva iniziato come attricetta televisiva in uno dei tanti serial dei primi anni '80. Alla musica rock era arrivata con due gruppi femminili, le White Women e le Dangerous Birds (il 45 giri Emergency/ Smile On Your Face), e aveva proseguito con i piu' sperimentali Uzi, immortalati dal leggendario EP Sleep Asylum (Homestead, 1986 - Matador, 1993), pochi giorni dopo che si erano sciolti.

Gli Uzi erano un quintetto, con Danny Lee alle percussioni, Phil Milstein ai nastri, Bob Young alla chitarra e Randy Barnwell al basso. La musica di Criminal Child e Ha-Ha-Ha era un potente rock and roll sfigurato dall'elettronica. La ballata Gabrielle e il tour de force sperimentale di Collections si rifacevano invece alle atmosfere minacciose del "dark punk" britannico. Pale Light, infine, anticipava le armonie narcotiche, lente e disgregate, dello "slow-core".

In tutti questi gruppi Zedek si era sempre ispirata a Patti Smith, aumentando la tensione di Radio Ethiopia con un approccio tribale e "concreto" (rumori, tape loop, campionamenti). La sua personalita' magnetica aveva destato sensazione e nel 1987, dopo essersi trasferita nel Lower East Side di New York e aver passato un periodo a disintossicarsi, la cantante era stata assunta dai Live Skull (che erano reduci da due album di post-punk d'avanguardia, in tempo per la registrazione del terzo album, Dusted (Homestead).

Zedek aveva contribuito agli ultimi album dei Live Skull con la sua personalita', ma senza scrivere una sola delle canzoni (benche' tutti i testi). Nel frattempo aveva avviato i Via, con il chitarrista Jerry DiRienzo, ed era ricaduta nel suo vizio, al punto da perdere il suo lavoro diurno, essere sfrattata di casa e ridursi alla prostituzione.

I Come nacquero quando Zedek era ormai tornata a Boston, rassegnata a una vita di stenti. A farla resuscitare fu il chitarrista Chris Brokaw dei Codeine, che assoldo' anche due giovani appena arrivati dalla Georgia, Arthur Johnson (ex Bar-B-Q Killers) alla batteria e Sean O'Brien (ex Kilkenny Cat) al basso. I singoli Car (SubPop), doppiato dall'intensa ballata Submerge e da Last Mistake, e Fast Piss Blues (con la tempestosa title-track e la lunga, agonizzante Brand New Vein) furono il manifesto di una musica altrettanto ardua e cerebrale di quella dei Live Skull, ma temperata da atmosfere psichedeliche e da un generale passo da sonnambuli.

Eleven: Eleven (Matador, 1992), in realta' costituisce semplicemente un altro anello nella catena evolutiva di Zedek. A dominare, tanto nella ballata alla Neil Young di Dead Molly quanto nel crescendo quasi in trance di Off To One Side, tanto nella febbre elettrica di Williom quanto nella monumentale Orbit (un'aspirante suicida che suoni un jamming desolato su un tema blues), sono ancora le atmosfere opprimenti dei Live Skull. Non sono brani, sono mal di testa.

Dopo il singolo Wrong Side, uno dei suoi migliori blues, esce l'album Don't Ask Don't Tell (Beggars Banquet, 1994). La musica e` piu` serrata, e sposa il tono rabbioso e disperato di Zedek. Sull'album troneggia l'emozionante Let's Get Lost, un blues grandioso nel quale gli strumenti dilagano appassionati e il canto di Zedek si adatta al loro flusso tumultuoso. I sei minuti da incubo di Finish Line, all'insegna di un sound cupo, contengono la quintessenza delle litania funerea che Zedek va cantando da un decennio. Le loro canzoni sembrano sempre mal architettate, arrangiate e cantate. Il fatto e` che sono canzoni che prendono corpo poco alla volta, e non a caso spesso sfociano in finali mozzafiato dopo essersi trascinate senza apparente nerbo. Cio` che conta e` la tensione drammatica. In effetti sono proprio le canzoni piu` regolari e corpose, Yr Reign e In Out, a sembrare fuori posto. Il quartetto sembra morire dalla voglia di emulare Royal Trux e Jon Spencer. Ancor meno appropriate sembrano le reminescenze di Codeine nei "ralenti`" dello strumentale German Song e dell'interminabile Arrive.

Le composizioni si fanno piu` articolate su Near Life Experience (Matador, 1996). A vincere sembra essere proprio lo stile dei Royal Trux. Fermo restando l'assunto di una musica paurosamente negativa, Brokaw e Zedek (perche' ormai si tratta di una coppia coadiuvata saltuariamente da musicisti diversi) vi iniettano un minimo di grinta, melodia e arrangiamento. Il nuovo corso e` inaugurato dal blues malinconico di Hurricane, contratto nei gemiti gutturali di Zedek e attizzato dal solito baccano sgraziato delle chitarre, ma anche accarezzato da un violino quasi folk e da un pianoforte quasi gospel. Il gruppo esce definitivamente dal guscio dello "slo-core" dei Codeine con la chiassosa e frenetica Bitten, nobilitata questa volta da un assolo di tromba, e con il bolero esotico e marziale di Half Life. La stanca e ipnotica Walk On's sfodera un intermezzo di marimba. E proprio questi intermezzi valgono forse piu` delle canzoni stesse. Brokaw prova a pennellare un paio di numeri piu` musicali: Shoot Me First, con tono pacato e quasi fiabesco su uno strimpellio alla Talking Heads, e Secret Number, una power-ballad trasognata ben sceneggiata dalle chitarre. Il canto monocorde, agonizzante e fatalista, di Zedek e` sempre piu` un ostacolo e sempre meno un'attrazione. Il passo logico di Brokaw sarebbe di liberarsi della fastidiosa compagna e avviare la carriera di nevrotico e cupo cantautore solista alla Neil Young.

Gently Down The Stream (Matador, 1998), grazie a una sezione ritmica d'eccezione (Winston Bramen al basso e Daniel Coughlin alla batteria), cambia stile: One Piece e The Fade-Outs sono ancora litanie funeree, ma si appoggiano a solidi barrage ritmici. I Come scodellano persino uno Stomp a modo loro e un trascintante A John Blues. Lo stile della mezza eta` e` quello di Sorry Too Late e Silk City, un sobrio incrocio fra Royal Trux e Neil Young.
La maggiore padronanza tecnica consente escursioni psicologiche di maggiore effetto, le quali si spingono verso orizzonti sempre piu` lontani. Riassume la loro filosofia e la loro carriera una ballata (melodica!) come Recidivist, la quintessenza di cio` che sanno fare meglio del resto del rock (chiaroscuri armonici, spigolosita` ritmiche, spirito desolato). Saints Around My Neck e March (entrambe di otto minuti) esagerano forse quel messaggio, la prima annacquandolo nella massa di parole, la seconda traumatizzandolo con accordi stentorei; ma l'idea rimane quella di una ballad sofferta e negativa, di un rock scorbutico e malconcio. La tenera Middle Of Nowhere prova persino a rallentare il ritmo e smussare i toni, a misurarsi con i metri della ballata country, e quelli che intonano il valzer maestoso di New Coast non sembrano davvero i Come di un tempo. In fondo al disco fa capolino persino un piccolo requiem per chitarra, piano e clarinetto: Former Model. Molti di questi brani superano i cinque minuti con disinvoltura, segno che Brokaw e Zedek hanno molto da raccontare, prima con le parole e poi con le chitarre.

Come gia' quella dei Live Skull, la musica dei Come esprime uno stato molto degradato dell'emotivita' punk. I Come hanno forse compiuto il tentativo piu` radicale di rinnovare la forma ballata dai tempi di Neil Young.

Live Skull's vocalist Thalia Zedek and guitarist Chris Brokaw (ex-Codeine) formed Come to indulge in noisy Royal Trux-ian blues jamming and neurotic Neil Young-ian ballads. Don't Ask Don't Tell (1994) was a collection of nightmarish streams of consciousness.
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Over a 20-year career, Zedek has proven how creative and articulate she can be. Her first solo album, Been Here And Gone (Matador, 2001), marks quite a departure for her: the sound is vigorous and angular as always, but the foundations are leaner and weaker. Zedek is used to powerful support from her backing boys. Here she has to rely on her voice to fill the void. When it works, she's the next best thing to Rickie Lee Jones (Desanctified) and a worthy disciple of Leonard Cohen (Excommunications). Her melancholy reportage of life in the city can be stirring, but Zedek doesn't feel completely at ease as a writer, as proven by the fact that she includes so many covers.
(Translation by/ Tradotto da Alessandro Isopo)

Nei suoi 20 anni di carriera Zedek ha dimostrato quanto creativa e versatile sappia essere. Il suo primo album solista, Been Here And Gone (Matador, 2001), segna per lei un nuovo corso: il suono è solido e vigoroso come sempre, ma stavolta le fondamenta sono deboli e fragili. Zedek era abituata alla presenza imponente dei suoi musicisti di supporto. Qui può contare solo sulla sua voce per riempire quel vuoto. Quando tutto funziona è seconda solo a Rickie Lee Jones.

On the EP You're a Big Girl Now (Kimchee, 2002), Thalia Zedek delivers four originals and two covers.

Chris Brokaw released his solo instrumental album Red Cities (Atavistic, 2002), an exercise in layered guitars, Wandering As Water (Normal, 2003), a humble acoustic effort (with too many covers), and I Was Born But (Atavistic, 2004), his first ever film soundtrack. Brokaw became a real singer-songwriter with Incredible Love (12XU, 2005), a collection of ten songs and one instrumental.

Thalia Zedek's Trust Not Whose In Whom Without Some Touch Of Madness (Thrill Jockey, 2004) is a powerful emotional statement, but not necessarily a musical statement of equal value. Her stripped-down trio is adequate for many of her confessional items (Since Then, Angels, Island Song), but fails to lift the idea beyond its immediate referent. In other words, it would do as well to sing these songs a cappella.

Liars and Players (Thrill Jockey, 2008) showed Thalia Zedek running out of ideas, if not of passion.

(Translation by/ Tradotto da Nicola Mecca)

Sull’EP You're a Big Girl Now (Kimchee, 2002), Thalia Zedek pubblicava quattro inediti e due cover.

 

Chris Brokaw pubblicò il suo album strumentale da solista Red Cities (Atavistic, 2002), un esercizio per chitarre sovraincise, Wandering As Water (Normal, 2003), un umile sforzo acustico (con troppe cover), e I Was Born But (Atavistic, 2004), la sua prima colonna sonora. Brokaw divenne un vero cantautore con Incredible Love (12XU, 2005), una collezione di dieci canzoni ed uno strumentale.

 

Trust Not Whose In Whom Without Some Touch Of Madness (Thrill Jockey, 2004) di Thalia Zedek è un disco dal potente impatto emozionale, ma non necessariamente una affermazione musicale di ugual valore. Il suo trio ridotto all’osso è adeguato a molti dei suoi numeri confidenziali (Since Then, Angels, Island Song), ma non riesce ad estendere l’idea oltre il suo referente immediato. In altre parole, non cambierebbe molto se queste canzoni venissero cantate a cappella.

 

Liars and Players (Thrill Jockey, 2008) mostrò una Thalia Zedek senza più idee, se non addirittura senza più passione.

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