Summary.
Mac McCaughan's Superchunk resurrected the original spirit of punk-rock, but without the negative overtones (the Ramones rather than the Sex Pistols). The exuberant mood of their second album, No Pocky For Kitty (1991), was almost the anti-thesis of hardcore.
Mac McCaughan's alter-ego, Portastatic, originally formed to vent the more introspective side of his art, eventually merged with Superchunk's punk-pop, and possibly obscured it, on The Summer of the Shark (2003) and Bright Ideas (2005).
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I Superchunk si sono affermati come i Cheaptrick della North Carolina, i piu'
accessibili e gioviali del nuovo corso, riuscendo anche a recuperare il piglio
"anthemico" che il punk-rock aveva perso dopo il 1977.
Pochi gruppi hanno rappresentano un faro (musicale e morale)
per la loro generazione come loro.
Mac McCaughan (canto e chitarra) e Laura Ballance (basso) formarono i
Superchunk a Chapel Hill (North Carolina).
Nel dicembre del 1989 usci' il primo singolo, con la melodia psichedelica di
What Do I (Merge) e l'epica, trascinante ed abrasiva My Noise
(il loro primo capolavoro).
Nel maggio dell'anno dopo il nuovo singolo Slack Motherfucker
riscopriva invece, a sorpresa, l'impulso galvanizzante del primo punkrock.
Le canzoni di Superchunk (Matador, 1990) costituiscono
un tributo continuato all'energia vitale degli adolescenti, ma sono viziate
dal nervosismo della loro era.
Il registro prepuberale del canto e gli accompagnamenti strumentali un po'
approssimativi ne fanno l'antitesi del rock melodico da classifica.
Gli intermezzi strumentali solennemente fuori tempo e scordati aggiungono
al piacere dei ritornelli orecchiabili di Sick To Move e Swinging
il rozzo fascino dell'approssimativo.
Sonorita' hardrock, lancinanti e telluriche, degne dei primi singoli, si
riascoltano in Let It Go e nel gran finale boogie di Not Tomorrow.
I Buzzcocks sono gli ispiratori morali del singolo Cool e del suo
retro Fishing, nonche' dei successivi
Breadman (Matador), il suo retro Cast Iron, e Seed Toss
(Merge).
La crescita artistica del gruppo culmina con
No Pocky For Kitty (Matador, 1991).
Ritmi rocciosi e baccano chitarristico non riescono a occultare le
qualita` melodiche di
Skip Steps 1 & 3 e Tie A Rope To The Back Of The
Bus.
Il ritornello e` sfacciatamente in primo piano in
Cast Iron, Punch Me Harder.
Al margine delle due direttrici i riff stordenti quasi grunge di Tower e un
filo di pathos alla Replacements in Throwing Things.
Il ritornello Merseybeat di Mower,
la fiera elettricita' della ballad On The Mouth,
la solenne baraonda di Cadmium (per via di una
filastrocca naif della chitarra e di un baccano cadenzato che creano
un'atmosfera psicotica),
di The Question Is How Fast
e Forged It
continuano la serie dei singoli che ne fanno un piccolo mito dei college.
On The Mouth (Matador, 1992) e` l'album meglio prodotto fino
a quel momento. Nonostante le sonorita` piu` professionali, le canzoni non
sono sempre all'altezza del passato
(Precision Auto e Package Thief). Troppa rumorosa New Low,
troppo lagnosa From The Curve: i Superchunk finiscono per rifugiarsi
nella lunga Swallow That, fra Tom Petty e gli Stooges di
I Will Fall.
Anche i singoli Ribbon del 1993 e First Part del 1994 sono un
po' deludenti. McCaughan sta crescendo come uomo e non riesce piu` ad essere
lo stesso musicista adolescenziale.
Foolish (Merge, 1994), il suo apice melodrammatico (in pratica un
concept autobiografico in seguito alla separazione dalla sua ragazza),
da` definitivamente l'addio al punk-pop dei
dei Ramones (Why Do You Have To Put A Date On Everything) e al mod-rock
degli Who
(Without Blinking, sulla falsariga di Substitute), e
annuncia l'arrivo di un nuovo cantautore proletario
(Driveway To Driveway e Keeping Track)
in un tono fatalista che fa pensare sempre piu' a Petty.
Like A Fool, lento ed anemico alla Codeine, e Water Wings, venata di
acidrock, aprono nuovi fronti, ma il forte del gruppo, a ben guardare, non e'
mai stato un genere specifico bensi' il modo in cui lo interpretano,
il modo in cui suonano partiture rock and roll ispide, sgangherate
e puerili;
come dimostrano tutte le loro code strumentali e l'intera Saving My Ticket.
Incidental Music (Merge, 1995) raccoglie un po' di singoli, qualche brano
comparso su compilation (Baxter, Invitation, Night Of Chill Blue)
e alcune cover inedite. In pratica complementa
l'antologia di quattro anni prima, Tossing Seeds. L'album si apre con il
brano che i Superchunk hanno regalato alla colonna sonora del film dei Jerky
Boys, Shallow End, un saggio della loro maturita' (qualche dissonanza
martellante di chitarra alla Sonic Youth in mezzo a rintocchi di folkrock e un
ritornello urlato a squarciagola come loro standard).
Il grosso (qualitativamente parlando) e' composto dai singoli del 1992, quelli
della stagione piu' estroversa (da Mower fino a Ribbon).
Nel frattempo McCaughan ha avviato una carriera parallela con lo pseudonimo di
Portastatic, sostanzialmente un'iniziativa solista in cui si fa accompagnare
da amici degli altri gruppi locali.
Il singolo Starter (18 Wheeler), l'EP Naked Pilseners (Matador)
e l'album I Hope Your Heart Is Not Brittle (Merge, 1994) tentano di
mimetizzare la sua contorta personalita'
dietro il powerpop disinvolto di Polaroid e Silver Screw.
Il suo istinto lamentoso viene comunque a galla in Gutter o quando
salmodia l'ode al consumismo di Beer And Chocolate Bars, o nell'arazzo
ipnotico di Naked Pilseners.
Portastatic non e` per nulla inferiore al progetto principale.
Dopo San Andreas (Esther) e Guessing (18 Wheeler) e` uscito
l'EP Scrapbook (Merge, 1995), con due canzoni molto meglio arrangiate
come Why Pinch Yourself e A Bear That Chokes.
Sull'album
Slow Note From A Sinking Ship (Merge, 1995) viene definitivamente fuori l'alter ego
solenne e ottimista del cantante, che sembra cercare uno sfogo catartico fuori
dalla depressione frenetica dei Superchunk. Il sintetizzatore aggiunge in
tocco noir a When You Crashed.
Slow Note ha tutti i pregi
e i difetti delle opere molto personali: trabocca
di sincerita' e passione, ma perde molto in mordente e armonia. I collaboratori
occasionali raramente raggiungono la stessa compattezza di un complesso
regolare. L'arrangiamento e' comunque molto piu' professionale dell'album
precedente, che era forse davvero un po' troppo "lo-fi". Le confessioni di
questo genere (tono dimesso, arrangiamenti spartani, piglio un po' folle)
trovano raramente la forza di reggere per un disco intero, e Slow Note
non fa eccezione: tutto il meglio si trova nei primi venti minuti.
Il cantante salmodia in uno stile vagamente country psichedelico l'elegia di
When You Crashed, pennella una vignetta adolescenziale alla Jonathan
Richman (ma con il suo caratteristico melodismo Merseybeat) come
Skinny Glasses Girl, intona come il Dylan piu' solenne e maestoso
un'inno religioso (con tanto di organo) come Taking You With Me.
San Andreas e' il brano piu' punkpop, piu' vicino ai Superchunk.
La bonus track e' un pezzo di dieci minuti di pura avanguardia
elettronica a ritmo di giostra della fiera. Ad alcuni piacera' piu' quella
del resto.
E' subito la volta del quinto album dei Superchunk:
Here Where The Strings Come In (Merge, 1995).
Se il precedente, Foolish, aveva cambiato le carte in tavola, presentando
un gruppo maturo, capace di tenere la lunghezza dell'intero album, invece
che limitato alla preziosita' di questa o quella canzone, il nuovo album regala
ancor meno motivi memorabili (certamente il singolo Hyper Enough,
uno dei piu' gettonati nei college, e Yeah It's Beautiful Here Too,
nello stile esuberante che li rese celebri), ma una media ancor piu` elevata.
Il problema e' che quando il gruppo si prende sul serio riesce spesso
(vedi Sunshine State) ad essere semplicemente noioso,
e per i Superchunk questo dovrebbe essere anatema. L'unica eccezione e'
Certain Stars, gran finale mezzo thrash e mezzo psichedelico.
Un avvertimento: il cantautore adulto sta stretto nel falsetto adolescenziale
di Mac.
Indoor Living (Merge, 1997) segna la definitiva adesione dei Superchunk
agli standard del rock melodico. Mac McCaughan deve aver deciso che sono passati
i tempi della creativita` indipendente. E, se i "lenti" (da Unbelievable
Things a Song For Marion Brown) fanno un po' sbadigliare, le piu`
briose (Burn Last Sunday e Popular Music) avrebbero diverse frecce
al loro arco se solo fossero arrangiate decentemente.
L'armonia sbilenca di No Bruises e la cadenza sincopata di
European Medicine, e forse piu` ancora il divertimento conclusivo di
Martinis On The Roof, un singolare connubio fra Rolling Stones e David
Bowie, rimediano un po' alla mediocrita` generale.
Watery Hands e` il singolo.
Il mito dei Superchunk e` in gran parte il mito di un artista testardamente
indipendente. La qualita` della sua arte lascia a desiderare
(la voce e la chitarra di McCaughan sono estremamente limitate, per cui tutte
le canzoni si assomigliano), ma l'influenza esercitata dalla sua opera
su una generazione di musicisti indipendenti e` enorme.
Nessuno dei suoi dischi terra` al tempo, neppure il
No Pocky For Kitty da molti considerato il loro capolavoro.
Le sonorita` erano volutamente distorte e deformate, ma purtroppo anche dietro
le "pose" c'era davvero poca musica.
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