- Dalla pagina su Her Space Holiday di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Testo originale di Piero Scaruffi)

Her Space Holiday e` il progetto di Marc Bianchi, compositore eccentrico di San Francisco. Il suo manifesto fu, qualche anno fa, il brillante e gelosamente indipendente Audio Astronomy (Train Bridge, 1996), il cui stile era un dream-pop alterato in maniera quasi allucinata da drum machine e loop.

Dopo un pugno di singoli non meno creativi, Bianchi ha pubblicato l'anno scorso i due volumi di The Astronauts Are Sleeping, che raccolgono "canzoni" per chitarra ed elettronica composte fra il 1996 e il 1998.

Home Is Where You Hang Yourself (Tiger Style, 2000) e` pertanto il primo album composto in maniera organica. L'opera e` ambiziosa fin dalle dimensioni: 10 brani sul primo CD e 8 remix sul secondo CD. Il piano di cui fa parte e` ancor piu` ambizioso: Bianchi ha annunciato l'intenzione di pubblicare otto dischi entro la fine dell'anno prossimo A giudicare da questo "assaggio", farebbe bene a meditare attentamente. La sua ricerca di una armonia postmoderna ha del fascino, ma troppo spesso giostra unicamente su tecniche e suoni scelti (e soprattutto sovrapposti) in maniera accorta. Le architetture sono imponenti, ma alla fin fine l'imponenza e` tutto cio` che rimane. Un po' come la Tour Eiffel.
Bianchi rappresenta una pietra miliare del rock piu` che altro perche' corona la vertiginosa progressione del "lo-fi" verso l'"hi-fi". Questi menestrelli casalinghi adesso producono arrangiamenti che farebbero invidia a Mariah Carey.
Nei momenti in cui funziona, la sua operazione si ispira allo "slo-core" di Codeine, Bedhead e ai tardi Talk Talk, con un pizzico di shoegazing alla Spiritualized per tener svegli gli ascoltatori, e naturalmente i dovuti debiti teorici verso gli esperimenti sulla forma canzone condotti negli anni '70 da Robert Fripp and Brian Eno. Bene o male che sia, quasi in ogni canzone quello stile si adagia in trance rilassate al limite della musica new age.
Ma alla fine rimane soprattutto il senso della "grandeur" di Bianchi (Sugar Water, The Doctor And The DJ), che offusca un po' le sue eccentricita` (Snakecharmer). Suona piu` sincero quando si ricollega alle radici umili dei folksinger (A Matter Of Trust, Famous To Me). Suona decisamente impersonale sul secondo disco, quando tentazioni snob gli prendono la mano, come d'altronde succede in molte (troppe) operazioni di remix.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Ambidextrous (Wichita, 2001) è il solito (noioso) album di remix.

Nel tentativo di coniare una forma di grande pop sinfonico, Bianchi prende in prestito idee da Debussy, DeFalla, Stravinsky, Hindemith piuttosto che, ad esempio, da Van Dyke Parks o Brian Wilson, per assemblano il tour de force melodico di Manic Expressive (Tiger Style, 2001). Anche se il progetto diventa sempre più intrigante, resta il fatto che, alla fine, è difficile ricordarsi qualcuna delle canzoni. Spiccano la lievemente psichedelica Hassle Free Harmony e il minuetto barocco di Lydia.

Bianchi eccede in romanticismo su The Young Machines (Mush, 2003), un album che suona o troppo etereo o troppo debole. Anche le canzoni migliori (My Girlfriend's Boyfriend, Sleepy California, Something to Do with My Hands) suonano come Mariah Carey mascherata da Kraftwerk. Non è sufficiente inondare una melodia di suoni elettronici.

Marc Bianchi fa troppo affidamento sui propri testi per le canzoni di The Past Presents The Future (Wichita, 2005). Solo a chi piacciono le sue storie può gradire la sua musica. La sua qualità cinematografica, in particolare il modo in cui arrangia le sezioni di strumenti ad arco e strumenti a fiato (Missed Medicine, The Weight of the World), è sprecata in queste profonde meditazioni incomplete (è un ossimoro, ma è il modo migliore per descrivere la tensione irritante che trasuda dall'album). Bianchi mira al poema sinfonico, all'uso ambizioso, spazioso, epico di tutti i mezzi musicali per trasmettere un messaggio complesso. Allora perché perdere tempo con delle canzoni pop?

I due EP Let's Get Quiet vol 1 (2005) e Let's Get Quiet vol 2 (2007) suonavano come degli avanzi di qualità inferiore.

Xoxo Panda & The New Kid Revival (2008) è pieno di sciocchezze e privo di nuove idee.

Her Space Holiday (2011) è stato presentato come l'ultimo album di Her Space Holiday ed è stato anche il peggiore dell'intero repertorio.

Dopo 6 anni di silenzio Her Space Holiday è tornato con l'EP Gravity (2018) ed è poi tornato in letargo.


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