Steel Pole Bath Tub
(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
Butterfly Love , 7/10
Lurch , 7/10
Tulip , 7/10
The Miracle Of Sound In Motion , 6/10
Scars From Falling Down, 6/10
Duh: Blow Hard , 6/10
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Gli Steel Pole Bath Tub si formarono a Bozeman (Montana), ma si trasferirono a prima a Seattle e poi a San Francisco. Fu qui che Mike Morasky (chitarra e canto), Dale Flattum (basso e canto) e Darren Mor-X (batteria), ispirandosi all'opera del loro conterraneo Steve Albini, diedero vita a una delle carriere piu` importanti del rock alternativo degli anni '90.

Butterfly Love (Boner, 1989) presenta il loro sound abrasivo e psicologico, al confine fra psichedelia, punkrock e heavymetal. Le loro liriche sono slogan disperati, che vengono vomitati su riff terribili come quello di Time To Die. I loro ritmi sono cadenze travolgenti che consumano oscuri rituali interiori, come in Hey Bo Diddley e in Thru The Windshield Of Love, un possente boogie di marca sudista. La tradizione psichedelica viene a galla in brani come Welcome Aboard It's True, per tribalismo estenuante, vocalizzi dilatati e feedback caotici. Fondendo queste premesse, un canto rauco libidinoso, linee di basso omicide e distorsioni supersoniche di chitarra dilaniano lo psicodramma Heaven On Dirt, forse il vero testamento spirituale di questo disco, un potente affresco di desolazione urbana e di dolore personale. Il satori del disco, il baccanale piu` perverso (con le liriche "Life is no romance/ and love isn't a flower/ Live to fuck/ and fuck for hours") e` probabilmente Bee Sting, una canzone concitatissima, corredata di scampanellii scordati alla Sonic Youth e con un finale di raccapriccianti effetti sonori. I riff affilati e le ritmiche cupe ricordano il grunge, ma i ritmi ferocemente sconclusionati e l'impatto veramente hardcore derivano semmai dalla scuola del Midwest.
I Am Sam I Am e` il tipico anthem rabbioso e sgolato del punkrock di trincea. Con Swerve il gruppo prova infine a immergersi nel power-pop piu` convenzionale.
Butterfly Love e` di fatto un concept dedicato ai traumi degli adolescenti di provincia e infarcito di ottusi omaggi alla sottocultura televisiva dei decenni passati (vedi la copertina del disco e i campionamenti dedicati a una popolare soap opera). Non e` parodia, purtroppo, ma iper-realismo.

L'EP Lurch (Boner, 1990) e` un disco ancor piu` sperimentale ancor piu` cupo. Si apre con i versi "Just went back and got the razor blade/ closed my eyes and sliced", che impostano l'umore dell'opera. Il gruppo e` all'apice delle sue capacita` scenografiche: nell'arco di otto minuti Christina passa dall'hardrock marziale e truculento dei Black Sabbath alle progressioni androidi dei Chrome, dalle atmosfere gotiche del post-punk inglese alle melodie psicotiche della psichedelia. Ancor piu` disarticolata, quasi free-jazz, Lime Away e` introdotta da fuzz minacciosi di basso e da accordi spaziali di chitarra alla Dinosaur Jr, ma si lancia subito in un urlo disperato/epico alla Psychedelic Furs.

Dopo il singolo Arizona Garbage Truck, uno dei loro vertici psichedelici, esce l'album Tulip (Boner, 1990), l'opera della maturita`. Le armonie si avvalgono di cacofonie, campionamenti e dissonanze, che vengono stratificati in maniera da creare atmosfere ossessivamente claustrofobiche. Al tempo stesso il gruppo recupera il formato della canzone rock, anche se e` soltanto un contenitore, un modo come un altro di disciplinare la loro fantasia creativa. Mercurchrome e Pirate 5 coniano di fatto un genere di "hardrock industriale", truce e virulento, grezzo e martellante, rumoroso ed asmatico, dall'andamento imprevedibile, ma all'interno del quale emerge sempre un ritornello, non importa quanto sfigurato. Scarlet raffina l'arte dei loro psicodrammi portandola nell'ambito di un bluesrock "hendrixiano". L'elemento unificante del disco e` in realta` il tribalismo concitato introdotto all'inizio da Soul Cannon, che ricorre di continuo come un leitmotiv, lambendo talvolta (Quark) i trascinanti e depravati boogie degli Stooges fino a rendere esplicito omaggio al loro santo protettore, Bo Diddley, in Wonders Of Dust. Le manipolazione dei nastri si sono perfettamente amalgamate in un sound che non ha nulla di esibizionista o intellettuale, che e` anzi la quintessenza della selvatichezza e della ferocia.
Il gruppo prende sul serio la propria propensione per la musica nera, tanto che incorpora un'armonica blues in Wonders Of Dust e un sassofono bop in Myrna Lady. Dal caos i tre riescono ad estrarre una struttura perfettamente coerente. Dalla brutalita`, e dal culto della brutalita`, riescono a secernere poesia.

Nel frattempo Morasky fa parte anche del collettivo Duh, dei quali esce l'album Blow Hard (Boner, 1991) Flattum a sua volta suona nel combo free-jazz Murder. Morasky e Flattum, infine, sono attivi anche nei Milk Cult del dj CC Nova. Tutti e tre gli SPBT figurano anche nei Tumor Circus di Jello Biafra.

Il singolo Bozeman, un concitato hardcore che e` un omaggio alla loro citta` natale, annovera anche l'heavymetal "cingolato" di Borstal. The Miracle Of Sound In Motion (Boner, 1993) continua la progressione verso una musica sempre sperimentale ma meno arcigna, sempre erudita ma meno sgradevole. Pezzi come Pseudoephedrine Hydrochloride hanno una loro logica, uno svolgimento razionale e un'identita` ben precisa; il che' rappresenta quasi una rivoluzione rispetto al caos armonico del repertorio precedente.
Piu` che rinunciare ai metodi compositivi delle origini, gli SPBT li piegano ad esigenze diverse: non lo shock terapeutico, ma una nuova forma di canzone. Train To Miami conia in effetti una nuova variazione sulla forma-canzone, piu` prossima alle radici del rock che alla sperimentazione moderna: un blues ferroviario propulso da un tam-tam di grancassa e basso, con il ritornello puntellato da schitarrate stridule e con un intermezzo di rumori caotici. Analogamente la carica sgangherata di Thumbnail, che ruba il riff e l'andamento a Lucifer Sam dei Pink Floyd (e i primi Pink Floyd sembrano in effetti esercitare ora una certa influenza). Magistrale l'intersezione fra grunge e industriale di Carbon che riesce a usare le sonorita` piu` estreme di entrambi i generi in un contesto melodico. Maestri nel deturpare qualsiasi armonia con i loro bruttissimi nastri, gli Steel Pole Bath Tub sono arrangiatori demenziali e apocalittici.

L'EP Some Cocktail Suggestions (Boner, 1994) consegna al vinile altri sei brani rimasti esclusi dall'album.

Ogni canzone di Scars From Falling Down (Slash, 1995) e' una cascata di riff malefici, ritmi sinistri, liriche ultradepresse, campionamenti cacofonici. Un rombo ossessivo domina dall'inizio alla fine questo lungo cerimoniale di autodistruzione. Toglie qualsiasi speranza subito all'inizio la cadenza tribale di The 500 Club, solcata da riff subsonici e supergrunge. L'urlo di Population si fa largo in un'orgia di distorsioni, mentre il bisbiglio di This Conversation accompagna un incedere moribondo, quasi raga. In questo stile molto poco virile di litania squilibrata il complesso prosegue fino alla fine, con poche eccezioni Home Is A Rope e' una ballad sprezzante all'incrocio fra Stooges, Helios Creed e un complesso di boogie sudista e Kansas City procede a mitragliate, nonostante il canto sia una cantilena in trance (non so giustificarlo, ma mi vengono in mente i Cream). Quando (in Twist) il trio prova uno stile di esecuzione piu' vivace e controllato, ne viene fuori una buffa imitazione dei complessini psichedelici degli anni '60. Il cerimoniale va in gloria con il baccanale demenziale di Friday, che ripete all'infinito i versetti del suo salmo hare krishna. L'uso dei campionamenti e' come sempre accortissimo; pochi lo fanno con lo spirito teatrale con cui lo fa Morasky. Quelle di Morasky sono flash di memoria, allucinazioni, cupe premonizioni, Il primo album per una major e' anche l'album piu' disperato del gruppo. Nessuno potra' criticarli per la mancanza di coraggio.

Unlistenable (Zero To One, 2002), registrato nel 1996 a casa di Mike Morasky, vedra` la luce soltanto sei anni dopo.

Unlistenable (Zero To One, 2003)

La saga del gruppo e` di fatto continuata con i Milk Cult.

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