Jim Mankey, che agli inizi degli anni '70 era stato bassista degli Sparks,
incontro` una decina d'anni dopo a Los Angeles la cantante (e a sua volta
bassista) Johnette Napolitano e decise di riprendere a suonare (la chitarra
questa volta). Il loro power-trio, Dream 6, registro` soltanto un anonimo EP
(nel 1983 per la Happy Hermit).
Passarono altri quattro anni (Mankey ci aveva
ormai fatto il callo) prima che il gruppo, con un nuovo batterista e con un
nuovo nome, potesse registrare un altro disco, Concrete Blonde (IRS, 1987).
Nel frattempo, pero`, la musica dei ribattezzati Concrete Blonde era molto
cresciuta: se l'idolo di Napolitano era Chrissie Hynde (True), e il
retroterra di Mankey era il pop ballabile (Dance Along The Edge),
insieme i due trovavano l'energia per uno sferragliante rock and roll come
Your Haunted Head e il trascinante powerpop di Over Your Shoulder,
intervallandoli con la ballata alla Neil Young Still In Hollywood e il
lamento country Can Make Me Cry.
La produzione e l'esecuzione amatoriali finivano per giovare invece che nuocere.
I Concrete Blonde colmavano semplicemente il vuoto lasciato
a Los Angeles dallo scioglimento di X e Wall Of Voodoo: quello di un
rock'n'roll rustico e populista.
Il successivo Free (IRS, 1989) era ormai dominato dalla cantante e
autrice, che si sfogava in God Is A Bullet. Una produzione accorta
trasformo` questi mezzi punk in professionisti del rock melodico
(Happy Birthday) e financo dell'hard-rock ( Roses Grow).
Maturo` cosi` Bloodletting (IRS, 1990), disco commerciale (composto
interamente da Napolitano) e immerso in
un'atmosfera gotica che soltanto il voodoobilly della title-track
e la ballata alla Heart di Joey riescono a redimere.
Nel 1992 giunge finalmente il successo su grande scala, con la novelty
Ghost Of A Texas Ladies Man, una specie di Gun Club da discoteca,
tratta dall'album Walking In London (ITS, 1992);
ma ormai si tratta di un album solista di Napolitano, uscita indenne da
ogni sorta di malattie: Woman To Woman e City Screaming sono
le tappe del suo tour de force femminista.
Mexican Moon (Capitol, 1993) vive principalmente
dell'escursione vocale della cantante, anche se I Call It Love,
Jenny I Read,
Heal It Up sono fra le sue invettive piu` riuscite.
Napolitano abbandona i sogni di grandezza e concede spazio anche ad altri
compositori.
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