- Dalla pagina su Thomas Brinkmann di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

Il musicista tedesco Thomas Brinkmann (1959) ha iniziato a sperimentare con i giradischi e a remixare gli EP successivamente raccolti su Variationen (Profan). Ha poi utilizzato queste tecniche per creare singoli dub-techno minimalisti alla Pole, come Monika / Nicola (Ernst), Anna / Beate, Clara / Dorris, Erika / Frauke, Inge / Jutte, Yvette / Zora , Olga / Petra, Ulla / Vera, Gisela / Heidi, Karin / Lotte, Susie / Trixi, Wanda / Xenia, Tina / Argo, ecc.
Sarebbero stati poi parzialmente raccolti su Rosa (Max Ernst , 2001).

Con lo pseudonimo di Ester Brinkmann ha pubblicato gli album Totes Rennen (Suppose, 1998), Weisse Naechte (Suppose, 1999) e Der Ubersetzer (Suppose, 2001). Gli ultimi due sono costruiti attorno alla manipolazione di frammenti vocali.

Lo status leggendario di Brinkmann come remixer è stato sancito dalla sua rielaborazione dei singoli dei Plastikman (nel 1996). Quel progetto ha rivitalizzato la sua carriera.

La fama di Brinkmann è stata finalmente giustificata da Klick (Max Ernst, 2001), il suo lavoro più completo e maturo, che traspone l'estetica minimale della musica glitch nell'ideologia subliminale della musica dub, collegamento ideale tra scultura del suono e ritmi da pista da ballo.

Row (Max Ernst, 2002) raccoglie altri singoli, tra cui Mexico, Corvette, maxE.3 e Loplop.

Soul Center è un progetto di rivisitazione postmoderna e decostruzione della musica soul e techno articolato in tre album intitolati Soul Center (WVB, 1999 - 2000 - Mute, 2002) e due EP raccolti su General Eclectics (Shitkatapult, 2011). Lontano dal lavoro sperimentale di Brinkman, Soul Center offre musica propulsiva che in qualche modo si rifà alle radici della musica dance, anticipandone in qualche modo il suo futuro.

Tokyo+1 (Max Ernst, 2004) raccoglie alcuni delle sua sonorità più innovative.

Lucky Hands (Max Ernst, 2005) sembra un lavoro minore di un Thomas Brinkmann distratto.

Klick Revolution (Max Ernst, 2006) continua il programma di Klick con un altro set di musica techno subliminale, anemica e fatiscente, assemblata a partire da dischi in vinile difettosi.

When Horses Die (Max Ernst, 2008) è una mediocre raccolta di canzoni, una cattiva idea riuscita ancora peggio.


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