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Dopo una lunga e tormentata gavetta Linda Hopper (gia' negli OH-OK con Matthew Sweet e Linda Stipe) sembra
aver trovato la sua vera vocazione nei Magnapop,
una formazione a lungo descritta come i "nuovi Fetchin Bones", con lei
nei panni di una piu' pacata Hope Nicholls, e la chitarrista Ruthie Morris a
propellere un sound grintoso.
Il materiale dei primi tre anni, in particolare l'EP Sugarland
(Play It Again Sam, 1991), viene finalmente
pubblicato sull'album Magnapop (Play It Again Sam, 1992).
Per effetto dei riff perforanti di Morris, del chiasso altalenante della sua
chitarra, dei suoi miagolii di sottofondo, nonche' delle cadenze maliarde a
cui accompagnano il canto maschio e glaciale di Hopper (un incrocio fra Juliana
Hatfield e Nico), il folk-rock subisce mutazioni hard-rock in Garden e
Chemical, lambendo la memoria delle Go Go's (in Merry),
senza peraltro mai rinunciare a un melodismo che sa essere arioso al massimo
(Guess) e a un pathos che sa essere profondo e dimesso (13). L'aspetto
piu' suggestivo del disco e' la capacita' del gruppo di eccellere tanto
nella ballata atmosferica, che
acquista valenze altamente suggestive, quasi da film noir, in Spill It,
quanto nella canzoncina spensierata, come dimostra Favorite Writer,
un ritornello naif da anni '60, con tanto di clavicembalo.
In realta' si tratta di temibili concorrenti per i Belly.
Esce anche
l'EP Kiss My Mouth (Play It Again Sam, 1993), con Texas e
Lay It Down.
Piu' sfocato Hot Boxing (Priority, 1994), che si inserisce nella
corrente del rock eccentrico e intimista di Breeders, Belly e Blake Babies,
ma senza la forza istintiva di quei gruppi. Se Free Mud scatena il loro
ego hard-rock e Crush indulge nelle inflessioni piu` pop,
il metodo dei Magnapop trionfa nelle armonie piu' sperimentali, come quelle di
Slowly Slowly (ticchettio della chitarra e ritornello rubato a
Leader Of The Pack delle Shangri-Las) e Lay It Down (il canto
ridotto a una recitazione e la chitarra ancorata a una cadenza meccanica di
riff).
Le pose da intellettuale di Hopper giovano all'immagine di esponenti della
generazione X ("my head is a scary place" proclama in Slowly).
L'EP Fire All Your Guns At Once (Play It Again Sam, 1996) propone
arrangiamenti degni della new wave di vent'anni prima (Come On Inside)
ma soprattutto e` un esercismo per la disperazione di Hopper
(Voice Without A Sound, Down On Me).
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