Go To The Sugar Altar
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Kelley Deal si era formata nei Breeders, al fianco della sorella gemella Kim
(bassista dei Pixies e co-leader dei Breeders). Il suo primo album solista,
Go To The Sugar Altar (Nice, 1996), esce dopo qualche traversia
(completamente ri-registrato dopo che Deal si e` convertita a una qualche
setta reigiosa). Deal si guadagna la stima degli esegeti con una serie
di composizioni spericolate e squilibrate, che rimettono in discussione i
canoni della canzone rock: Canyon, che ruba il riff a Cannonball
e lo accompagna a un vibrafono dei Caraibi; How About Hero,
un country-rock sornione confuso con un boogie di Lou Reed;
Dammit, prima cantata nello stile delle voci bianche e poi strillata come
un'ossessa delle Lunachicks; Sugar, un incrocio fra Marvin Gaye e
Chris Isaak; A Hundred Tires, una baraonda sguaiata alla Frightwig.
Alla fine l'eclettismo e l'eccentricita` nuocciono al disco in quanto
Deal comincia a sperimentare a casaccio. Gli ultimi brani sembrano un po'
troppo spaesati e stentati. Lo strumentale che chiude, Mr Goodnight,
e` una ninnananna per eroinomani suonata da due chitarristi in trance.
La varieta` e l'originalita` sono anche i pregi di Boom Boom Boom (New West, 1997), anche se non sempre i brani sfruttano le premesse. He Calls Me Kitten, un altro brano semi-country, e Boom Boom Boom tengono desta l'attenzione. Delle due sorelle, Kelly e` la selvaggia e "troublemaker", nei guai tanto con le droghe quanto con la giustizia. | If English is your first language and you could translate this text, please contact me. |
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