Dream Theater, formed at Boston's prestigious Berklee College of Music, established a new standard for progressive metal. Their second album, Images And Words (1992), constructed lengthy melodic fantasias that relied on symphonic magniloquence (Kevin Moore on keyboards), fluid instrumental passages (John Petrucci on guitar), haphazard rhythms (Mike Portnoy on drums) and romantic emphasis (James Labrie on vocals). At the same time breathless and catchy, rock and neoclassical, impulsive and brainy, this style became even more elaborate on Awake (1994), although it lost some of its bite, which got further diluted in the seven-movement suite A Change Of Seasons (1995).
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Charlie Dominici (canto), Kevin Moore (tastiere), John Petrucci (chitarre),
Mike Portnoy (batteria) e John Myung (basso) compongono i Dream Theater,
il gruppo newyorkese (ma formatosi al Berklee College of Music di Boston)
che si e` rapidamente posto all'avanguardia dell'heavymetal
progressivo con le melodie classicheggianti, le atmosfere intense,
gli arrangiamenti sinfonici e gli svolgimenti tortuosi delle sue canzoni.
Nella linea evolutiva che porta dagli EL&P agli Yes e poi dai Rush ai
Queensryche, i Dream Theater accoppiano le sonorita` piu` ostili della musica
rock con quelle piu` gravi, forgiando in tal modo poemi tragici che evocano
visioni di mondi geometricamente neutri.
L'album d'esordio, When Dream And Day Unite (Mechanic, 1989), metteva in
luce l'abilita` di arrangiatori nelle lunghe fantasie (tutte oltre i sette
minuti) di The Killing Hand, con il suo tema tragico e fatalista condotto a
ritmo marziale, Light Fuse And Get Away, con il suo incedere sinistro e
minaccioso, e The Ones Who Help Set The Sun, con il suo inizio atmosferico e
fiabesco.
La magniloquenza sinfonica di A Fortune In Lies si sposava a un folle galoppo
che, brano dopo brano, conduceva alla fuga barocca del gran finale di
Only A Matter Of Time in una spettacolare parata di gesti grandiosi.
Images And Words (Atco, 1992), con James Labrie al posto di
Dominici, raffina ulteriormente il metodo, concedendo spazio ancor piu` ampio
agli interventi sinfonici di Moore e allungando ulteriormente i pezzi, al
limite della suite. I Dream Theater possono vantare soprattutto doti insolite
di "registi" del suono, ovvero la capacita` di edificare armonie complesse
e di far fluire diversi episodi all'interno dello stesso brano:
nell'orecchiabile Pull Me Under (il singolo) i travolgenti ritmi d'organo di Moore sospingono una
galoppata mozzafiato che poi da` luogo a una melodia magniloquente;
l'armonia tempestosa di Take The Time vive dei fremiti violenti, degli
scossoni tellurici degli strumenti, tanto che la melodia deve farsi largo
urlando; Learning To Live (forse la sintesi migliore del loro eclettismo) si
apre su accordi classicheggianti per tendere l'atmosfera piu` inquietante del
disco, indulgendo ogni tanto in un saltarello medievale e in una sorta di
fandango; per non parlare della camaleontica Metropolis Pt 1,
il brano piu` ambizioso.
Gli stacchi ritmici sono fondamentali per la teatralita` di queste sceneggiate:
in Surrounded il ruggente tema funky-soul di LaBrie viene preparato da un
attacco heavymetal di chitarra raddoppiato da uno staccato supersonico di
tastiere.
La loro e` anche un'arte di contrasti, come quando La Brie intona l'aria
orientaleggiante di Under A Glass Moon a ritmo di thrash, e di innesti, come
in Another Day, ballata di gran classe, quando un romantico assolo di
sassofono complementa la miglior melodia di LaBrie.
Gran parte del fascino di queste partiture nasce dal contrappunto fra tastiere,
batteria e chitarra, tre strumenti (il primo di sapore classico, il secondo
di fattura jazz, il terzo imbevuto di tutti i trucchi del rock) che si scatenano
in jam perfettamente organizzate senza che nessuno prevalga mai sull'altro e che
riescono ad inanellare i rispettivi fraseggi in maniera elegante e naturale,
nonostante si tratti quasi sempre di suoni "al limite" (assordanti, rapidissimi,
barbari). In LaBrie il quintetto vanta poi un "urlatore" di tutto riguardo,
che non perde mai una sua classica compostezza, che non si lascia mai deviare
nelle sue rotte melodiche dai cataclismi strumentali in corso.
Nel 1994 esce Awake, lavoro ancor piu` elaborato, intriso di sonorita`
jazz, anche se forse a spese della
comunicativita`. 6:00, costruito certosinamente su poderosi riff di chitarra,
accordi solenni d'organo, tempestose sincopi funky e un tema epico del canto,
dimostra subito il balzo in avanti. Altrettanto denso di elementi emozionanti,
lo strumentale Erotomania costituisce forse il picco di virtuosismo.
Le capacita` drammaturgiche che ne conseguono si assaporano in brani complessi
come Voices, capaci di alternare passaggi acustici e mitragliate
heavy metal, sempre all'interno di un denso, massiccio, pirotecnico impasto sonoro.
Il picco di pathos viene pero` toccato forse dalla composizione piu` lineare,
The Mirror, i cui ritmi (dal trascinante inizio al dub finale) sono
insolitamente regolari. Caught In A Web e Scarred ricorrono alla chiassosa
pompa del passato per ottenere risultati inferiori.
Lie ripete l'exploit commerciale di Pull Me Under.
Moore sfoga le sue brame classiche nel Space Dye Vest, condotto da un motivo
romantico al pianoforte, che apre per il gruppo nuovi scenari musicali.
Portando a compimento le smisurate ambizioni del gruppo, A Change Of Seasons,
la title-track del 1995, e` una suite in sette movimenti per un totale di
venticinque minuti, originariamente composta nel 1989.
Meno movimentata e aggressiva di Metropolis, piu` patetica e classicheggiante,
Seasons lascia intravedere un alter ego romantico.
Re-inventando la sintassi del rock progressivo, i Dream Theater ne hanno anche
messo in luce nuove possibilita` armoniche.
Falling Into Infinity (East West, 1997) segna il ritorno in grande stile.
Invecchiando, i Dream Theater hanno abbondonato l'heavy-metal per grande platea
e i suoi toni melodrammatici a favore di un progressive-rock di gran classe.
New Millenium si apre su un motivo minimalista delle tastiere, presto
sopravanzato da una solenne ouverture nella quale brillano le soluzioni
timbriche, e finalmente LaBrie canta il ritornello, ma subito gli strumenti,
guidati dalla pirotecnica chitarra di Petrucci, riprendono il controllo, e
la canzone degenera in un jamming dimesso, quasi funky, e le tastiere
intonano di nuovo il loro raga minimalista, prima che un riff "corazzato"
riporti in auge il ritornello. Se e` possibile immaginare una fusione di
new age e heavy metal, questo brano ne e` un ottimo esempio.
Il nuovo tastierista Derek Sherinian aggiunge al loro codice genetico un tocco
d'avanguardia, che torna utile nel raccordare le armonie affluenti, le ritmiche
intricate e gli arrangiamenti camaleontici su cui verte ormai la loro musica.
E` lui a svettare su Lines In The Sand (dodici minuti), perlomeno nei due
minuti iniziali di musica cosmica ed atmosferica, prima che i leader abbiano
modo di sviluppare il tema con la consueta cattiveria.
E` lui a coronare la ricerca di equilibrio della suite in tre movimenti
Trial Of Tears (per un totale di tredici minuti), composta dal bassista Myung.
E` significativo che questi Dream Theater eccellano in una ballad colma di
suspence e mistero, Peruvian Skies, a meta` strada fra i piu` leziosi Pink
Floyd e il country-rock piu` allucinogeno.
Domina, in effetti, il lato adulto, soffice e idealista, del gruppo,
dalla tenera melodia mediterranea di Hollow Years all'appassionato pop di
Take Away My Pain, dalla romanza pianistica in stile Elton John di Anna Lee
alla cadenzata e orecchiabile You Not Me, canzoni semplici che emanano
calore intimista e fanno leva su ritornelli immediati.
Il singolo Burning My Soul, tutto impeto e magniloquenza, serve piu` che
altro ad accontentare i fans di vecchia data.
Il brano migliore della vecchia maniera e` semmai Just Let Me Breathe,
una potente arringa contro droghe, capitalismo e consumismo
(vedi lo slogan "A daily dose of eMpTyV
will flush your brain right down the drain"). Anche questo un segno dei tempi.
Il nuovo corso dei Dream Theater e` difficile da classificare. Ha ben poco
in comune con l'heavy metal degli anni '90. Semmai, il gruppo va
accreditato al tentativo di rifondare la ballad su fondamenta piu` nobili,
sulla dialettica articolata del rock progressivo.
Non venne pubblicata su questo album la seconda parte di Metropolis,
che era gia` pronta, semplicemente per mancanza di spazio.
Once In A Live Time (Eastwest, 1998) e` un album doppio dal vivo che
fornisce uno spettacolare compendio della carriera del gruppo.
Finalmente il gruppo decide, con
Metropolis Pt 2: Scenes From A Memory (Eastwest, 1999), di completare
l'incompiuta suite che figurava su Images And Words (Atco, 1992).
Il tastierista Jordan Rudess (anche nei Liquid Tension con Tony Levin e Portnoy) porta una ventata di Rush, che si amalgama a
fatica con le fiondate al tempo stesso eleganti e potenti della chitarra di
Petrucci. In una parola, il sound e` piu` compatto ma meno sperimentale.
L'opera rock e` suddivisa in due atti, ciascuno a sua volta suddiviso in
scene. La seconda scena, per esempio, consta di una Overture 1928,
un breve brano strumentale che accoppia la magniloquenza elettronica dei Rush
a galoppi speedmetal. Poi la dizione reboante di Labrie prende a imbastire
la vicenda in Strange Dejavu, con una patetica parentesi melodica.
Da li` in poi i cambi di tempo animano il racconto e le tastiere
lo abbelliscono ad ogni passo di nuove sonorita`.
La teatralita` di brani come Fatal Tragedy e The Spirit Carries On
sembra rifarsi ai Queen orchestrali (con l'orchestra sostituita dalle tastiere),
ai Pink Floyd di Wish You Were Here e persino al glam-rock di David Bowie.
La tecnica e la dinamica culminano in Beyond This Life
e soprattutto nell'ibrido "raga-metal" di Home
in cui
l'alternanza di stili (praticamente dalla ballata folk acustica al death-metal
piu` epilettico) e` tanto pirotecnica quanto fluida.
Un altro brano spettacolare e` lo strumentale The Dance Of Eternity, un brano
incalzante e classicheggiante, romantico e geometrico, che aggiorna allo speed
metal i "Quadri" di Mussorgsky (con un'eleganza e una veemenza che faranno
invidia a Keith Emerson e Rick Wakeman), e contenente il miglior assolo
di basso di John Myung.
L'accentuato melodismo degenera in canzoni da night-club come
Through Her Eyes e One Last Time,
ballads languide e sentimentali che sono
un po' indegne per intellettuali del loro livello.
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Six Degrees of Inner Turbulence (Elektra, 2002) is the band's new concept
album, an over-ambitious double CD that experiments new sonic avenues if not
new stylistic avenues.
Half of the album is occupied by the 42-minute fantasia
Six Degrees of Inner Turbulence, which sounds like the descendant
of the suites by Yes and King Crimson of the 1970s, but updated to the age of
cheap CD manufacturing (it could have been shrunk to seven minutes).
The Glass Prison and The Great Debate display the band's technical
prowess, but too many songs (Disappear) mirror the mellow experimentation
of late/lame Pink Floyd.
For about 20 minutes this is one of the greatest prog-rock bands of all times,
but for the remaining hour it is the most boring experience this side of Toto.
Dream Theater's former keyboardist Kevin Moore formed
Chroma Key and released Dead Air for Radios (1998) and
You go Now (2000).
Moore also launched a side-project, OSI, with Jim Matheos (Fates Warning) and Mike Portnoy (Dream Theater).
Train of Thought (Elektra, 2003) was
a disappointing, keyboards-heavy hodgepodge of Dream Theater cliches.
Many songs merely repeat, recycle and slightly revise
ideas, patterns and melodies that the band has rehearsed throughout the 1990s.
The melodic overture of As I Am (7:47), with its
sneering vocals and thundering guitar, sounds like third-rate pop-metal.
The suspense-filled atmosphere of This Dying Soul (11:28) adds
a bit of sound effects to their prog-metal routine.
The split-personality
Honor Thy FatherIn the Name of GodEndless SacrificeFrank Zappa-esque detour.
Another contender for best piece is
Stream of Consciousness
Mike Portnoy also played on
OSI's Office of Strategic Influence,
Transatlantic's The Roine Stolt Mixes
Neal Morse's The Transatlantic Demos,
Transatlantic's Bridge Across Forever,
Liquid Tension Experiment's Liquid Tension Experiment.
Transatlantic was a supergroup featuring Portnoy,
Roine Stolt of the Flower Kings and Pete Trewavas of Marillion.
James LaBrie has released the solo album
Elements Of Persuasion
plus
Frameshift's Unweaving The Rainbow,
Mullmuzzler's Mullmuzzler 2 ,
Mullmuzzler Keep It To Yourself,
Winter Rose's Winter Rose.
Jordan Rudess has released the solo albums:
Rhythm Of Time,
4NYC,
Speedway Blvd,
Feeding The Wheel,
Listen.
The Rudess Morgenstein Project has released The Official Bootleg,
Rudess Morgenstein,
Project.
Dream Theater's bassist
John Myung has released the solo album
The Jelly Jam and, with Platypus,
Ice Cycles and When Pus Comes To Shove .
Octavarium (Atlantic, 2005), a 76-minute colossus, is less truculent
and more intimate than its predecessor.
To start with, the songwriting sounds more
heartfelt, particularly in the convoluted eight-minute confession of
The Root Of All Evil
and in the eleven-minute waltzing requiem and apotheosis
Sacrificed Sons for the Islamic terrorist attacks of 2001.
The overall sound and instrumental interplay harks back to the tight metal
style of their beginnings, of which the frenzied eight-minute charge of
Panic Attack, both operatic and relentless in its display of
prog-rock stereotypes, could be the ideal summary.
Their melodic side is well represented by the
piano ballad The Answer Lies Within (that sounds like
a singer-songwriter from the 1970s) and the brief and catchy
I Walk Beside You (somewhere between
Bon Jovi and
Cars).
Finally, the 24-minute five-movement suite Octavarium is a
hodgepodge of abused progressive-rock vocabulary,
but nonetheless it exudes pure class from the first ecstatic suspense-filled
Pink Floyd-ian minute
to the pathetic symphonic finale a` la Who,
via the pastoral King Crimson-ian flute-driven elegy,
the operatic Rush-ian aria,
and the Yes-style hard-rocking fugue.
LaBrie, Petrucci, Rudess, Myung and Portnoy make up one of the most
formidable music machines of all times.
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(Translation by/ Tradotto da
Gianluca Mantovan)
Six degrees of Inner turbulence (Elektra, 2002) e' il nuovo concept album
della band, un ambiziosissimo doppio CD che sperimenta nuove strade sonore
se non stilistiche. Meta' dell'album e' occupata dalla fantasia di 42 minuti
Six degrees of Inner turbulence, che suona discendente delle suite di
Yes e King Crimson aggiornate all'epoca del CD (avrebbe potuto essere ridotta
a sette minuti). The Glass Prison e The Great Debate mostrano la bravura
tecnica della band ma troppi pezzi (Disappear) rispecchiano la morbida sperimentazione
dei poco convincenti Pink Floyd dell'ultimo periodo.
(Translation by/ Tradotto da
Biagio Cassese)
Per almeno 20 minuti questa è uno delle più grandi prog-rock bands di tutti i tempi, ma per la restante ora è la più noiosa esperienza di questo lato.
Il tastierista fondatore Kevin Moore forma i Chroma Key con i quali sforna tre album Dead Air for Radios (1998), You go Now (2000) e Graveyard Mountain Home (2004). Moore avvia un’ altro progetto, OSI, con with Jim Matheos (Fates Warning) e Mike Portnoy (Dream Theater).
Train of Thought (Elektra, 2003) è un deludente mix di tastiere-heavy dei Dream Theater cliches.
As I am (7:47), This Dying Soul (11:28), Endless SacrificeHonor Thy FatherIn the Name of GodStream of consciousness
Mike Portnoy has also played on OSI's Office of Strategic Influence, Transatlantic's The Roine Stolt Mixes Neal Morse's The Transatlantic Demos, Transatlantic's Bridge Across Forever, Liquid Tension Experiment's Liquid Tension Experiment.
James LaBrie ha realizzato l’ album solista Elements Of Persuasion, più Frameshift's Unweaving The Rainbow, Mullmuzzler's Mullmuzzler 2 , Mullmuzzler Keep It To Yourself, Winter Rose's Winter Rose.
Jordan Rudess ha realizzato gli album solisti: Rhythm Of Time, 4NYC, Speedway Blvd, Feeding The Wheel, Listen. The Rudess Morgenstein Project ha realizzato The Official Bootleg, Rudess Morgenstein, Project.
Il bassista dei Dream Theater John Myung ha relizzato l’ album solista The Jelly Jam e, con Platypus, Ice Cycles and When Pus Comes To Shove .
Octavarium (Atlantic, 2005), 76 minuti colossali, è miglioramento impressionante sopra il suo predecessore. Il songwriting è chiaramente più professionale e più sincero ( in particolare nell'otto minuto autobiografico The Root Of All Evil e negli undici minuti del waltzing requiem Sacrificed Sons per l’ attacco terroristico dell’ undici settembre.
Il suono generale e l'interazione strumentale ricorda lo stile metal delle loro origini, come negli otto minuti della spettacolare Panic Attack che potrebbe racchiudere la sintesi. Il loro lato melodico è ben rappresentato dalla ballata The Answer Lies Within e dalla corta e attraente I Walk Beside You. Infine i 24 minuti divisi in cinque parti di Octavarium sono un miscela di abusi del vocabolario progressive-rock (Pink Floyd, King Crimson, Genesis, Yes) ma ciononostante fa trasudare classe pura dai primi minuti Pink Floyd-iani fino all' ultimo minuto di stampo Yes, inoltre fornendo una cavalcata di ritmica e melodia. LaBrie, Petrucci, Rudess, Myung and Portnoy hanno messo su una delle più formidabili macchine di tutti i tempi. Mostrano la loro età solo nei dettagli: per esempio gli effetti sonori (rievocano i Pink Floyd di Dark Side Of The Moon) suonono un pò obsoleto nell'era di glitch-pop.
Transatlantic è il supergruppo formato da Mike Portnoy dei Dream Theater, Roine Stolt dei Flower Kings e Pete Trewavas dei Marillion.
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Black Clouds & Silver Linings (2009)
marked a return to the verbose frenzy of Train of Thought, with even
longer tracks, and sounded
hopelessly derivative (of their own style).
A Nightmare To Remember (16:10) is their typical emphatic melodrama,
with the usual contrasts of mood, basically an aimless multi-part suite.
The pure senseless hysteria of The Shattered Fortress (12:49) and
the half-baked power-ballad The Best Of Times (13:09)
fail to muster enough substance or feeling.
Despite the superficial similarity with Octavarium,
The neurotic operetta The Count Of Tuscany (19:16) is a great idea
gone beserk, a collage of
Yes,
Andrew Lloyd Webber's musicals,
Brian Eno
and Queen.
Sometimes simpler is better:
A Rite Of Passage (8:36) serves a poppy refrain sandwiched between
two truculent ends; and
the shortest song, Wither (5:25), one of their most hummable melodies,
constitutes a further nod at adolescent pop balladry but at least it succeeds
at what it tries.
This album also concluded the The Twelve-step Suite
a a rock opera about alcoholism whose episodes appeared on five albums:
The Glass Prison,
This Dying Soul,
The Root of All Evil,
Repentance,
and
The Shattered Fortress.
By their standards,
Systematic Chaos (2007) was a mediocre album, despite the elaborate
25-minute In The Presence Of Enemies
and the parade of vocalists in Repentance.
A Dramatic Turn of Events (Roadrunner 2011) was their first album without
Mike Portnoy. The vast majority of the album feels like filler or leftovers
from previous albums, and even the counterpoint acrobatics of
Outcry and Lost Not Forgotten don't quite justify the length
of the songs.
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(Translation by/ Tradotto da Gianluca Mantovan)
Black Clouds & Silver Linings (2009) ha segnato un ritorno alla frenesia verbosa di Train of Thought, con tracce anche più lunghe, e parve un derivato (del proprio stile) senza speranza. A Nightmare To Remember (16:10) è il loro tipico melodramma enfatico con i soliti umori in lotta, in pratica una suite in più parti senza meta. L'isteria pura priva di senso di The Shattered Fortress (12,49) e l'indecisa power-ballad The Best Of Times (13:09) non riescono a mettere insieme abbastanza sostanza o sentimento. Nonostante la somiglianza superficiale con Octavarium, l'operetta nevrotica The Count Of Tuscany (19,16) è una grande idea incompiuta, un collage di Yes, musical di Andrew Lloyd Webber, Brian Eno e Queen. A volte danno il meglio nelle cose più semplici: A Rite Of Passage (8:36) propone un refrain pop inserito tra due estremità truculente; la breve Wither (5:25), una delle loro melodie più canticchiabili, costituisce un ulteriore cenno alla ballata pop adolescenziale, ma almeno centra il bersaglio. Per i loro standard, Systematic Chaos (2007) è stato un album mediocre, nonostante gli elaborati 25 minuti di In The Presence Of Enemies e la parata di cantanti in Repentance. A Dramatic Turn of Events (Roadrunner 2011) è stato il loro primo album senza Mike Portnoy. La maggior parte del disco suona come riempitivo o avanzo dagli album precedenti, e anche le acrobazie in contrappunto di Outcry e Lost Not Forgotten non giustificano appieno la lunghezza delle canzoni.
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