In the tradition of the Rolling Stones and the Sex Pistols,
Guns N' Roses was a band of
psychopaths, delinquents, sex maniacs, junkies and alcoholics who liked
to show and sound what they were.
Appetite For Destruction (1987) was as harrowing an experience as
being catapulted into a dark narrow alley of the worst Los Angeles
neighborhood.
William "Axl Rose" Bailey's nasty, offensive, anti-heroic vocal acrobatics
fended off the double-guitar attack of Saul "Slash" Hudson
and Jeff "Izzy Stradlin" Isabell, who indulged in unbridled concertos of
screeching and reckless riffs. The noise, the energy, the lyrics transformed
each song into a bloody fistfight. Use Your Illusion (1991) added
artistic pretensions to the rebellious spirit of their performances,
and, in a sense, declared the band's mission impossible.
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Arroganti commentatori della desolazione urbana in un tetro stile hard-boiled
che ricorda i gialli di Chandler, i Guns N'Roses furono protagonisti
di uno dei piu` clamorosi lanci commerciali della storia dell'hard-rock.
Il loro debut album, Appetite For Destruction (Geffen, 1987),
e i due anthem da esso tratti, Welcome To The Jungle e
Sweet Child O' Mine, balzarono al primo posto delle charts.
Autentici animali psicopatici (con particolare predilezione per la violenza
sessuale, il vandalismo e l'eroina),
il cantante William "Axl Rose" Bailey (piccolo delinquente proveniente
dall'Indiana), il chitarrista Saul "Slash" Hudson (nato in Gran Bretagna),
il secondo chitarrista Jeff "Izzy Stradlin" Isabell
(nato a Lafayette, nell'Indiana),
il bassista Duff McKagan (ladro d'auto) e il batterista Steve Adler,
tutti tossicodipendenti e alcolizzati,
incarnano quanto di negativo
viene comunemente associato al rock, in palese polemica con il conformismo
delle cause umanitarie abbracciate da gran parte dei musicisti rock.
In tal modo i Guns'n'Roses diedero una nuova
voce al fatalistico tono "vissuto" che imperversa nel
rock dal tempo degli Stones e raccolsero i consensi delle frange piu`
qualunquiste e teppiste degli adolescenti californiani.
Axl Rose ne fu il portavoce con il suo anti-eroico recitar cantando, fatto di
declamazioni stridule, di miagolii alla Steve Tyler, di versi lascivi,
di crooning leggero, di dizioni esagerate da musichall, di bisbigli suadenti,
di sermoni solenni.
Il disco si apre con i fendenti sinistri di Welcome To The Jungle,
canzone da imbonitore caronteo e affresco della decadenza di Hollywood.
E` l'inizio di un maniacale calvario nelle miserie morali della "jungla"
metropolitana: lo sfrontato machismo di It's So Easy,
l'inno all'assuefazione all'eroina Mr Brownstone (una filastrocca
da music-hall su un riff alla Bo Diddley), il grido di liberta` di
Out Ta Get Me, il sarcasmo parodistico di My Michelle
(vergine pudibonda figlia di un ras della pornografia e di una eroinomane),
il vero e proprio rituale erotico di Rocket Queen (prima arrogante,
poi tenero e infine struggente),
e bolge epiche di blues-rock incandescente come Paradise City, concitato
inno a passo solenne di un condannato a morte.
In esse gli inesauribili assoli volanti di Slash iniettano
la violenza brada della vita di
strada, aprendo spesso le canzoni con rintocchi marziali.
I deliri piu` epilettici si trovano
nel thrash-punk di You're Crazy e
nel funk-boogie di Anything Goes.
L'unico momento di redenzione e` Sweet Child O' Mine, tenera serenata
alla Lady Jane.
Welcome, Paradise, Michelle e Sweet Child Of Mine si
situano fra i capolavori della frustrazione giovanile.
Allo stordente esordio hanno fatto seguire Lies (Geffen, 1988),
prevalentemente acustico, con ballate nervose e mature come
Used To Love Her, One In A Million e Patience.
Partendo dallo speed metal, e dall'ideologia ribelle dei punk, ma accettando
le armonie vocali, i ritornelli orecchiabili e i virtuosismi chitarristici
del rock californiano, i Guns N'Roses hanno riportato in auge l'etica
dell'auto-distruzione e il rock dell'oltraggio degli Stooges e degli Aerosmith,
socialmente irresponsabile, maschilista e amorale.
La fama tanto improvvisa quanto enorme dei Guns N'Roses, apripista
del rock iper-realista che dilaghera` per tutti gli anni '90 a Los Angeles,
si traduce nel successo clamoroso dell'album
Use Your Illusion (Geffen, 1991),
con oltre due milioni di copie vendute in una settimana e code di
ore davanti ai negozi di dischi.
Accompagnati dalla reputazione di razzisti e sciovinisti, ubriaconi e vandali,
drogati e mestatori, che in qualche modo ricorda le provocatorie
disavventure dei primi Rolling Stones e dei Sex Pistols, i Guns N'Roses
sono un altro esempio da manuale di carriere rock in cui si fondono
arte e vita, e di come cio` possa fungere da cassa di risonanza su scala
vastissima, per un numero elevatissimo di ragazzi.
L'album (doppio) e` un'opera monumentale, che spazzola uno scibile sconfinato.
I sei (nel frattempo si e` aggiunto il tastierista Dizzy Reed e il batterista
Steve Adler e` stato rimpiazzato con Matt Sorum, ex Cult) costituiscono
un'unita` musicale perfettamente amalgamata, diretta dal compositore Izzy
Stradlin in maniera altamente spettacolare.
Il cantante Axl Rose, il secondo chitarrista Slash (vero dominatore delle loro
scorribande strumentali, discepolo di Cheetah Chrome dei Dead Boys) e il
bassista Duff McKagan
non sono dei virtuosi, ma al tempo stesso non sbagliano un accordo; anzi "non
sprecano" un solo accordo, si avventano voracissimi su ogni nota.
Il piano boogie e il sintetizzatore orchestrale di Reed aggiungono anzi un
tocco contemporaneamente classico e ruvido agli arrangiamenti.
I generi in cui si avventurano coprono gran parte della storia del rock, e della
sua patologia:
l'"anthem" titanico da dannato (il capolavoro Right Next Door To Hell),
la ballata esistenziale dai toni oscuri (Dust 'N' Bones,
Dead Horse e soprattutto 14 Years),
la serenata melodica (Don't Cry),
il rhythm and blues sguaiato alla Stones (Bad Apples e
soprattutto Bad Obsession),
il soul-rock passionale alla Faces (Yesterdays),
l'heavy-metal scurrile ed esplosivo alla AC/DC
(Back Off Bitch e soprattutto Shotgun Blues),
intercalando diverse mutazioni del thrash (Perfect Crime, Garden Of Eden).
Anche laddove la musica affonda in brani logorroici (sono numerosi quelli,
inconcludenti, oltre gli otto minuti), ci pensa la loro dote di entertainers
smaliziatissimi a restituirle un senso, violento ed esagitato come sempre.
Tanto Double Talkin' Jive quanto Don't Damn Me vivono soltanto
dell'effetto demoniaco dell'esecuzione.
Se le qualita` terapeutiche di queste canzoni sono dubbie, la loro capacita` di
polarizzare emozioni e` ormai un'arte della suggestione a se'.
Le liriche tengono fede al loro programma di rissa continuata, fra malcelata
indisponenza e rancore proditorio, e in tal modo alimentano il mito.
Se Pretty Tied Up, sorta di innesto della struttura del raga su quella
dell'heavy-metal, costituisce l'apice armonico, vertice melodico e patetico del
disco e` la suite sinfonica November Rain,
con un altro grande assolo di Slash,
ormai in pieno kitsch (come la non meno elaborata Estranged).
Autentici ribelli e naturali musicisti il cui talento scaturisce dal retroterra
sociale (Rose, per esempio, ha alle spalle un'infanzia di abusi sessuali), i
Guns N'Roses avevano pero` raggiunto il limite estremo di instabilita`.
Stradlin, il Brian Jones della
situazione, che aveva lasciato il complesso nel mezzo delle registrazioni,
scrive allora da solo Ju Ju Hounds (Geffen, 1993).
Ma, nonostante Somebody's Knockin', si tratta di un fallimento imbarazzante.
Soltanto la prossima mossa del gruppo potra` chiarire quali fossero realmente
gli equilibri interni.
E infatti per i Guns N'Roses il precipizio non sembra avere fondo:
The Spaghetti Incident? (Geffen, 1993)
e` una raccolta di sole cover di brani punk, una specie di omaggio
(un po' ipocrita) alle loro radici. Lacrime di coccodrillo. D'altronde il gruppo
sembra ormai avere piu` chance con le cover che con gli originali.
Slash pubblica It's Five O'Clock Somewhere (Geffen, 1995), un disco
imbarazzante.
Stradlin pubblica 117 (Geffen, 1998).
Il bassista Duff McKagan e il batterista Matt Sorum formeranno
i Neurotic Outsiders (Maverick, 1996) con Steve Jones dei Sex Pistols e
John Taylor dei Duran Duran.
Pervaso dalle pulsioni di sesso e di morte a livelli di ebbrezza maniacale,
subgenitale, il loro iter artistico, lungi dall'affrancarli dalla realta`,
ne fa sempre di piu` dei candidati naturali al sacrificio propiziatorio.
Rose e Slash si dibattono stoicamente dentro la realta`,
dando l'impressione di essere rimasti intrappolati nel loro claustrofobico
mondo, nelle loro fantasie masturbatorie e nei loro complessi freudiani,
e, in definitiva, di essere
reclusi, ostaggi, di una visione apocalittica della condizione umana.
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