- Dalla pagina sugli Add N To (X) di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Gli Add N To (X), formatisi nel 1994, consistono in un terzetto di musicisti inglesi (Barry Smith, Ann Shenton e Steve Clayton) che suona principalmente tastiere analogiche, a cui si aggiungono occasionalmente vocoder o drum machine.
Vero Electronics (Mute, 1996) è stato l'album con cui hanno debuttato.
Gli Add N To (X) appaiono in splendida forma su
On the Wires of Our Nerves (Mute, 1998).
La musica consiste in ritmi fantasiosi e rumori ed
evoca una cupa, claustrofobica, teutonica visione di mostri meccanici impazziti.
Gli squilli, i brevi suoni intermittenti, gli scricchiolii e le grida acute sono emessi con
furia rabbiosa e fredda determinazione. Un tale retro-futurismo punk
ha un debito verso molti
complessi rock e pseudo-rock: Mother Mallards, Tangerine Dream, Suicide,
Cabaret Voltaire, Kraftwerk e, più recentemente, Atari Teenage Riot.
L'album si apre con un videogame come We Are Add N To X che suona come
un tributo ai Devo.
Murmur One è la suite industriale per eccellenza, tutta esplosioni metalliche, macchine martellanti, balletti robotici e interferenze radio, i primi Cabaret Voltaire e Human League. Grey Body parte da lì e atterra in un territorio ancora più sperimentale, con ritmi che appartengono alla generazione dei videogiochi piuttosto che all'ambiente della classe operaia di Sheffield.
Orgy Of Bubastus fa riferimento alle vignette dadaiste di Brian Eno e alle locomotive "eurodisco" di Giorgio Moroder. La melodia appare in Sound of Accelerating Concrete: una chitarra e un sintetizzatore intrecciano i loro temi melodici l'uno sull'altro prima di essere spazzati via da percussioni elettroniche tribali e poliritmiche (un altro sintetizzatore che urla come una chitarra rock distorta). On the Wires Of Our Nerves riporta alla mente i ricordi della pionieristica Tonto's Expanding Head Band. Sono queste le tracce “concettuali”, che gettano le fonti e le basi per l'arte della band.
Alcuni brani sono riconoscibili come "canzoni rock" più o meno convenzionali, anche se ancora diluiti in un mare di effetti sonori. Il riff di chitarra dell'hard-rock emerge in Black Regent, che suona come Jimi Hendrix alla guida degli Allman Brothers e trasmesso su un canale sporco. King Wasp è addirittura blues, una variazione techno di I'm A Kingbee di Slim Harpo (completa di vecchi suoni statici in vinile). Hit Me potrebbe essere la hit, un ritornello accattivante (canticchiato da un sintetizzatore), un coro, il botta e risposta, il ritmo concitato e tutto il resto. Su Sir Ape la loro batteria di tastiere analogiche interpreta ruoli diversi allo stesso tempo: l'assolo di chitarra dell'heavy metal, la batteria potente del punk-rock, le urla del rhythm and blues. Questo album riassume gran parte della storia degli strumenti elettronici. La cultura accademica e quella di strada non sono mai state così vicine.
Questa non è elettronica, proprio come la musica dei Led Zeppelin non era blues. Hanno scoperto una nuova dimensione dell’elettronica, più ruvida e profonda, proprio come i Led Zeppelin avevano scoperto una nuova dimensione, più ruvida e profonda, del blues. Hanno scoperto l'"hard elettronica" proprio come i Led Zeppelin avevano scoperto l'"hard rock".
Con queste premesse non sorprende che l'album successivo venga
intitolato Avant Hard (Mute, 1999). Il titolo non
è comunque appropriato: un po' più levigato e accessibile,
Avant Hard mette da parte i suoni poco accomodanti dell'album
precedente a favore di una più matura fusione armonica di toni e trame
sonore. Barry 7's Contraption e Steve's Going To Teach Himself
Who's Boss potrebbero essere alcune delle vaudevilles elettroniche
di Todd Rundgren. Revenge Of The Black Regent è un elevato
poema sinfonico, qualcosa tra la musica classica, la musica da cerimonia
militare, le colonne sonore di Morricone e i Procol Harum. Oh Yeah
Oh No può vantare un sussurro femminile dotato della tranquilla
beatitudine delle cantilene degli Stereolab,
una tromba jazzy e un drumming veemente. Le ultime due canzoni sono
esperimenti negli esperimenti, dal momento in cui ampliano gli orizzonti
della band e mostrano nuove sfumature del loro metodo.
La suite lunga 10 minuti Machine Is Bored With Loved continua da
qui ed è un manifesto del genere: un sibilo carico di atmosfera
è inghiottito da un buco nero sonoro.
Altrove, la band resuscita il formato rock in grande stile. Robot New
York è contemporaneamente melodica e aggressiva, vantando
allo stesso tempo un ritornello orecchiabile e un parossismo rock and
roll. Ciò che rende unici gli Add N To (X) è il vortice
dei sintetizzatori che infuria, stratificato, sopra il drumming
violento. FYUZ sovrappone una dolce intonazione jazz a un triplo
ritmo boogie. Buckminster Fuller raddoppia l'assalto sonoro,
aggiungendo distorsione e spingendo decisamente sull'acceleratore. Una
(viscerale) sintesi del genere, Metal Fingers In My Body avvicina
la perversa veemenza di Rock Electronique di Pierre Henry e
costituisce un nuova vetta per la produzione rock della band.
Meno erudito e programmatico rispetto a Wires, l'album presenta
una versione più umana degli Add N To (X).
Con Add Insult To Injury (Mute, 2000), gli Add N To (X) hanno prodotto il loro album più schizofrenico fino a ora (e forse anche quello più calcolato al fine di destare l'attenzione dei media). L'inno devoluto Adding N To (X), la danza esotica Kingdom Of Shades, il canto tribale Monster Bobby, lo space-rock di MDMH (Miami Dust Mite Harvest) e la danza industriale Incinerator No. 1 sono imitazioni piuttosto noiose delle loro classiche novelties. Una quantità eccessiva delle loro battute risulta stantia. D'altra parte, la ballata disco Plug Me In suona come la versione digitale della vertiginosa disco trance di Giorgio Moroder. Brothel Charge mostra più un tocco rock'n'roll, mescolato con voci buffe e suoni di videogiochi, che è quello che sanno fare meglio, come un'orda di piccoli alieni che suonano un pezzo dei Ministry mentre giocano a flipper. La suite progressive-rock The Regent Is Dead è quasi il contrario, dieci minuti di patetico crescendo melodrammatico a metà strada tra il bolero di Ravel e la ripetizione minimalista di Steve Reich.
La tesi di Loud Like Nature (Mute, 2002) è che la confusione è un segno di saggezza. La prassi non è cambiata radicalmente, ma lo spettro degli stili a cui viene applicata si è molto ampliato. Fortunatamente, la crescita della band non si limita all'asse orizzontale, ma avviene anche su quello verticale: canzoni e pezzi strumentali come Large Number (il rock'n'roll supersonico di Von Lmo abbinato ai testi meccanici dei Devo), Electric Village (batteria jazz, rumori al computer, glissando di chitarra, distorsione elettronica, jam blues-rock), Quantum Leap (poliritmi trascinanti, cacofonia digitale, cori celestiali), Lick A Battery (frenetiche percussioni, elettronica fluttuante), All Night Lazy (un boogie pesante e una danza macabra), U Baby (un rave-up in miniatura per garage astrali), sono colpi chirurgici (anche se deliranti ) che dimostrano una coesione maniacale e una determinazione assoluta. Tuttavia, il loro cabaret punk futuristico decadente e postindustriale è rappresentato al meglio dalla stranezza aliena-hippy di Invasion Of The Polaroid People, dal carillon fratturato e dal balletto grottesco di Party Bag, dalla comica sonata da camera (che si trasforma in sabba delle streghe) di Up the Punks, e soprattutto dal pow-wow sugli UFO di Take Me To Your Leader.
E rimane spazio anche per un paio di novità allegre, sciocche e ballabili come Sheez Mine (musica surf extraterrestre) e Total All Out Water (una versione elettronica del blues demenziale di Captain Beefheart). Traboccante di ritmi potenti, melodie accattivanti ed effetti sonori, questo album ha ridefinito gli Add N To (X) come un incrocio tra Heldon e i Gong.
La band si è definitivamente sciolta nel 2003.
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