I Chumbawamba nacquero nella cittadina industriale di Leeds, che era gia` stata
scossa da illustri precedenti musical-politici
(Gang Of Four,
Mekons).
Alice Nutter e Dambert Nobacon erano tipici dissindenti dell'era conservatrice
di Margaret Thatcher. Attorno a loro si formo` una comune
anarchico-musicale, che oscillava fra le otto e le quindici unita`.
Le musiche del complesso non erano altro che una delle forme di agit-prop.
Gli esordi furono all'insegna di un sarcasmo da musichall, con
le cassette
Be Happy Despite It All e Another Four Years Of The Same Old Shit
(riferito al governo Thatcher, non alla musica ivi contenuta), il
singolo Revolution/ Liberation, l'EP We Are The World.
parodia della manifestazione di solidarieta`.
Pictures Of Starving Children Sell Records (Agit-Prop, 1986) e
Never Mind The Ballots (Agit-Prop, 1987),
vivono di questo atteggiamento sacrilego.
Il loro programma di rock militante, si traduce in un caotico accumulo di
generi, in sarabande dissolute le cui uniche costanti sono le armonie a molte
voci e il piglio satirico.
Piu` bravi in fatto di retorica che di musica, i Chumbawamba sono di fatto
figli del glorioso musichall britannico e i loro dischi sono figli
tutto sommato delle operette rock di dieci anni prima, anche se con l'ambizione
di fare del cabaret politico alla Brecht o del folkrock satirico alla Fugs.
La stagione dell'agit-prop selvaggio si concluse con
una raccolta di canzoni folk, English Rebel Songs (Agit-Prop, 1988),
Slap (Agit-Prop, 1990) compi` invece un enorme balzo di qualita`:
il gruppo si aggiorno` ai tempi,
assimilando la musica da ballo moderna (funk, hip-hop e reggae).
L'ennesimo proclama,
I Never Gave Up, enunciato da armonie vocali femminili in un girotondo di
fiati al galoppo, e l'ennesimo sketch da musichall, Cartouble (forse anche
il migliore della loro carriera, rievocazione impeccabile dell'era del ragtime,
con tanto di pianoforte saltellante, contrappunto petulante di tromba e tuba,
frase minacciosa di contrabbasso) hanno un sound composito e fluido.
I Chumbawamba sono diventati anzi dei certosini "produttori" del proprio suono:
That's How Grateful We Are ha qualcosa della demenzialita` dei primi Talking
Heads (la dizione fuori misura, le progressioni ritmiche da nevrosi acuta)
e un assolo esilarante di fisarmonica.
Le fanfare funky della title-track e di Ulrike sono pero` composizioni
ripetitive, che perdono presto l'attenzione dell'ascoltatore, riacquistandola
soltanto grazie a sampling del tutto estranei al contesto.
Gli spunti di Tienanmen Square (il tema sincopato di pianoforte che lo apre,
l'andamento da danza di massa, il chiasso di clacson dell'intermezzo)
vengono annacquati in contesti anche troppo didascalici.
Il disco cancella in parte l'impressione di Public Enemy di provincia,
imbevuti di confuse velleita` populiste. I Chumbawamba compongono puzzle
sonori che, se non altro, sfidano le convenzioni armoniche della musica
da ballo.
Shhh (Agit Prop, 1992) trasforma di colpo un discorso che era sempre
stato poco musicale in un attento studio di forme musicali. Del branco di
ruspanti anarchici di un tempo e` rimasta traccia soltanto nel
country-valzer alla Mekons di Nothing That's New
e nella filastrocca marziale di Stitch That.
I loro arrangiamenti fanno leva sulle armonie vocali, reminescenti dei B52's
e dei Devo, ma anche delle canzonacce vernacolari, e sui contrasti piu`
oltraggiosi: le schitarrate hard-rock e il ritmo da disco-music in
Shhh, il leggero ritmo funky e il campionamento di folla in
Big Mouth Strikes Again,
il ritornello strillato alla X e il violento boogie sudista in
Sometimes Plunder.
Proprio dove i contrasti sono piu` aspri, si aprono spazi per quelle
discontinuita` e mutazioni irrazionali che diventano sempre piu` il loro
forte.
Come in tutti i fenomeni agit-prop, la parte vocale prevale. E` la "canzone"
a guidare la dinamica della partitura, anche se poi la partitura puo`
permettersi qualsiasi licenza poetica.
Behaved, canticchiata su una figura di pianoforte
Snip Snip Snip, recitata freneticamente su un ritmo da vaudeville,
puntano tutto sulle bizzarrie vocali.
Vertici della loro epica comicita` e`
Look No Strings, sorta di inno gospel per pianoforte, arpa e battimano
che lascia presagire dove i Chumbawamba sono davvero imbattibili.
Sul disco pesano ancora le loro pose scontate e tediose (compresa la favola che
il disco sarebbe l'aborto di un disco bloccato dalla censura, etc etc: non
sono soltanto le fotografie dei bambini affamati che fanno vendere dischi),
ma si tratta indubbiamente di un'opera intensamente musicale.
Mettendo a punto quella formula,
i singoli Enough Is Enough e Timebomb fanno dei
Chumbawamba un nome sempre piu` popolare.
Shhhlap (Mutt, 2003) collects the two albums.
Anarchy (One Little Indian, 1994) e la seconda parte di
Swinging With Raymond (One Little Indian, 1995), la prima parte
essendo soltanto ballate tradizionali,
continuano il progressivo avvicinamento alle masse con un sound ancor
piu` accessibile e tematiche di attualita` non troppo scottanti.
Le fondamenta delle loro canzoni sono le tecniche di collage e le violente
fratture ritmiche dell'hip-hop.
Quando il collettivo anarchico decide di scendere fra i comuni mortali
della musica da ballo, scodella il miglior album della sua carriera:
Tubthumper (Republic, 1997).
Il singolo Tubthumping e` destinato a diventare un classico da party, grazie
non solo a un ritornello irresistibile e una cadenza trascinante, ma anche a
una struttura a intrico di tre temi: un gorgheggio celestiale della cantante,
un rap sarcastico del cantante e un coro goliardo che incalza a tutta voce,
il tutto infiocchettato di assoli di tromba e ritmi marziali.
Il resto del disco e` nettamente inferiore, ma non mancano sketch godibili
e intelligenti, merito di due istrioni del calibro di Lou Watts e Dambert
Nobacon, della tromba onnipresente di Jude Abbott, delle tastiere funamboliche
di Neil Ferguson (che controlla anche le chitarre), del contralto camaleontico
di Alice Nutter.
Lo stordente disco-punk di Amnesia sfoggia una fanfara
caraibica di tromba, uno scorticante riff di chitarra "industriale" mandato
in loop, un pulsante ritmo techno, un canto in falsetto di Nutter nello stile
della disco-music e bollicine elettroniche alla Moroder.
Il rap ironico di Tubthumping dilaga in Drip Drip Drip, interrotto
dalla fanfara di tromba e da un coro in falsetto quasi doo-wop.
Il trip-hop atmosferico di The Good Ship Lifestyle a ritmo di "drum and bass"
viene sfregiato da un'impennata heavy-metal di Ferguson e da un coro politico.
Outsider imita i siluri techno, puntellata da figure solenni di pianoforte e
da fiondate di chitarra. Il tributo alle discoteche e` completato dalla
novelty demenziale di Scapegoat (che costituisce anche uno dei vertici
politici del disco).
I capovolgimenti di fronte sono spesso spettacolari. Mary Mary e` un ciclo
di due brani, intervallati da un coro paradisiaco: il primo usa un break di
techno e una tromba da Far West come sfondo per una recitazione di Nutter alla
Romeo Void (quelli di Never Say Never), il secondo e` un forte coro maschile
accompagnato da una fanfara gloriosa di tromba.
L'arte di campionamento e mosaico di One By One sposa Deep Forest, Enigma e
Enya: la canzone si apre con un organo e un coro da chiesa, poi si apre in un
inno di stile rinascimentale e si adagia in un funereo motivo di tromba.
Sono splendidi quadretti comici, traboccanti di citazioni e riferimenti,
arrangiati in maniera sapiente,
che si affidano quasi sempre a questo alternarsi di "voci" e di temi.
Il loro humour si e` fatto elegante e sofisticato.
Le liriche sono ancora impegnate e taglienti, ma il tono non e` certo quello
dei capipopolo, semmai quello dei guitti di periferia.
Questo e` rock didascalico e agit-prop d'alta classe.
L'arte di mescolare politica e musica e` una delle piu` difficili. Non stupisce
pertanto che a distanza di pochi anni i dischi dei Chumbawamba suonino gia'
antiquati e un po' patetici, parate di cliche' sia musicali sia politici.
La vera musica politica (da Dylan ai Dead Kennedys) non ha mai avuto bisogno di
articolare un comizio: la musica "era" la politica. Nei Chumbawamba si cerca
di trasformare la politica in musica, ma la politica non e` purtroppo un fatto
molto musicale di per se'.
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