Luna
(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
Lunapark, 6/10
Bewitched, 7/10
Penthouse, 6/10
Pup Tent , 5/10
The Days Of Our Nights , 5.5/10
Romantica , 5.5/10
Rendezvous (2004), 5/10
Dean Wareham and Britta Phillips: L'Avventura (2003), 5/10
Dean Wareham and Britta Phillips: Back Numbers (2007), 4.5/10
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I Luna sono il complesso del cantante e chitarrista neozelandese Dean Wareham, e rappresentano meta` del programma Galaxie 500 (di cui Wareham faceva parte), la meta` meno nevrotica e piu` melodica. Del complesso fanno parte il batterista Stanley Demeski (ex Feelies) e il bassista Justin Harwood (dei Chills). Il singolo Anesthesia/ I Don't Care (No 6, 1992) mise subito in evidenza le credenziali di Wareham come autore pop.

Il suo bisbiglio conversazionale e i suoi tocchi leziosi alla chitarra spartano dominano Lunapark (Elektra, 1992), mentre la sezione ritmica si rivela al tempo stessa spartana e seducente. Nella stessa nicchia di tempo prendono forma la marziale elegia country di Hey Sister e il ritornello orecchiabile di I Can't Wait. Il disco e' soprattutto infiorettato di momenti tenerissimi, da Time a Time To Quit, in cui si sublima la tradizione angelica del folkrock. In Goodbye l'atmosfera piu' trasognata, con accordi cristallini (da arpa) della chitarra. In We're Both Confused e I Want Everything (con Kramer al piano e Grasshopper alla seconda chitarra, e un piccolo furto a Queen Jane Approximately di Bob Dylan) le armonie piu' vigorose.
Slash Your Tires e' forse (con Hey Sister) il capolavoro: il boogie leggero di Lou Reed viene sposato al contrappunto melodico di una chitarra che simula un organo surf. Il gruppo lo coadiuva validamente, con Demeski nei panni di un'elegante e geniale macchina del ritmo. Spesso la canzone s'impenna d'improvviso in un assalto collettivo, con le chitarre strimpellate all'impazzata e la ritmica quasi tribale.

Bewitched (Elektra, 1994) e' l'album della maturita' per Wareham: il passo pacato e sicuro, gli arrangiamenti impeccabili ma non barocchi, il chitarrismo d'effetto ma ancora rude, il canto sommesso ma non soffice sono tutti segni dell'incipiente saggezza. Canzoni come California e This Time Around, con il loro rock and roll pacato e i loro ritornelli tanto scorrevoli quanto epici, hanno il carisma dei classici. Piu' che mai Wareham si limita ad accarezzare soltanto la musica, lasciando cadere con nonchalance infiniti riferimenti a Lou Reed. Tiger Lily e' esemplare di queste cantilene dolcissime, al limite della ninnananna, che sembrano semplicemente bisbigliate in quel baritono trasognato, ma in realta' sono "recitate" in un'altalena sofisticatissima di registri, di inflessioni, di accenti.
Friendly Advice e' una di quelle canzoncine che cavalcano un ritmo apparentemente brioso e spensierato dietro il quale si cela in realta' un complesso barrage di chitarra e basso e uno scat vocale da cantante jazz. La sua e' un'arte di mimetismo che viene messa a fuoco anche nei delicati riverberi di feedback della title-track, contrappuntati dai tintinnii onirici dell'organo, e nelle languide ballate country Going Home e I Know You Tried (quest'ultima, maestosa, sfuma in un jamming liquido e jazzato). Non ha bisogno di nessuna alchimia strumentale invece l'esile folkrock di Great Jones Street.
Volente o nolente, Wareham si rivela geniale erede di Lou Reed, passando per il gruppo che ha inventato l'anti-emotivita' rock: i Feelies.

Wareham sceglie decisamente il pop per Penthouse (Elektra, 1995). E` un pop comunque ancora affidato alle chitarre Wareham e Sean Eden, i cui tremolo e riverbero (e persino stonature, in Sideshow By The Seashore) costituiscono gran parte degli atmosferici (per quanto subdoli) arrangiamenti. Il registro sognante di Wareham puo` scalare vette romantiche come in Moon Palace (Jane Scarpantoni al violoncello e Tom Verlaine alla terza chitarra) o immergersi in calde atmosfere domestiche come in Chinatown o bisbigliare la fiaba hawaiana di Kalamazoo. Il boogie distorto dei Velvet Underground risorge per la millesima volta in 23 Minutes in Brussels, che diventa per strada una spettacolare jam di improvvisazioni chitarristiche (di nuovo Verlaine). Freakin' And Peakin' ruba due accordi a Brown Sugar dei Rolling Stones e l'andatura al Lou Reed piu` indolente, e scimmiotta ancora i Feelies. E` emozionante come i Luna riescono a miscelare in Double Feature il recitato noir di Wareham con un trepestio alla Venus degli Shocking Blue, un trombone e un assolo surf. Il quartetto non sbaglia una canzone. Forse proprio la perfezione e` il loro unico difetto.

La fase di stanca concede anche un EP omonimo un po' inutile, (No 6, 1996), con lo strumentale Enabler, le inedite canzoni Moviegoer e It's Bringing You Down, e alcune cover, e un altrettanto inutile singolo (Trade 2, 1997) con un'altra cover e un altro strumentale, Early Morning.

Wareham registra anche Six Feet Of Chain (No 6, 1997) sotto lo pseudonimo di Cagney And Lacee, un album di cover interpretate dalla mediocre cantante (la moglie Claudia Silver).

Con Pup Tent (Elektra, 1997) Dean Wareham si lascia alle spalle il pop cupo e il fragile jamming di Penthouse a favore di un sound piu` astratto e fine a se stesso che ricorda il suo passato nei Galaxie 500. Ihop (mezzo country e mezzo ska) e` un pretesto per una jam astrusa delle chitarre e City Kitty e` un pretesto per complicare le armonie con fisarmonica e violoncello. Pup Tent e Whispers innestano le melodie su accompagnamenti scarni e inediti, in linea con il suo programma di rifondare il genere della canzone atmosferica. Forse questa volta un po' troppo intellettuale, il sound dei Luna sembra regredire al sound dei Galaxie 500. In pochi casi Wareham si lascia andare, e forse ottiene li`, con la massima umilta`, i risultati piu` suggestivi: The Creeps, in particolare, potrebbe far parte di un album di Chris Isaak. Bobby Peru e` una di quelle canzoni come California, subito accattivante, anche se l'abbiamo gia` sentita mille volte. Fuzzy Wuzzy chiude nel modo piu` strano, oscillando dalla ballata country al mantra orientale, con un arrangiamento sinfonico sovrapposto a un anemico e metodico boogie di chitarre. Le tastiere di Justin Harwood stanno piano piano conquistando un posto di rilievo. (Translation by Cinzia Russi/ Tradotto da Cinzia Russi)

On PUP TENT, Dean Wareham and his Luna bandmates leave behind the dark pop and fragile jamming of its disappointing previous album, PENTHOUSE, in favor of a more abstract sound in line with Wareham's past work in Galaxie 500. This includes incorporating a variety of new instruments and some surprising influences, such as the early '90s British pop of bands like the Charlatans (see the gorgeous "Beautiful View"). "City Kitty" works through complicated harmonies with the aid of accordion and cello, while the half-ska, half-country "Ihop" is a pretext for an obtuse guitar jam. "Pup Tent" and "Whispers" graft melodies on thin, underdeveloped accompaniment, in line with Wareham's blueprint for these kind of atmospheric songs.
But perhaps this time it's a little too intellectual, and Luna's sound seems to regress back to the days of Galaxie 500. In a few cases, Wareham lets loose with maximum humility, and things make more sense. "The Creeps," particularly, wouldn't sound out of place on a Chris Isaak album. Bobby Peru is one of those songs, like California, immediately intriguing, even though we heard it a thousand times before. But a song like "Fuzzy Wuzzy" sports a highly strange ending. It oscillates from country to an Oriental mantra, with a symphonic arrangement superimposed to an anemic, methodical guitar boogie. Justin Harwood's piano accompaniment keeps it simple, offering some semblance of relief.
Luna may have reached a point of saturation. Wareham's ideas need new vechicles of expression. While quite nobody makes pop music sound so original, his albums could become simply exercizes in testing the audience's skills in listening to original pop music. Wareham has never truly decided whether he wants to be an experimental rocker or a classical rocker. The time may have come.

Harwood also plays in Tuatara.

The Days Of Our Nights (Elektra, 1999) does not feature any major composition, but the sound has never been more atmospheric. Every second of music is carefully engineered to deliver the maximum of emotion, regardless of the artistic qualities of each song. Alternatively sounding like a gentler, older Tom Verlaine, or Built To Spill without the jamming, or a folksinger fallen in a spacetime warp, the album is quintessential Wareham attitude. Superfreaky Memories is the pop gem of this album. The sunny Dear Diary, the warm Hello Little One and the upbeat Math Wiz are close seconds. Luna is more philosophical, evil and instrumentally challenging in Seven Steps to Satan and Four Thousand Days, but Wareham is an artist of compromise, who does not even dream of pushing the envelope.

Britta Phillips joined Luna in 2000 to replace Justin Harwood, and her voice adds a sensual element to the sound of Romantica (Jetset, 2002). Slickly produced by David Fridmann (Flaming Lips, Mercury Rev), whose influence is obvious in the orchestral Black Champagne, Luna's sixth album tries to redefine the band's sound as more rock (1995) and more soul (Mermaid Eyes) and, generally speaking, more straightforward (Black Postcards and Lovedust, the two catchiest numbers). Dizzy steals the refrain from Van Halen's Jump.

The seven-tracks mini-album Close Cover Before Striking (Jetset, 2002) is a quiet addition to their canon. The problem with all these releases is that Luna was getting addicted to mellow, dreamy, serene music, to low-key melodies and transparent textures. Eventually, one feels that we are listening to the same song over and over again. It makes for great background muzak, not for an uplifting experience.

Wareham and bassist Britta Phillips also released L'Avventura (Jetset, 2003), produced by Tony Viscont and full of covers, and album of ethereal and sophisticated folk-pop ballads, and Back Numbers (2007), that repeated the same formula.

Luna's Rendezvous (Jetset, 2004) boasts some of their most evocative tracks ever (Malibu Love Nest, Broken Chair), but the slower tunes detract from what could have been the artistic comeback album.

Best Of (2006) is a compilation. Lunafied (2006) collects covers.

Luna split in 2005. Wareham and Phillips scored a movie soundtrack, and Wareham started focusing on his acting career.

(Translation by/ Tradotto da Antonio Buono)

The Days Of Our Nights (Elektra, 1999) non presenta alcuna composizione importante, ma il sound non è mai stato così atmosferico. Ogni secondo della musica è architettato con cura per trasmettere il massimo dell’emozione, indifferente alla qualità artistica delle canzoni. Suonando un po’ come un più morbido, senile Tom Verlaine, o come i Built To Spill senza il ricorso alle jam, o come un folksinger sprofondato in una deformazione spazio-temporale, l’album è la quintessenza delle pose di Wareham. Superfreaky Memories è la gemma pop della raccolta. La solare Dear Diary, la calda Hello Little One e la cadenzata Math Wiz sono passaggi a vuoto. I Luna suonano più filosofici, funesti e strumentalmente seducenti in Seven Steps to Satan e Four Thousand Days, ma Wareham è un artista di compromesso, che non si sogna nemmeno di spingersi oltre la forma.

Britta Phillips si unisce ai Luna nel 2000 al posto di Justin Harwood, e la sua voce aggiunge un pizzico di sensualità al sound di Romantica (Jetset, 2002). Astutamente prodotto da David Fridmann (Flaming Lips, Mercury Rev), la cui influenza appare ovvia nell’orchestrale Black Champagne, il sesto album dei Luna cerca di ridefinire il suono del gruppo con più rock (1995) e più soul (Mermaid Eyes), e in generale parlando in modo più schietto (Black Postcards e Lovedust, i due numeri più orecchiabili). Dizzy ruba il ritornello a Jump di Van Halen.

Il mini-album Close Cover Before Striking (Jetset, 2002), contenente sette tracce, è un leggero aggiornamento dei loro canoni. Il problema di tutte queste uscite è che i Luna cadono troppo nel vizio della musica ammorbidita, sognante e serena, nelle melodie senza contrasti e tessiture trasparenti. Alla fine, sembra di ascoltare sempre la stessa canzone.

Wareham e la bassista Britta Phillips pubblicano anche L'Avventura (Jetset, 2003), un album di eteree e sofisticate ballate folk-pop.

Rendezvous (Jetset, 2004), accreditato ai Luna, vanta alcune delle loro tracce più evocative (Malibu Love Nest, Broken Chair), ma i toni rallentati sminuiscono l’album che avrebbe potuto segnare la loro rinascita artistica.

I Luna si sciolgono nel 2005. Wareham e Phillips compongono una colonna sonora cinematografica, e Wareham inizia a concentrarsi sulla sua carriera di attore.

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