Page Hamilton, nativo dell'Oregon, studente laureato in musica jazz,
si era fatto le ossa negli ensemble di Glenn Branca prima di diventare il
chitarrista dei Band Of Susans.
Verso la fine del 1989 assunse
John Stanier (batteria), Henry Bogdan (basso) e Peter Mengede (chitarra,
ex New Christs) e formo` gli Helmet.
Il singolo Born Annoying/ Rumble li presento` come gli
eredi naturali delle cacofonie assordanti dei Big Black,
ma fu l'album Strap It On (Amphetamine Reptile, 1990) a trasformarli
in una sensazione.
Repetition apre l'album all'insegna di un sound brutale,
di un rumore continuo e lancinante, di un riff alla
You Really Got Me (Kinks) sparato a milioni di decibel, di un assolo da
macellaio (l'unico tipo di assolo che possa farsi udire in quell'inferno).
Sinatra, con il suo marasma di dissonanze alla Sonic Youth portate agli
estremi delle sinfonie di Glenn Branca, esprime in fondo il lato colto della loro
operazione; mentre Rude, quintessenza dell'"Helmet sound"
(canto psicotico e demenziale, riff sovrumano,
cadenza lenta e singhiozzante)
esprime la stessa estetica da una prospettiva di barbarie incolta.
La differenza fra un intellettuale e un criminale si fa molto labile
nell'universo sonoro degli Helmet.
Il caos totale di FBLA e le muraglie imponenti di Distracted e soprattutto
le dissonanze sgangherate di Murder costituiscono
i sintagmi fondamentali di questo linguaggio estremamente degradato.
Bad Moon e` la loro versione di una danza tribale, propulsa da un impeto
torrenziale, da un incedere omicida senza concedere pause.
Blacktop e Make Room sono i brani piu` "musicali", quelli in cui
e` discernibile una trama.
Il segreto di questa musica agonizzante, bruttissima, non sta in effetti tanto
nei cataclismi delle chitarre (che di fatto portano alle estreme conseguenze
le intuizioni di Prong e Sonic Youth),
quanto in un cantante che non prova neppure a cantare e in uno
dei piu` grandi batteristi in circolazione, agile e camaleontico come Tony
Williams, aggressivo e irregolare come Bill Bruford, capace di forzare un 4/4
nei metri anomali prediletti da Hamilton, un batterista che ha inventato un
nuovo stile fondato su sonorita` rimbombanti.
Quando esce Meantime (Interscope, 1992),
la maledizione dei Big Black (quella
di non poter avere discepoli) sembra colpire di nuovo:
i chitarristi Mengede e Hamilton
attenuano alquanto la frequenza delle loro distorsioni, dimostrando una volta
di piu` come l'industria discografica possa
uccidere sul nascere un caso artistico.
Rallenta il ritmo infernale, e il canto si normalizza
in brani da programmazione radiofonica come
In The Meantime (peraltro degna prosecuzione di Blacktop) e
Unsung (con il riff di Beg To Differ dei Prong),
certamente meno ostili del
primo album. Il sound e` sempre denso e cavernoso, tetro e asfissiante.
He Feels Bad e` la canzone manifesto del malessere
esistenziale da cui ha origine il loro sound brutale,
e Ironhead e` il brano che meglio esemplifica il loro erudito
contrappunto.
Perso Mengede (che forma gli Handsome) e assunto il
chitarrista ritmico Rob Echevarria (ex Rest In Pieces),
Page Hamilton prova a cambiare marcia al suo gruppo di
lupi mannari con Betty (Interscope, 1994), ma
la metamorfosi non e` granche' felice:
Biscuits For Smut (senza basso) e soprattutto Tic (colate di feedback a passo da
bulldozer) formano la barriera di potenza,
ma e` il blues apocalittico di Sam Hell (che piacerebbe a Jon Spencer)
a emergere quasi trionfale sull'oscuro magma del resto.
Il sound rimane saldamente ancorato a riff brutali da mezzo cingolato, a una
sezione ritmica gelidamente geometrica e al canto piu` monocorde della storia
della musica.
Hamilton ha tentato probabilmente di comporre non un disco ma un'erudita
lezione di grunge d'avanguardia. Due i principi su cui si fonda la sua dottrina:
la preminenza della "groove" sugli assoli (come dimostrato, per esempio, nel
power-pop di
Speechless) e l'abuso di tempi insoliti (vedi, per esempio, Vaccination).
Questo rock chitarristico, insomma, alla fine fa leva piu` sulla sezione
ritmica che sulla chitarra.
Attaccati da destra e da sinistra da emuli del calibro di Tool e Korn,
gli Helmet si rifugiano in un disco ben piu` convenzionale e melodico
dello sperimentale Betty.
Perso anche Echevarria, brevemente rimpiazzato da Chris Traynor (ex Orange 9mm),
Hamilton registra Aftertaste (Interscope, 1997) con la sola sezione
ritmica di
Henry Bogdan e John Stainer. La quale e` responsabile del loro sound nel
bene e nel male: fin dagli esordi le sue banali geometrie sono state uno
dei marchi di fabbrica del gruppo (e in questa versione e` certamente una
delle piu` noiose e prevedibili della storia del rock), ma al tempo stesso
e` responsabile di tutto cio` di originale che il gruppo ha fatto (soprattutto
su Betty), perche' l'originalita` degli Helmet si e` vista finora soltanto
nelle "groove" e nei tempi. Ad Hamilton bisogna riconoscere la coerenza con
la sua antipatia per gli assoli: la sua chitarra e` un semplice riempitivo,
un suono di sottofondo, quasi mai una voce protagonista. Le melodie sono, come
sempre, di una pochezza sconcertante.
C'e` pertanto poco da scrivere su Renovation, It's Easy To Get Bored,
Visibility, brani regali del grunge, ma privi di personalita`.
Questo e` l'equivalente heavy metal della musica da supermercato, musica
d'ambiente, musica da non ascoltare.
Le sincopi di Exactly What You Wanted costituiscono uno dei vertici
commerciali del gruppo.
Unsung ne fece degli eroi, e queste canzoni sono figlie di Unsung. Dopo
aver tentato di liberarsi dello stereotipo che aveva creato, Hamilton ha
capito di avere un futuro soltanto fintanto che quello stereotipo ha un
mercato.
Strap It On rimane una pietra miliare del rock, ma gli Helmet hanno fatto
poco per fugare l'impressione di esserci arrivati per puro caso, un po' come
Colombo scoperse l'America pensando di aver scoperto tutt'altro.
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Helmet, formed by Band Of Susans' guitarist Page Hamilton, were the undisputed leaders of New York's grunge. Strap It On (1990) defined their sound: stormy, dense and dark; a dull, continuous, torrential noise that created a manic tension.
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