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I Manic Street Preachers vennero formati nel Wales da
James Dean Bradfield (canto e chitarre), Richey "James" Edwards (chitarra ritmica),
Nick Wire (basso) e Sean Moore (batteria).
La destrezza strumentale consenti`
loro di avviare rapidamente una carriera indipendente con il singolo
Suicide Alley e l'EP New Art Riot.
Altri due singoli, Motown Junk e
You Love Us, e qualche vicenda scandalistica,
proiettarono il quartetto in prima pagina.
Stay Beautiful (1991) punto` decisamente verso il piu`
corrivo pop da classifica e Repeat (slogan scandito su riff di hardrock
e battito marziale) fecero di loro divi dal piglio guerrigliero, imbevuti
delle iconografie/agiografie ribelli/nichiliste di Sid Vicious e Axl Rose,
che urlavano il malessere esistenziale delle giovani generazioni britanniche.
Questo e` anche il tema dell'album Generation Terrorists (Columbia, 1992):
nonostante ancora qualche travestimento da ciarlatani di strada alla Guns n'
Roses (Slash N'Burn, Condemned To Rock And Roll),
il sound del gruppo e` eminentemente ballabile e orecchiabile
lambendo in piu` punti l'AOR dei Jefferson Starship
(Stay Beautiful)
e persino Elton John in Little Baby Nothing (melodia
strimpellata da un pianoforte e contrappuntata da un coro in falsetto).
L'album catapulto` sei brani nei Top 40 americani, in particolare la
ballata esistenziale Motorcycle Emptiness,
e fece dei Manic Street Preachers delle star.
L'incubo della metropoli decaduta e` ancora il pretesto per il successivo
Gold Against The Soul (Columbia, 1993), che ripete piu` o meno lo stesso
canovaccio,
dall'anthem From Despair To Where (con il verso illuminante "I am just a
fashion accessory") alla ballata Scream To A Sigh, dal ritornello di
Yourself alla danza di Roses In The Hospital.
La musica e` ancora un'imitazione puerile dei Guns n'Roses, vedi l'assolo
di James Dean Bradfield su
La Tristesse Durera.
Dal punto di vista delle liriche, Holy Bible (Epic, 1994) e` il piu`
brutale dei tre. Quello di Bradfield e compagni e` un super-glam suonato
con becero furore. Se l'intento era quello di superare i Guns n' Roses in
fatto di efferratezza, il gruppo ci riesce appieno. Se l'intento era anche
quello di comporre musica, i Manic Street Preachers finiscono invece per
sembrare un David Bowie ancor meno creativo. Le loro storia sono rivoltanti,
le loro musiche sono da asilo.
Subito dopo la registrazione Richey James, che era stato a lungo ricoverato in
ospedale per disordini nervosi e per disintossicarsi dall'alcol, si suicido`
gettandosi da un ponte.
I Manic Street Preachers proseguirono in tre, nonostante le continue promesse
di scioglimento.
Everything Must Go (Epic, 1996) scade
ai livelli piu` bassi della canzone sentimentale (ma ne fa anche delle pop star).
I singoli
A Design for Life e Australia facevano pensare alla Starship in una delle
sue giornate piu` infelici, cosi` come The Girl Who Wanted To Be God (quasi
copiata da Sarah, nonostante uno stentoreo battito "disco"),
e le nuove canzoni faranno gola soltanto ai cantanti dei festival di musica
leggera. Qualcosa redime il manierismo esasperato di Removables (l'intreccio
di chitarre, il ricorso al piu` semplice e immediato Sixties-sound), ma certo
non la pompa
magniloquente di Elvis Impersonator, non il chiasso nevrastenico di Enola.
Davvero imbarazzanti gli sfondi sinfonici di Everything Must Go, che
comunque e` emblematica del metodo: la melodia urlata con registro sgolato su
strati di arrangiamenti orchestrali e di chitarre elettriche.
E` un metodo che fa pensare alle vecchie produzioni di Phil Spector, ma senza
la verve adolescenziale e il piglio sbarazzino.
Le evoluzioni classicheggianti di arpa in Small Black Flowers appartengono
a un genere adulto e pedante.
Richey James ha lasciato comunque l'impronta sul nuovo corso del gruppo: gran parte
delle liriche sono sue, e animano la musica con il consueto nichilismo d'autore.
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