| If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. | Le Luscious Jackson (ovvero la chitarrista Gabrielle Glaser e la bassista
Jill Cunniff, a cui si sono poi aggiunte la tastierista Vivian Trimble,
educata alla musica classica, al jazz e al progressive-rock, e
l'ex batterista dei Beastie Boys, Kate Schellenbach) sono venute alla ribalta
in quanto gruppo femminile bianco di rap, una rarita'. 
Formate a New York, esordirono con il mini-album
In Search Of Manny (Grand Royal, 1992), un lavoro
 che fonde l'hip-hop degli anni '90,
la disco-music degli anni '80 e il funk degli anni '70. Il tutto viene
debitamente infarcito di eventi sonori insoliti
(il controcanto adolescenziale di Let Yourself Get Down,
il sassofono e il melisma jazz di Life Of Leisure (forse l'apice),
ai passi latineggianti della chitarra in Daughters Of The Kaos,
e proposto in maniera leggermente intellettuale
(i testi esprimono la rabbia delle ragazze metropolitane)
quanto basta per farne un "caso".
Alla fine pero' trionfa la quadriglia di Satellite, suonata da un regolare
quartetto rock con il piglio stralunato dei Feelies, che ha piu' pepe di
tutto il resto e favorisce le armonie vocali delle leader.
Cunniff e Glaser sono cantautrici mature e intelligenti, capaci di fondere le
atmosfere depresse dell'hip-hop con la sensibilita` del pop e la sensualita`
del funk.
 
E' invece una grossa delusione l'album 
Natural Ingredients (Grand Royal, 1994), 
indubbiamente forte di produzioni d'alta classe che mirano al grande pubblico
dei salotti new age, ma privo di incisivita', sterile e monotono, tutto
proteso nei gelidi meandri di un genere poliglotta che tenta di essere
sensuale e riesce ad essere soltanto un po' viscido. Abbondano le citazioni
degli anni '70 in questi arrangiamenti soffici e sofisticati che mescolano
ritmi caraibici (Angel), flauto jazz (Strongman),
sezioni d'archi sintetiche (Here) e naturalmente chitarre funky a gogo.
I brani piu' originali sono Citysong, che trasuda caldo estivo,
Deep Shag, che sprofonda in una trance mistica, e soprattutto
Pele' Merengue, un'orgia tribale con echi di giungla, gorgheggi spaziali
e versi d'armonica blues.
Rollin'  va forse considerato il manifesto del loro atteggiamento,
quello di un girl-group traslato al sound degli anni '90. 
Le Luscious Jackson tentano un revival della discomusic piu' melensa, con
tanta fantasia quanto l'originale.
 
Le ragazze si limitano ad applicare le intuizioni di un esercito di musicisti
neri, da Sly Stone ai Beastie Boys, e dimostrano una preparazione tecnica
non indifferente, soprattutto per un gruppo di funk bianco e femminile.
La loro, lungi dall'essere un'idea geniale, ha pero' il pregio di aver scoperto 
una nicchia commerciale non indifferente.
 
Gli arrangiamenti si fanno piu` sofisticati su
Fever In Fever Out (Capitol, 1996), che alle melodie soffici e
inebrianti, e quasi bubblegum, di Naked Eye e Under Your Skin
alterna le allucinazioni noir e soul di Don't Look Back e
l'agonia blues jazz di Mood Swing. Ma il disco
e` troppo languido e lezioso, sensuale e casuale, per risultare anche 
ascoltabile. L'arrangiamento lambiccato giova alla fine alle canzoni piu`
tradizionali, come la semplice Why Do I Lie (che sembra una cover di
Stairway To Heaven dei Led Zeppelin) e 
Water Your Garden.
Il funk tribale di One Thing
arriva troppo tardi per scuotere dallo stato ipnotico delle altre canzoni.
Cunniff ha gettato la maschera e si dimostra semplicemente un'altra Joni
Mitchell immersa in una morbosa auto-analisi delle sue disavventure
sentimentali (Soothe Yourself, Take A Ride).
 
Sull'album Klassics With A K (Grand Royal, 1996)
il progetto collaterale dei Kostars (Jill Cunniff e Vivian Trimble) conferma
che il gruppo si e` rassegnato a fungere da colonna sonora per il cocktail
lounge.
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