Melvins


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Gluey Porch Treatments (1987), 6.5/10
Ozma (1989), 7.5/10
Bullhead (1991) , 7/10
Eggnog , 7/10 (EP)
Lysol (1992), 7/10 (EP)
Houdini (1993), 6/10
Prick (1994), 4/10
Stoner Witch (1994), 6/10
Stag (1996), 5.5/10
Sngles 1-12 (1997), 5/10
Honky , 5/10
The Maggot (1999), 5.5/10
The Bootlicker (1999), 5.5/10
Crybaby, 5/10
Colossus Of Destiny , 5/10
Electroretard , 5/10
Hostile Ambient Takeover , 5/10
Pigs of the Roman Empire (2004), 5.5/10
A Senile Animal (2006), 5.5/10
Nude with Boots (2008), 5/10
The Bride Screamed Murder (2010), 4/10
Freak Puke (2012), 4/10
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Summary.
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The Melvins rediscovered "stoner-rock" by exaggerating Blue Cheer's and Black Sabbath's slow, heavy, dark grooves. Buzz Osbourne (vocals and guitar) Dale Crover (drums) and Matt Lukin (bass) first sketched out the idea on Gluey Porch Treatments (1987). After Lukin joined Mudhoney, Osbourne, Crover and new bassist Lori Black fully developed that idea with Ozma (1989), where songs became monoliths of ugly, repetitive, massive chords, stretched to titanic proportions; Tibetan meditation in hell. Thus their masterpieces were lengthy, monotonous, obsessive pieces, somewhere between a stream of consciousness and a slow-motion dinosaur walk: Boris, off Bullhead (1991); Charmicarmicat, off the EP Eggnog (1991); Hung Bunny, off the mini-album Lysol (1992). The trio abandoned that pathological mania on Houdini (1993) and Stoner Witch (1994), which collect "songs" and not just heavy loads of unpleasant riffs. Later, the Melvins became likely candidates to the title of most self-indulgent band in the world.


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I Melvins si formarono nel marzo del 1984 ad Aberdeen (Washington), nei pressi di Seattle e divennero presto una delle colonne vertebrali del grunge, nonche' il power-trio per eccellenza dell'hard-rock Il loro sound lento, marziale, cupo e pesante esasperava quello dei Black Sabbath in un rituale di putrefazione della musica che era parte esaltazione del brutto e parte dissoluzione allucinogena.

Buzz Osbourne (canto, chitarra), Dale Crover (batteria) e Matt Lukin (basso) registrarono una session che sarebbe stata pubblicata come Six Songs (C/Z, 1986) e poi aumentata a Eight Songs (C/Z, 1991), e poi a 26 Songs (Ipecac, 2003). Brani come Easy As It Was scorrono all'insegna di un sound catartico, che libera gli istinti primitivi di questi barbari psicotici in lente e ossessive danze rituali. Le atmosfere claustrofobiche alla Black Sabbath e l'incedere da panzer alla Kiss riducono ai minimi termini la definizione di grunge. A nobilitare e vivacizzare le loro armonie e` soprattutto la batteria di Crover, con il suo alternare tempi irregolari, pause, passi marziali, rulli epilettici.

Gluey Porch Treatments (Alchemy, 1987) fu il vero manifesto del loro stile. Il ritmo lento ed esasperante di Eye Flys, con un deliquio di feedback in crescendo, la melodia "ossianica" alla Black Sabbath e il canto vampiresco di Osborne; il passo marziale e marziano di Heavyness Of The Load; la ferocia bestiale, ma trattenuta, di As Was It; e l'andamento tutto ad effetto, fortemente gotico, di Over From Under The Excrement, ridefiniscono l'estetica drammatica della musica rock. A parte qualche residuo di "slamdance", il vero legame con l'hardcore e` dato dalla durata dei brani, quasi tutti minuscoli.
Appena terminate le registrazioni di quell'album Osbourne raggiunse la sua ragazza, la bassista Lorax Black dei Clown Alley (figlia di Shirley Temple), a San Francisco, mentre Lukin avrebbe formato i Mudhoney di li` a pochi mesi. Nel 1988 Crover si uni` a loro per dar vita alla seconda fase dei Melvins, documentata dall'album Ozma (Boner, 1989), ancor piu` essenziale e radicale nel suo rifarsi al modello originale, senza concedere il benche' minimo effettismo agli stereotipi dell'heavymetal. Forte di pugni allo stomaco come Raise A Paw, l'opera ritaglio` allo stile titanico e brontosaurico, ipnotico ed estenuante del gruppo un posto unico nel panorama del neo-hardrock. L'arroganza grossolana di Vile e la truce agonia di Revulsion sottolineano le nuove liturgie del male al ralenti` di questo trio di becchini del rock; ma il disco e` soprattutto un catalogo di riff e cadenze memorabili, lasciati per pochi terribili secondi in balia della loro folle paranoia (Let God Be Your Gardener, Dead Dressed). La lentezza del loro sound divenne leggendaria ed epitomica.

Nel frattempo erano usciti anche diversi singoli (fra cui Your Blessened, Oven, Revulsion, With Your Heart, Sweet Young Thing) che tracciavano una lenta progressione verso una maturita` sempre piu` rigorosamente ancorata al proprio dogma.

Con Bullhead (Boner, 1991) il trio raggiunge la perfezione formale, anche se sacrifica parte della propria monolitica intransigenza. Peraltro un altro classico torrenziale, Boris, domina il disco e lo consegna agli annali del genere. Il mostruoso ralenti` dei Melvins si protrae di brano in brano, pesantissimo, senza concedere tregua. Due sole le (felici) eccezioni: It's Shoved presenta finalmente una linea melodica e un riff incalzante; e l'impeto di Zodiac e` un incrocio fra rockabilly ed heavymetal. Non solo il "drumming" di Crover e` cresciuto di autorita` ed espressivita`, ma i riff tempestosi di chitarra creano tensioni esplosive (come nella coda di If I Had An Exorcism). Benche' i Melvins vogliano creare un'astrazione del sound dei Black Sabbath, in pratica riprendono la lezione dei Black Flag (periodo heavymetal di My War) e dei Killdozer.

Il coevo EP Eggnog (Boner, 1991) cambia marcia con la trascinante Antitoxidote e la selvaggia Hot Leg (con un grande assolo di chitarra); ma su tutto troneggia il lungo, lentissimo e snervante brano strumentale Charmicarmicat, che rimarra` un po' la loro We Will Fall (Stooges). Tetragoni, rocciosi, catatonici, i Melvins scolpiscono musica potente nel vuoto.

Dopo il singolo Night Goat, per rendere omaggio ai Kiss i tre membri dei Melvins (con Black sostituita temporaneamente da Joe Preston degli Earth) registrano un disco a testa. Ma il 1992 e` soprattutto l'anno di Melvins (Boner, 1992), album (che doveva intitolarsi Lysol) in cui il complesso non rinnega per nulla la propria monoliticita`, anzi la spinge a nuovi efferati vertici. Il disco, concepito come un flusso unico di musica, e` forse il meglio suonato della loro carriera. Il primo brano, Hung Bunny (undici minuti), e` un nuovo capolavoro: si apre con una sequenza di feedback di chitarra quasi immobili e con tonfi di batteria in crescendo; questa specie di deliquio psichedelico, o di minimalismo heavymetal, da` luogo a riff epici che si sdipanano con maestosita` celestiale e acquistano sostanza corporea fino a divenire trascinanti. E` il canto del cigno del loro periodo classico.

Finita l'era degli eccessi, aggiustata la mira, deciso di fare sul serio, e tornata Lorax al basso, i Melvins registrano Houdini (Atlantic, 1993). Si tratta di un disco di transizione, molto piu` equilibrato dei precedenti, che riprende l'assordante stasi allucinogena di Bullhead soltanto in Hooch e soprattutto Hag Me, due nuovi classici viscosi, mentre incespica nel pop di Set Me Straight, sperimenta con il quasi-strumentale quasi-jazz di Sky Pup, delira con il quasi-industriale di Pearl Bomb, e si chiude con un assolo di tredici minuti di Crover (Spread Eagle Beagle), dimostrando di voler uscire dalla propria angusta dimensione, di voler proiettare la propria minacciosa ombra in altri territori.

Joe Preston ha poi dato vita ai Thrones.

Prick (Amphetamine Reptile, 1994), un informe mucchio di suoni e discorsi accreditato agli Snivlem, fu il primo segno di incipiente senilita`.

Stoner Witch (Atlantic, 1994), con Mark Deutrom al basso (che aveva prodotto Ozma), s'inchina ai generi di moda, in particolare all'hard rock dei Motorhead (Sweet Willy Rollbar, Queen) e all'industrial metal dei Ministry. Il gruppo continua a sperimentare in maniera quantomeno estemporanea in Goose Freight Train,, Magic Pig Detective e nello strumentale di dieci minuti Lividity, che non appartengono al loro versante hard ma neppure a quello pop.

Stag (Atlantic, 1996) e` l'album di un demente che cambia parere ogni tre minuti su cio` che vuole diventare da grande. Messa da parte la brutalita` di un tempo, i Melvins accondiscendono a vestire i panni di persone educate nel raga-rock di Bar X The Rocking M, nel folk-rock di Black Block, persino nel blues strascicato di Cottonmouth. La scossa elettrica di The Bit e il granito funereo di Goggles e Lacrimosa lasciano soltanto trapelare qualche goccia del vecchio veleno. Dilaniati fra la tentazione commerciale e lo spirito libertario, i Melvins producono dischi che lasciano intravedere il genio luciferino dei due leader ma lo soffocano in calderoni di idee zoppicanti.

Nel 1996 i Melvins pubblicano un singolo al mese. I singoli verranno poi raccolti su Sngles 1-12 (Amphetamine Reptile, 1997). Leech (Eggone, 1998) e` un'altra (pessima) raccolta di singoli e rarita` varie.

Honky (Amphetamine Reptile, 1997) non riesce ancora a risolvere l'inconsistenza dell'ultimo periodo, ma se non altro riduce la dispersione a schizofrenia. I Melvins sono ora quelli del melodismo morboso di They All Must Be Slaughtered e Air Breather Deep In The Arms of Morphius, e ora quelli della violenza brada di Mombius Hibachi e How-++-, secondo quella che e` tutto sommato una collaudata tradizione dei gruppi di heavy metal, anche se i Melvins la rivedono a modo loro.

The Maggot (Ipecac, 1999), con il nuovo bassista Kevin Rutmanis (ex Cows), e` il primo di una serie di tre album che usciranno a tre mesi di distanza l'uno dall'altro. L'obiettivo dichiarato e` quello di rifondare l'heavy metal su basi piu` intellettuali. Il fatto e` che il loro heavy metal d'avanguardia non fa altro che mettere in pista una cadenza mastodontica e poi sovrapporle un ritmo industriale (Amazon). Alcuni brani sono quasi grindcore, altri sono maldestre sperimentazioni. Raramente (forse solo in Manky) il gruppo prova anche a fare musica.

The Bootlicker e Crybaby sono le parti successive. Bootlicker (Ipecac, 1999) e` composto di due lunghe suite, Let It All Be e Prig, di una composizione di media lunghezza, Jet Boy Flower Head, e di sei brevi brani. Let It All Be e` una specie di funky jam in sordina; Jet Boy Flower Head e` una lenta ballata alla Codeine; Prig e` in realta` due brani distinti: prima un lungo pastiche dadaista di voci e percussioni manipolati in studio fino a generare un flusso indecifrabile di suoni minacciosi; e poi una leziosa ballata acustica alla Pink Floyd. Gli altri pezzi sono ancor piu` ermetici. Alcuni sembrano colonne sonore di cerimoniali magici (Black Santa), altri semplicemente hanno un alto quoziente psichedico (Mary Lady Lobby Kins, Lone Rose Holding Now). Cosa voglia dire Buzz "King Buzzo" Osbourne con questi dischi e` un mistero.

I "nonni" del grunge (come sono stati definiti) hanno fatto della monotonia una forma di musica. La loro e` una progressione premeditata verso un suono sempre piu` astratto, sempre meno suono e sempre piu` stato mentale, tanto lento da non essere piu` intelleggibile come suono.

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The Crybaby (Ipecac, 2000) concludes the trilogy begun with The Maggot. The three albums share a passion for iconoclastic experimentation and an eclectic excursion across genres. Crybaby is a set of collaborations between the band and a few distinguished friends, yielding mainly profane covers, the lengthy psychodrama The Man With the Laughing Hand is Dead (with former Pain Teens' singer Bliss Blood) and the 15-minute moody tour de force Divorced (with Tool). The stylistic range is even broader, from country-rock ballads to acid-rock jams. from the catchy Spineless to bizarre ballads with Foetus and Faith No More's Mike Patton. The idea is fantastic, the execution is odd and uneven at best.

The most self-indulgent band of the 1990s then released Colossus Of Destiny (Ipecac, 2001), 45 minutes of electronic noises, and Electroretard (Man's Ruin, 2001), a collection of remixes and covers (albeit two of their best covers).

In the meantime, Mark Deutrom, former Melvins' bass player, released Silent Treatment (TeePee, 2001), a one-man band effort that is wildly eclectic and leans towards heavy rock. It would take a decade for Deutrom to release a follow-up, A Value Of Decay (Rock Is Hell, 2011), another wildly diverse collection that excels at doom-metal and fails when he moves away from his specialty.

Millennium Monsterwork 2000 (Ipecac, 2002) documents a live performance by Melvins and Fantomas.

With Hostile Ambient Takeover (Ipecac, 2002) the prolific Melvins finally return to their original style, and to the song format, but the project now sounds dated (Little Judas Chongo, Black Stooges, The Brain Center at Whipples Dr Geek). The 16-minute The Anti-Vermin Seed is yet another over-indulgent jam that contains two or three minutes of interesting sounds. The sinister The Fool The Meddling Idiot partially redeems the predictable turns of the other tracks.

Neither Here Nor There (Ipecac) is a book on the band that also includes a career retrospective.

Pigs of the Roman Empire (Ipecac, 2004) is a collaboration with Lustmord. Eight tracks are short and pointless, with occasional glimpses of Melvins' past glory, but sort of left unfinished. The ambient-doom 22-minute title-track is bleak and hypnotic all right, but lasts 10 minutes too long.

Never Breathe What You Can't See (Alternative Tentacles, 2004) and Sieg Howdy (Alternative Tentacles, 2005) are collaborations with Jello Biafra.

Houdini Live 2005 - A Live History Of Gluttony And Lust (Ipecac, 2006) is a live version of Houdini featuring Mr Bungle's bassist Trevor Dunn.

After so many detours, the new Melvins album, A Senile Animal (Ipecac, 2006), was a massive joke: the Melvins (Osborne, Crover and two new members) played vibrant and occasionally melodic stoner-rock and garage-rock, just like the hard-rock bands that they had buried in the 1990s.

Alas, Nude with Boots (Ipecac, 2008) confirmed that the Melvins were not joking: a brainless hard-rock revival was all that they were capable of doing in 2008. Their tribute to Led Zeppelin, The Kicking Machine, is an adequate metaphor for their last ten albums: competent but obsolete.

Chicken Switch (Ipecac, 2009) contains remixes of Melvins songs done by Eye Yamatsuka, Christoph Heemann, V/VM, John Duncan, Matmos, Lee Ranaldo, Merzbow, Panacea, Sunroof, Kawabata Makoto, etc.

Shrinebuilder (Neurot, 2009) was a supergroup consisting of Scott Kelly (Neurosis), Al Cisneros (Om, Sleep), Dale Crover (the Melvins), and Wino (Obsessed, Spirit Caravan, Saint Vitus) playing very old-fashioned doom-metal a` la Black Sabbath.

The Bride Screamed Murder (Ipecac, 2010) was the Melvins' third album with rhythm section Big Business (Coady Willis and Jared Warren) and their most unusual yet. The heavy excesses that are their trademark (mostly in Inhumanity and Death) get compensated by naive arrangements reminiscent of prog-rock of the 1970s. The longest tracks happen to be two creative covers. It sounded more like an insider's joke than a serious attempt at revitalizing their catathonic sound.

Mark Deutrom continued his solo epic with A Value Of Decay (Rock Is Hell, 2012).

The trio of Buzz Osbourne, Dale Crover and bassist Trevor Dunn of Mr Bungle recorded Freak Puke (Ipecac, 2012) calling themselves Melvins Lite. It if was an attempt to introduce new elements in a rotting sound, it failed miserably.

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