I Walt Mink sono il progetto del cantante e chitarrista
John Kimbrough, uno strano e straordinario ibrido di chitarrismo supersonico
(Hendrix, Page, Gibbons, Vaughan) e di canto stralunato
(nasale, bambinesco, sonnolento, quasi come Geddy Lee dei Rush).
Il trio, formato nel 1988 a St Paul (Minnesota), comprende anche
il basso funk-jazz di Candice Belanoff e la batteria funambolica di Joey
Waronker.
I Walt Mink esordiscono nel 1991 con il singolo Croton-Harmon,
lasciando una fuggevole impressione di emuli degli ZZ Top.
L'album Miss Happiness (Caroline, 1992) chiarisce meglio le loro
ambizioni, che consistono in un'agile miscela di hard-rock, power-pop e
thrash-metal, come i Cream e i Led Zeppelin nei loro momenti piu` "progressivi",
colorati da ritornelli pop e da ritmi funk. Fra i brani svettano
Miss Happiness
(aperta da scudisciate funk-metal e poi condotta lungo tortuosi
sentieri di pop psichedelico),
Twinkle And Shine (altrettanto nervosa e
melodica, anzi quasi folk),
Love You Better,
Quiet Time.
Il loro e` un power-trio rude e assordante, ma le stoccate heavy-metal della
chitarra sono bilanciate da una sezione ritmica spettacolare, che non lesina
controtempi da progressive-rock, poliritmi jazzati e i contrappunti piu`
articolati. Il fatto curioso e` che tutto cio` serve a sostenere ritornelli
elementary.
Bareback Ride (Caroline, 1993) estende, se possibile, l'arcobaleno di
sonorita`, lambendo l'hardcore in Zero Day, il funk in Disappear, il
folk in Tree In Orange, il powerpop in Subway, ma eccellendo ancora nelle
revisitazioni dell'hardrock, ovvero Turn e Shine.
Trasferitisi a New York e assunto il nuovo batterista Orestes Morfin (ex Bitch
Magnet), i Walt Mink deviano decisamente verso il sound da classifica con
El Producto (Atlantic, 1996).
Nei panni degli
Smashing Pumpkins di provincia hanno smalto
e umilta`, ma l'opera non riesce a spingersi oltre il discreto epigonismo di
Stood Up e Everything Worthwhile.
Il talento punk-pop viene fuori in
Overgrown (con inflessioni alla Led Zeppelin) e Little Sister (un tocco
di speed-metal), quello psichedelico affonda in Betty e Sunshine M.,
e quello folk prende quota in #246, Settled e nel finale di
Love In The Dakota. Troppo confuso e pasticciato, il disco serve soltanto
a immettere i Walt Mink nell'autostrada dei gruppi da classifica.
Colossus (Deep Elm, 1997) consacra la maturazione di John Kimbrough come
chitarrista, ma non dimostra particolare genio nella composizione delle canzoni.
Brave Beyond The Call e` forse la piu` vivace.
Lost In The World ha qualche tic psichedelico.
She Can Smile e Lovely Arrhythmia sono le piu` pop.
La chitarra fa acrobazie da capogiro, ma in un paesaggio discretamente noioso.
Di tutti i gruppi che si rifanno all'hardrock degli anni '70, i Walt Mink
sono probabilmente gli unici a migliorare il modello originale, a introdurre un
elevato quoziente d'innovazione.
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