Nel 1981 a Syracuse il cantante Chris Goss formo` i Masters Of Reality, che
dapprima erano un duo di chitarra ed elettronica con
Tim Harrington.
Sette anni dopo usci`
Masters Of Reality (Def American, 1988 - Delicious Vinyl, 1990),
che rivelo` al mondo il segreto di un hardrock gotico e mitologico covato in
solitudine ai margini della scena vigente. E` un sound
che amalgama Cream (Blue Garden), Led Zeppelin (John Brown), Deep Purple
(Domino) e ne deriva canzoni orecchiabili come
Candy Song e Sleep Walkin'.
A conferire al disco quel blues a meta` fra ZZ Top e Eric Clapton e` soprattutto
il chitarrismo di
Tim Harrington, vero padrone dell'opera.
Goss, una sorta di Jim Morrison in versione rurale,
non fa che fornire l'involucro "ossianico" che rende il tutto vendibile ai
fans dell'heavymetal.
Il solido batterismo di Vinnie Ludovico completa un trio degno dei loro
archetipi.
La riedizione di due anni dopo contiene anche l'ombrosa ballad
Doraldina's Prophecies (oltre a essere meglio prodotto).
La formazione non sopravvive pero` ai conflitti di personalita`.
Alla fine il chitarrista e il batterista se ne vanno per formare
i Bogeymen e il trentacinquenne Goss riorganizza i Masters Of Reality
con Daniel Rey alla chitarra e nientemeno che il nonno dei batteristi rock,
Ginger Baker. Il secondo album, Sunrise On The Sufferbus (Chrysalis,
1993), ha del tutto abbandonato le atmosfere cupe delle
origini a favore di un blues melodico da classifica. Ne risultano
gli effervescenti boogie di She Got Me e Tilt-A-Whirl e,
sul fronte piu` orecchiabile, la psichedelica 100 Years
(con mellotron alla Moody Blues) e soprattutto il gospel
The Moon In Your Pocket. Oscillando a ripetizione fra Beatles
(la serenata Jody Sings),
Creedence Clearwater Revival (l'atmosfera voodoo di J.B. Witchdance)
e Cream (il bluesrock progressivo di Ants In The Kitchen),
Goss ottiene il massimo successo discografico del revival dell'hardrock;
ma troppi brani sono infarciti fino alla noia di prelibati tocchi blues o jazz
per intenditori cavillosi.
Il canto "parlato" di Goss costituisce forse il limite maggiore di una
formazione che ha dalla sua soprattutto la classe e l'esperienza dei veterani
del bluesrock.
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