I Boris sono una band di Heavy Rockers giapponesi che traggono ispirazione dai Melvins. Debuttano con Absolutego (FANGS ANAL SATAN, 1996 – Southern Lord, 2004), che contiene un’unica traccia di 65 minuti, oscura e densa di drones, un po’ come fecero gli Sleep, a cavallo tra il rock psichedelico e l’heavy metal.
Dopo lo split Boris/Barebones ( FANGS ANAL SATAN, 1997) e Black implication Flooding (Inoxia, 1998), una collaborazione con Keiji Haino (alle chitarre, alla voce, alla "wave drum", all’ electronic sruthibox e all’"ethnic oboe") i Boris escono con Amplifier Worship un altro immenso colosso (Mangrove 1998, Southern Lord 2003) fondato su grooves pesantissimi e distorsioni cariche di wah wah.
Due tracce dei Boris compaiono sullo split con Choukoku no Niwa, More Echoes Touching Air Landscape (INOXIA, 1999).
Il semiacustico Flood (MIDI Creative, 2001) è una traccia unica di 70 minuti, forse troppo New Age per i loro standard.
Con Heavy Rocks (FANGS ANAL SATAN, 2002) abbandonano in parte quell super- doom metal alla Melvins (con heavy friends come unica eccezione) in favore di un avvicinamento allo "Stoner Rock" (Soft Edge, Death Valley) con molti riferimenti al garage rock Americano dei ’60.
Megatone (INOXIO, 2002) è una collaborazione Doom/Ambient con Merzbow (aka Masami Akita), e anche uno dei loro lavori più intimidatori.
Il mini album da sei tracce Akuma no Uta (DIW PHALANX, 2003) contiene un’effervescente title-track.
At Last – Feedbacker (DIW PHANALAX, 2004 – Conspiracy 2005) è una sinfonia suddivisa in cinque movimenti che oscilla fra il dark, il moderato, fra il maniacale e l’etereo. L’escursione interiore viene evocata da delle movenze strumentali estreme. L’attenzione è rivolta soprattutto alla trama piuttosto che all’atmosfera.
I tre Ep The Thing Which Solomon Overlooked Vol 1-3 (Kult of Nihilow, 2004-06) e il singolo A Bao A Qu(Super fi, 2005) offrono degli inni in drone molto più quieti.
La colonna sonora Mabuta No Ura (Catune, 2005) è l’opera più luminosa dei Boris. Con l’eccezione della ripresa del singolo A Bao A Qu, le tracce sono innocue meditazioni soniche che trasudano un senso di pace e calma piuttosto che il solito sapore infernale.
Pink (DIW PHANALAX, 2005 – Southern Lord, 2006) è il loro album Garage Rock per eccellenza. Ruvido ed isterico laddove i precedenti lavori erano inondati di sonorità dark. Molti dei brani sono (insolitamente) brevi e concentrati, e oscillano su un ampio spettro di stili. Ad ogni modo la traccia da 18 minuti Just Abandoned My Self (metà della quale di puro feedback) è uno dei pezzi più emozionanti.
Sun Baked Snow Cave (Hydra head, 2005) è una collaborazione con Merzbow, che riprende il terrificante e monolitico Megatone. 04092001 (INOXIA, 2005) è un’altra collaborazione tra i due, ma il suono questa volta risulta essere molto più vivace, come una sorta di freak-out psichedelico.
Warlus/Groon è la quarta collaborazione con Merzbow.
Il doppio cd Dronevil Final (Misanthropic Agenda, 2005 – INOXIA, 2006) consiste in due dischi da riprodurre simultaneamente su due apparecchi distinti. Uno rappresenta l’anima più soft e ambient del sound dei Boris, mentre l’altro quella più rumorista e in chiave stoner-doom. La seconda ottiene più consensi grazie a una Red da 21 minuti. La combinazione delle due verrà sentita solo dal produttore della band. Se il tutto fosse stato sviluppato su un unico disco, sarebbe probabilmente stato un’imponente opera di Post-Industrial, a causa del troppo scarno sound del primo e della a volte sgradevole consistenza del secondo.
Rainbow (Pedal, 2006) è una collaborazione col chitarrista dei Ghost, Michio Kurihara. Si tratta di una nuova avventura in territori melodici e tenui che si presenta come la negazione concettuale della carriera dei Boris.
Altar (INOXIA, 2006) è una collaborazione tra Boris e Sunn O))), da tener d’occhio forse più per l’artwork che per la musica in sè. Nella collaborazione appaiono altri musicisti quali: Jesse Sykes che canta nella paradisiaca Sinking Belle,l’ex Soundgarden Kim Thayl suona la chitarra nella colossale Blood Swamp, mentre Joe Preston dei Melvins canta invece in Akuma no Kuma.
Il doppio album Rock Dream (Southern Lord, 2007) è un'altra collaborazione con Merzbow che rivisita alcuni classici dei Boris, a partire da una versione di 35 minuti di Feedbacker.
Smile (DIWPhalanx, 2008) contiene una nuova versione del vecchio singolo Message/ Statement. La versione statunitense, Smile (Southern Lord, 2008), è nettamente inferiore.
Golden Dance Classics (Catune, 2009) è un album split tra Boris e 9DW dedicato alla musica (!) disco-pop.
Cloud Chamber (Pedal, 2009) è un'altra collaborazione con il chitarrista dei Ghost Michio Kurihara, più ambiziosa della precedente.
New Album (2011), di cui sono uscite due versioni diverse in Giappone e negli Stati Uniti, ha proseguito la tendenza verso materiale più “poppeggiante”. Molte delle sue canzoni sono state rielaborate per i due album successivi.
Quindi, Attention Please (2011) suona come il loro album più pop fino a quel momento. Non solo è cantato interamente dalla chitarrista Wata (una novità assoluta), ma rappresenta anche un ritorno al noise-rock degli anni '80 e alla psichedelia shoegaze degli anni '90 (Hope e Spoon). Nel peggiore dei casi, questi brani suonano come synth-pop con poco synth in Party Boy. Nel migliore dei casi, le nevrotiche Tokyo Wonderland e Attention Please suonano sufficientemente minacciose, ma sono troppo poco per riscattare una collezione così debole.
Quindi, Heavy Rocks (2011), non una ristampa dell'album del 2002 e con il chitarrista maschile Takeshi di nuovo alla voce come di consueto, suona come un figlio bastardo del loro glorioso sound. Il singolo Riot Sugar funziona come un giudizioso promo per la loro intera carriera. L'album ha un picco di prevedibile intensità, ovvero il muro di distorsioni di 13 minuti Aileron, e un picco di sorprendente confusione, ovvero la power-ballad di 12 minuti Missing Pieces. Nessuna delle due sarebbe riuscita ad arrivare alla versione finale di uno dei loro migliori album.
Boris & Ian Astbury (Southern Lord, 2010), accreditato ai BXI, è stata una collaborazione con il cantante dei Cult Ian Astbury.
I Boris hanno pubblicato un’enorme quantità di musica, per lo più di imbarazzante qualità: Attention Please (Daymare, 2011), New Album (Tearbridge, 2011), Heavy Rocks (Daymare, 2011), Praparat Daymare, 2013), Noise Daymare, 2014), Warpath (2015), Asia (2015), Urban Dance (2015), til doppio album Crossing Waltz (2016), etc.
Gensho (Relapse, 2016) è una collaborazione (o meglio, uno split) tra i Boris e Merzbow. Il miglior contributo dei Boris è la lugubre agonia zen di Akuma No Uta.