The most famous techno artist of the 1990s was Richard Melville Hall, aka Moby. His early anthems, Go (1991) and Drop A Beat (1992), were soon superseded by the ambient/new age/neoclassical/minimalist ambitions of Ambient (1993) and Everything Is Wrong (1993), a passion confirmed by Voodoo Child's The End Of Everything (1997), a collection of electronic vignettes a` la Brian Eno.
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Richard Melville Hall nacque nel 1965 a New York, crebbe
nelle comuni hippie,
milito` in diversi complessi hardcore della citta`
(Vatican Commandos, A.W.O.L.),
e infine intraprese la carriera di disc-jockey nel 1984,
ribattezzatosi "Moby" in onore del trisinonno Herman Melville.
Alla fama arrivo` con una serie di singoli pubblicati come Moby o
sotto altri pseudonimi (Barracuda, Brainstorm, Mindstorm,
UHF e Voodoo Child):
Mobility (novembre 1990), Voodoo Child
(gennaio 1991), Go (marzo 1991, il suo primo grande hit, che
mette in pista il tema scritto da Badalamenti per "Twin Peaks"),
Rock The House (aprile 1991, come Brainstorm, con anche
l'altro classico Help Me To Believe),
Drug Fits The Face (maggio 1991, come Barracuda),
UHF (ottobre 1991,
con anche l'altro classico Everything),
Drop A Beat (giugno 1992, uno dei suoi brani piu` veloci),
Next Is The E (luglio 1992), in parte raccolti su
Moby (Instinct, 1992),
Early Underground (Instinct, 1993) e
Rare (Instinct, 1996).
La scena dei rave saluto` con entusiasmo il suo techno ipnotico e vellutato,
che sembrava la versione trascendente del techno di Detroit.
Esaltando lo spirito edonistico, anti-establishment e
comunitario della controcultura rave, Moby riempi` il vuoto morale
che si era formato in quella scena. Moby fece per i rave cio` che Dylan aveva
fatto per i folksinger: si offri` alle folle nei panni
di portavoce generazionale.
Moby si affermo` come "autore" e non soltanto dj. Nessun dj prima di lui
aveva imposto uno stile tanto personale e una personalita` tanto prepotente.
La sua statura di autore venne soprattutto esaltata dall'EP
Move (Elektra, 1993), che contiene anche tracce sperimentali
come The Rain Falls And The Sky Shudders
(una vertiginosa figura minimalista al pianoforte nello stile di Terry Riley
su un marziale tango del contrabbasso)
e Unloved Symphony, oltre ai "treni" sfrenati di Move
e All That I Need Is To Be Loved,
e dall'album
Ambient (Instinct, 1993), dedicato a composizioni atmosferiche
come My Beautiful Blue Story che hanno poco a che vedere con la
selvaggia e creativa techno dei singoli.
Moby fu il primo dj del techno ad essere invitato a un festival di musica
d'avanguardia.
Quelle velleita' sperimentali sbocciarono
sul primo vero album, Everything Is Wrong (Elektra, 1993).
Le danze a rotta di collo
(come Anthem e Bring Back My Happiness) sono fredde e scontate,
mentre i momenti piu'
suggestivi sono Hymn, che origina da un incrocio fra una sonata new
age e un acquarello "ambientale" di Brian Eno,
Good Moving Over The Face Of The Waters,
che scimmiotta il minimalismo sinfonico di Philip Glass,
e le odi eteree di Into The Blue e When It's Cold I'd Like To Die,
che devono molto al soprano
angelico di Mimi Goese (Hugo Largo).
Il singolo First Cool Hive continua a solcare il territorio di
Badalamenti/Morricone, non a ritmo dirotto ma anzi con il passo dello shuffle,
lasciando fluttuare alla Enigma i vocalizzi campionanti e le melodie elettroniche.
Gli esperimenti continuarono sui singoli successivi:
Feeling So Real (1994) sfrutta un effetto "sinfonico"
di sintetizzatori arpeggiati (un po' alla OMID) per lanciarsi in un
techno iper-frenetico;
Everytime You Touch Me (1995) affonda in una
spudorata disco-music per cantante femminile, ma nondimeno sospinta da una
melodia e un contrappunto di pianoforte irresistibili.
Nel frattempo Moby si era ritirato a vita "cristiana" in una vecchia fattoria
senz'acqua o elettricita'.
Quella schizofrenia diventa il suo marchio di fabbrica e permea anche
Animal Rights (Elektra, 1996). L'album inizia con una musica
ambientale ispirata
all'adagio della musica classica del Settecento (Dead Sun).
Una serie di interludi classicheggianti come questo, dalla trance per
percussioni africane di Alone alla romantica sonata per pianoforte di
Old, dalla trepida serenata new age in lento crescendo di Living
al madrigale celtico medievale di Now I Let It Go, fino
al finale sinfonico di A Season In Hell, indorano l'opera (e basterebbero
da soli a giustificare un album a parte), ma in realta` Animal Rights
e` tutt'altro: e` l'album rock di Moby.
Someone To Love lo precipita infatti nelle bolge di Ministry,
con un riff di heavy metal sparato a tutto volume e una cadenza a mitragliatore
della batteria e un canto furibondo degno del peggior punk-rock.
Heavy Flow avanza come un panzer impazzito, aprendo voragini paurose di
riff, come se i Black Sabbath si fossero dati allo speed metal.
E di matrice Black Sabbath e` il riff colossale che scuote le fondamenta di
Face It, un lungo delirio (dodici minuti) in cui Moby vomita i suoi demoni
interiori. Nell'incedere martellante di Come On Baby si riascolta l'orgasmo
dei Led Zeppelin.
Il melodramma di Say It's All Mine si rifa` alla ballad decadente di David
Bowie con un pizzico dello squilibrio mentale di un Kim Fowley.
Moby cerca l'impatto viscerale e lo trova, piu` dei tanti complessi truculenti.
La sorpresa maggiore e` il canto di Moby, uno dei piu` potenti ed espressivi
degli ultimi anni. Il suo urlo primordiale proviene da una landa estramente
desolata dell'intelletto, laddove pulsioni esistenziali si sposano ad aneliti
metafisici. Moby grida a squarciagola, nella convinzione che nessuno lo
possa sentire. Fatto singolare per un dichiarato credente come lui.
Alla fine quasi ci si dimentica dell'altro Moby, quello che ha fatto da
parentesi per tutto il demoniaco percorso dell'album, quello capace di scolpire
melodie teneramente incantate in scenari follemente luccicanti. Il Moby di
Living e A Season In Hell e` un compositore moderno della pasta di
Philip Glass.
Moby ha anche in programma un album completamente elettronico e ambientale a
nome Voodoo Child, e, quando esce, The End Of Everything (Elektra, 1997)
si rivela una gradevole sorpresa.
Moby indovina una musica introspettiva e impressionista per sintetizzatore
che funge da ponte fra la new age e la classica. La maturita`
di questo compositore (appena 32-enne) e` anzi impressionante.
Il caldo abbraccio di questi suoni riflettono non soltanto uno spirito poetico
ma anche un abile manipolatore di generi.
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I Like To Score (Elektra, 1997) is a
rather minor offering by Richard Melville Hall, who may be trying to achieve
too many ambitious goals in too many genres. His passion and his talent for
"scoring" are well known (an improviser he never was), and these scores
(for television and cinema) are sometimes quite adventurous, embellished with
peculiar and wonderfully bizarre studio tricks. They do include a few of his
old hits (namely Go e First Cool Hive), and a new one
(the funky I Like To Score), but mostly offer a different
perspective from which to taste his art: Melville's collagistic approach to
composing as influenced by sacred western music
(Novio's choir of nuns, Grace's organ fugue).
Best of all, and probably the most compelling reason to purchase the CD, is the
concerto for pianoforte and orchestra hidden within
God Moving Over The Face Of The Water:
calm, transcendent, inspiring. His techno version of the
James Bond Theme is not up to his standards, but go
tell the crowds of fans.
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(Translation by/Tradotto da Davide Carrozza, with/con [senza nome])
Moby continua la sua altalena stilistica confezionando una
raccolta di musica composta per la televisione e il cinema:
I Like To Score (Elektra, 1997). Un'offerta minore da parte di
Richard Melville Hall, che forse sta tentando di raggiungere troppi
traguardi in troppi generi. La sua passione e il suo talento nella
"composizione" sono ben note (non è mai stato un improvvisatore) e
questa musica è a volte avventurosa, decorata con trucchi da studio
peculiari e meravigliosamente bizzarri. A parte
Go e First Cool Hive, già celebri su singolo,
e il nuovo I Like To Score,
l'arte più subdola di
Moby si manifesta nel concerto per pianoforte e orchestra di
God Moving Over The Face Of The Water (calma, trascendente ed esaltante, forse la più inoppugnabile ragione per comprare il CD) e in un paio di brani ispirati
dalla musica liturgica (il coro da convento di Novio e la fuga
per organo di Grace),
che offrono come tutti i brani una diversa prospettiva dalla quale
fruire della sua arte: l'approccio collagistico alla composizione.
La sua versione techno del James Bond Theme sgomina in discoteca; non è all'altezza dei suoi standard, ma andatelo a dire ai suoi fans.
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If Animal Rights was his rock album and
I Like To Score was his classical album, then
Play (Mute, 1999) is Moby's gospel album.
The recurring leitmotiv is the marriage of heaven and hell, i.e.
of 1990s upbeat, edonistic, high-tech, yuppie music and 1920s plaintive, rural,
simple slave music.
Archaic blues songs are the sources for Find My Baby and
Natural Blues, and slow dirges abound
(Why Does My Heart Feel So Bad).
Elsewhere Moby gives a half-hearted nod to his own techno past
(Bodyrock, Machele) and his own ambient past
(Guitar Flute & String), but his heart seems to be floating towards
new horizons.
Surprisingly it was this album, full of "pop" songs and influenced by
Fatboy Slim and Chemical Brothers, that turned Moby into a pop star.
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(Translation by/ Tradotto da Dario Ferraro)
Se Animal Rights e' stato il suo album rock e
I Like To Score il suo album classico, allora
Play (Mute, 1999) e' senza dubbio il suo album gospel.
Il leit-motiv del disco e' il matrimonio fra paradiso e inferno, fra la musica edonistica e ipertecnologica degli yuppie degli
anni 90 e la semplice musica rurale degli schiavi del 1920.
Le fonti per Find My Baby e
Natural Blues, sono degli arcaici blues rurali, e abbondano anche lenti canti funebri
(Why Does My Heart Feel So Bad).
In altri punti Moby da' una rinfrescata al suo passato techno
(Bodyrock, Machele) e ambient
(Guitar Flute & String), ma sembra che il suo cuore stia volando verso nuovi orizzonti.
Sorprendentemente fu questo l'album a farne una pop star.
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Moby enters the contest for most dated album of the year with
18 (V2, 2002),
another post-modernist assemblage of blues and gospel quotations
(such as In My Heart) brought together via a parade of guest vocalists
(notably Sinead O'Connor) plus assorted homages to popular styles of the times
(the atmospheric ballad Great Escape, the hip-hop Jam for the Ladies,
the soul whine of At Least We Tried,
the dub trance of Another Woman,
the disco-pop of Harbour,
and a parody of himself in We Are All Made Of Stars).
Baby Monkey (Mute, 2004), credited to Voodoo Child, is a traditional
dance album.
Hotel (V2, 2005) is a shy attempt at copying synth-pop of the 1980s.
The bonus disc of ambient instrumentals is simply embarrassing.
Few musicians have fallen so fast so low.
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(Translation by/Tradotto da Davide Carrozza)
Moby gareggia per l'album più datato dell'anno con 18 (V2, 2002), un altro assemblaggio postmoderno di citazioni blues e gospel (come In My Heart) portati assieme mediante una parata di cantanti ospiti
(soprattutto Sinead O'Connor) più omaggi assortiti agli stili popolari dei tempi
(la ballata atmosferica Great Escape, la hip-hop Jam for the Ladies,
il gemito soul di At Least We Tried,
il trance dub di Another Woman, il disco-pop di Harbour, e una parodia di se stesso in We Are All Made Of Stars).
Baby Monkey (Mute, 2004), accreditato a Voodoo Child, è un album dance tradizionale.
Hotel (V2, 2005) è un timido tentativo di copiare il synth-pop
degli anni '80. Il bonus disc di strumentali ambient è semplicemente
imbarazzante.
Pochi musicisti sono caduti così in basso così rapidamente.
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Moby's artistic collapse continued on Last Night (Mute, 2008), despite
the vain attempt to recapture the style and magic of
Everything Is Wrong, which happened way too rarely
(Disco Lies, The Stars, and especially Everyday It's 1989) .
A simpler, intimate and elegant style permeates Wait For Me (2009),
a sort of bedroom
album that dispensed with the spectacular tricks he had pioneered.
Barricaded behind the same solipsistic narcissism,
Destroyed (2011) boasted at least two slightly ambitious suites,
The Violent Bear It Away and Lacrimae.
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(Translation by/ Tradotto da Antonio Saluzzi)
Il crollo artistico di Moby continuò in Last Night (Mute, 2008), nonostante il
vano tentativo di recuperare lo stile e la magia di Everything Is Wrong, cosa che accade troppo raramente nel disco (Disco Lies, The Stars, e soprattutto Everyday
It's 1989).
Uno stile più semplice, intimo ed elegante
permea Wait For Me (2009), una sorta
di album da camera da letto che ha rinunciato ai trucchi spettacolari di cui
l’artista era stato pioniere.
Barricato dietro lo stesso narcisismo
solipsistico, Destroyed (2011)
vantava almeno due suite leggermente ambiziose, The Violent Bear It Away e Lacrimae.
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