Benche' le canzoni di Gardner siano piu` originali, l'atteggiamento rumoroso e
irriverente di Sparks e` piu` alla moda, e pertanto viene premiato su
Smell The Magic (SubPop, 1991). Shove, il brano-chiave, e`
cosi` una
filastrocca ironica con tanto di coretto, propulsa da un motore heavymetal.
Anche nei brani in cui e` rimasta una patina di rock and roll, come le scatenate
Fast And Frightening, Just Like Me e soprattutto
'Till The Wheels Fall Off, tutto viene sommerso dalla
violenza dell'heavymetal e da quel piglio sdegnoso.
Benche' siano tiritere arrabbiate alla Sex Pistols, con semmai una forte
influenza dei Motorhead, l'effetto e` quello di accentuare le somiglianze con
le Runaways, le loro piu` immediate predessori a Los Angeles.
In pochi punti (Deathwish) affiora invece l'umore piu` tenebroso
delle nenie depresse del punkrock.
Il loro marchio di fabbrica, comunque, e` ancora la baraonda da notte valpurgica
che riescono a mettere in pista partendo da pretesti minimi.
Bricks Are Heavy (Slash, 1992) tenta di trasformare la loro
musica in un "grunge" alla moda (e di trasformare loro nei Nirvana del foxcore),
in contrasto con le loro leggendarie esibizioni dal vivo, in cui sfoggiano
un'aggressivita` piu` ruspante; ma il loro grunge non e` mai serioso e
dottrinale
come quello dei maschietti. Altre cantilene da streghe del rock and roll
figurano su Wargasm (il loro brano piu` politico) e Mr Integrity;
ma il tono medio dell'opera e` dato dalle aberrazioni metalliche di Diet Pill
e Slide, nelle quali il gruppo riesce invece a coniare un bluesrock
frastornante, come se volessero aggiornare Born To Be Wild al grunge.
L'aspetto piu` interessante di questo stile e` quello di Scrap,
che riprende i ritornelli cadenzati, macabri e androidi dei Black Sabbath, che
e` poi lo stesso di One More Thing (scritta da Finch), uno dei vertici, sorta
di lenta e solenne danza voodoo-psichedelica.
Il capolavoro dell'album (e forse della loro carriera, e uno dei capolavori
dell'intero foxcore, e dell'intero decennio) e` comunque Pretend We're Dead,
un inno come non se ne sentivano dagli anni '60, con una melodia in
crescendo e una cadenza marziale, e testi sibillini
("when we pretend that we're dead/ they can't hear what we`ve said").
Gardner e` in ombra, Sparks e` ormai padrona del gruppo.
Il disco nel suo insieme e` pero` un dito meno spigoloso dell'esordio,
e perde cosi` un'occasione storica (quella che, per intenderci,
non hanno perso lo stesso anno le Babes in Toyland).
Hungry For Stink (Slash, 1994)
aumenta ulteriormente la reputazione del gruppo,
il cui sound non e` soltanto il piu` maschio delle foxcore, ma e` anche uno
dei piu` maturi e completi. Pur non vantando un classico della portata di
Pretend, il disco mette in mostra le loro variegate personalita` oscillando
dalla filastrocca adolescenziale di Andres al "volo" psichedelico di
Talk Box, degno della Grace Slick di White Rabbit. Lungi dal ripetersi,
soltanto in Can I Run si riascoltano le cadenze irresistibili di
Pretend We're Dead.
Il fuoco punk che accende tutta la loro musica viene alla ribalta nei
pow-wow tribali e viscerali di The Bomb e Shirley, urlati in maniera
degna delle Frightwig, e nella sfrenata invettiva di Freak Magnet, degna di
Hope Nicholls.
Le L7 sono soprattutto bravissime a "rubare" dai classici del rock per
costruire le impalcature armoniche piu` trascinanti: Stuck Here Again avanza
con il passo di Werewolves Of London (Warren Zevon),
She Has Eyes affonda nel beat e nel garage-rock, e
Fuel My Fire, la migliore del lotto, assesta un
solido pugno boogie alla ZZ Top (ma e` stata scritta con i Cosmos Psychos).
Il cimelio piu` interessante e` quello della novelty Riding With A Movie Star,
in cui si rimescolano gli assoli di Satriani, il rock and roll, il synthpop
e i poliritmi africani. Ma questo e` uno di quei casi in cui il furto diventa
arte, grande arte.
Lo spirito delle L7 e` quello del primo punk, visceralmente anti-establishment,
sarcastico, confessionale; al quale va semmai aggiunta la grinta del primo rock
and roll e un filo di nevrosi androide alla Devo.
The Beauty Process: Triple Platinum (Slash/Reprise, 1997), senza
Jennifer Finch, torna in parte al sound selvatico di Smell The Magic
in Bad Things e Must Have More, e
The Masses Are Asses e` persino punk-rock selvaggio;
ma troppo spesso rallenta in lente ballad da classifica.
Off The Wagon e Moonshine sono canzoni da party che appartengono
piu` alla tradizione dei B52's che a quella dell'heavy-metal.
Slap-Happy (Wax Tadpole, 1999) is far more substantial when it harks
back to their heavy-metal roots
(Crackpot Baby, On My Rockin' Machine,
War With You, Lackey)
than when it assimilated hip hop (Freeway) or experiments with ballads.