Galaxie 500, comprised of
guitarist Dean Wareham, bassist Naomi Yang and and drummer Damon Krukowski,
went against the trend when they created an anti-theatrical style devoted
to urban alienation. Today (1988) was a moonlit tide of
languid litanies and whispered singalongs.
It was expressionism turned upside down: angst and terror, but in the form
of a bloodless stupor, not a loud scream. The trio played back
the third Velvet Underground album,
Pink Floyd's Set The Controls For The Heart Of The Sun
and Television's Turn Curtain, but filtered of any residual vitality.
On Fire (1989), their most personal work, was an existential
anesthetic. There were echoes of the (acid-rock) past but they were ethereal,
sleepy, ghostly: they had been reduced to an inner language of the subconscious.
The setting was a wasteland roamed by zombies devoid of any passion,
resigned to their emotional impotence and moral isolation, capable only
of articulating the emptiness of their lives in a vocabulary of negative words.
These were confessions of people who did not even know anymore how to grieve for
their own sorrow. These dirges were the exact opposite of the anthemic call
to arms of rock'n'roll.
An excessive trance dazzled the acid jams of This Is Our Music (1990),
the most ambitious but also terminal leg of their "trip".
Parting ways with Wareham, the former rhythm section of Galaxie 500,
Yang and Krukowski assumed the moniker
Damon & Naomi (1) and recorded
More Sad Hits (1992), whose gentle breeze was the ideal appendix to
Galaxie 500's mission.
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I Galaxie 500 ebbero
un'importanza fondamentale nella storia del rock per aver
sublimato la canzone atmosferica e malinconica dal punto di vista non del
poeta (il Leonard Cohen o il Nick Drake) ma dal punto di vista dell'humus
culturale degli anni '80,
segnato dalla violenza della vita di strada, dalla droga, dall'AIDS.
Non a caso la loro musica e` ricca di sovratoni nostalgici: e` la nostalgia
per un'epoca dell'ottimismo, che la loro generazione non ha mai conosciuto.
Il languore della loro musica e` lo stato d'animo catalettico che e`
subentrato alla rabbia del punk-rock. E` una nevrosi cronica, che attanaglia
tutti gli eventi domestici.
L'unico limite della loro musica e` che tutte le loro canzoni non sono altro
che una ripetizione del terzo album dei Velvet Underground.
Formati a Boston da tre laureati di Harvard, Naomi Yang (basso), Dean Wareham
(chitarra e canto, neozelandese) e Damon Krukowski (batteria), i Galaxie 500
vennero alla ribalta con il singolo Tugboat (Aurora), una canzone che si
inseriva nel generale clima di revival della psichedelia, ma adottava un
sound estremamente dimesso, tutto il contrario della foga del garage-rock.
Tugboat e` fondamentalmente una litania cantata senza convinzione e
senz'impegno su un soffuso lirismo di accordi melodici strimpellati lentamente
alla chitarra mentre la batteria tiene una cadenza ipnotica, quasi raga.
Quello stile languido, ozioso e "siderale", che e` tutto il contrario del
classico rock and roll, trionfa su Today (Aurora, 1988), prodotto da Kramer.
A fare epoca e` soprattutto la filastrocca per bambini di Oblivious, che
rimarra` la loro melodia piu` celebre, ma sono piu` caratteristiche una
ballata-bisbiglio come Flowers, un inno tenero come Temperature's Rising,
l'atmosfera follemente cosmica ed onirica di It's Getting Late,
l'armonia estatica da It's A Beautiful Day di Pictures, il folkrock melodioso
di Parking Lot; tutte composizioni sospese nel nulla, atti di contemplazione
intensa, tripudi di quiete e di silenzio, testamenti di una forma di
trascendenza atea.
Qui davvero il bisbiglio psichedelico rivela la sua valenza
psicanalitica, di duale ed opposto dell'urlo espressionista, altrettanto
terribile ma, proprio perche' contenuto, ancor piu` innaturale.
Sono brani fatti di quiete esplosioni psichedeliche al ralenti`, di tessiture
tenui e luccicanti che mescolano i Pink Floyd di Set The Controls For The
Heart Of The Sun con i Television, ma depurandoli prima entrambi di ogni
residua aggressivita`.
Quello dei Galaxie 500 e` un rock anti-teatrale, l'antitesi dell'effettismo che
e` sempre stata la ragione ultima d'essere del rock, e ha come riferimenti
gruppi altrettanto subsonici come gli Opal e i Cowboy Junkies.
I testi, fitti di dettagli mondani, parlano dell'alienazione in maniera
quantitativa non qualitativa, non denunciandola ma elencandola.
Quei versi pessimisti e laconici compongono il ritratto di una psiche
fragilissima, che vibra come una ragnatela al vento.
On Fire (Rough Trade, 1989) accentua, se possibile, la
sensazione di stasi, accentua il languore degli intrecci chitarristici,
accentua il valore di anestetico esistenziale che queste ballate devono
avere per i loro autori. Se si ascoltano "voci" celebri del passato, quelle
voci sono soffocate in un'angoscia sempre meno gridata e sempre piu`
interiorizzata: cosi` Blue Thunder ha l'andamento di Femme Fatale ma
e` cosparsa di lunghi "voli" vocali di un etereo falsetto, e la nenia
malinconica di Strange fa pensare al Neil Young piu` elegiaco;
Leave The Planet e` un inno solenne alla Jefferson Airplane e
Plastic Bird un folkrock per rintocchi lisergici alla Country Joe.
La qualita` notturna della loro musica trapela in tutto il suo soffice lirismo
in Another Day (cantata da Yang), degna dei Cowboy Junkies piu` anemici,
e Decomposing Trees (sassofono jazz e fumi di nightclub).
I vocalizzi di Wareham sono ancor piu` sonnambuli e l'accompagnamento di
chitarra e` solo piu` una carezza lieve nella melodia migliore, Tell Me
(e uno dei vertici della loro carriera). Il limite di questa maniera e`
Snowstorm, una pioggia di piccoli tocchi impressionisti, con la musica
dilatata fino quasi a svanire, fino quasi a fermarsi.
Nonostante il costrutto letargico, in questo disco le melodie sono piu` forti,
anche se continua a pesare l'assenza totale di pathos. E l'opera vanta persino
il momento piu` maschio della loro carriera: nel crescendo strumentale della
lunga jam When Will You Come Home (uno degli assoli migliori di
Dean Wareham).
Ma non e` cambiata la sceneggiatura di queste composizioni:
uno scenario in cui si agitano figure umane abuliche,
anti-romantici che non sembrano in grado di provare passioni, rassegnati al
proprio isolamento morale, capaci soltanto di articolare il vuoto delle loro
vite in un vocabolario limitato di segni negativi.
Queste sono le confessioni di chi non sa neppure piu` piangere sulle proprie
disgrazie. Queste canzoni sono l'esatto opposto di una chiamata alle armi.
This Is Our Music (Rough Trade, 1990) e` al tempo stesso l'album piu`
ambizioso e quello piu` irrisolto del trio.
Talvolta il gruppo fallisce proprio perche' ha abbadonato
l'umilta` delle prime prove. I Galaxies 500 sembrano i Feelies imbottiti
di eroina in Melt Away e rasentano la parodia dei Velvet Underground nel
boogie di Fourth Of July, con tremolo chitarristico da garage.
L'opera, per quanto illuminata dalla lunga trance di Summertime,
non ha la forza di spingersi al di la` di queste mini-jam di acidrock.
Per irriducibili differenze d'opinione e di carattere
il gruppo si scioglie. Wareham dara` origine ai Luna,
mentre Damon e Naomi proseguiranno di fatto l'avventura dei Galaxie 500.
Gli album verranno riediti in un cofanetto di CD 1987-1991 (Rykodisc, 1997) e poco dopo uscira` anche il loro unico album dal vivo,
Copenhagen (Rykodisc, 1997).
Dopo l'EP Pierre Etoile,
Damon e Naomi registrano con la collaborazione di
Kramer l'album More Sad Hits (Shimmy Disc, 1992 - SubPop, 1997).
L'album esce dopo che Kramer lo ha parecchio rielaborato in studio, per cui il
produttore va di fatto considerato co-autore delle musiche, e in effetti
il lavoro di studio prevale sulla spontaneita`.
Le canzoni di questi Sonny & Cher degli anni '90 ricalcano
il sound dei Galaxie 500, dimostrando che Wareham non era il padrone
assoluto dal gruppo; semmai Robert Wyatt, e la scuola di Canterbury in
generale (una cover di Hugh Hopper a dimostrarlo), si rivelano essere il
modello di riferimento del duo. La musica e` pertanto un pelo piu` soffice
e onirica.
Il registro alto e puro di Yang, lasciato sfumare in un riverbero celestiale,
predilige paesaggi acustici. Yang l'aria innamorata di Laika e
l'ave maria di E.T.A. con piglio quasi rinascimentale, accompagnata soltanto
dallo strimpellio meccanico della chitarra
Krukowski propende invece per un folk spaesato, per favole surreali recitate
con dizione lisergica, come Little Red Record Co e soprattutto
This Car Climbed Mt Washington (gia` sull'EP).
Insieme intonano la romantica ninnananna di Information Age e il salmo
psichedelico di Once More,
e davvero sembra di veder resuscitare Sonny & Cher nell'era del noise-pop.
Nel frattempo Yang e Krukowski hanno anche dato vita ai
Magic Hour con il chitarrista Wayne Rogers.
Piu` umile, meno etereo e piu` folk, The Wondrous World (SubPop, 1995),
forte di New York City, Pyewacket, Whispering.
Il complesso lascia comunque un'eredita` importante: un nuovo modo di
esprimere l'alienazione con la musica rock, e forse anche l'espressione
musicale di una nuova forma di alienazione. Il loro desolato paesaggio morale
non ha nulla a che vedere con quello dei Velvet Underground, ma non e` meno
inquietante. Canzoni come Tugboat, Oblivious, Parking Lot, Tell Me,
Another Day, Strange hanno esplorato quel milieu in cui non esistono piu`
emozioni ma soltanto vaghi stati della mente.
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