Alex Paterson e` uno dei musicisti fondamentali degli anni '90. Gli Orb hanno
infatti coniato un nuovo genere musicale, un genere di dance music che nega
la dance, un genere di musica elettronica che nega l'elettronica, un genere
di musica rock che nega il rock and roll.
La musica di Orb nasce all'incrocio fra i paesaggi impressionisti di Brian Eno,
l'ideologia postmoderna del riciclaggio, le nuove tecniche di campionamento
e la musica techno.
Trasformando il disc jockey in un compositore di musica classica moderna,
e trasportando l'arte del collage nell'ambito della musica elettronica.
Paterson ha compiuto una delle operazioni piu` influenti della fin de siecle.
Jimmy Cauty, reduce dai dischi rivoluzionari dei
KLF, diede vita
con Alex Paterson (ex "roadie" dei Killing Joke, impiegato di Brian Eno e
disc jockey) agli Orb.
Paterson era uno dei disc jockey assunti da Paul Oakenfold per la
"chill-out room", dove
chi voleva riposare fra un ballo e l'altro (o fra uno "sballo" e l'altro)
poteva rilassarsi ascoltando musica elettronica lenta e soffusa.
Paterson fu pertanto uno degli inventori della "ambient house".
Nel 1988 gli vennero commissionati due brani (Tripping On Sunshine e
Suck My Kiss)
per altrettante compilation e lui li accreditò entrambi a Orb.
L'anno dopo
comparve un EP a suo nome intitolato Kiss. Poi venne invitato da Cauty a partecipare alle
session di Chill Out e infine a mettersi con lui negli Orb.
L'idea era quella di fare soltanto
trance-dance, concentrandosi sulla specialità di Cauty, e senza lo humour di Drummond.
Il connubio diede un primo frutto con l'EP A Huge Ever Growing Pulsating Brain That Rules From The Centre Of The Ultraworld (Wau! Mr Modo, 1989), un
mantra cosmico per acqua, vento e arpeggi di synth, non molto diverso dalla new age che
andava per la maggiore in quel periodo; ma per i club di "acid house" rappresentava una novità
rivoluzionaria.
A questo punto gli Orb erano Paterson e qualche amico
(fra cui Steve Hillage e Kristian Weston). L'album
Adventures Beyond The Ultraworld (Wau, 1991 - Big Life, 1992),
uscì in pieno boom dell'"ambient house". I brani erano soltanto dieci,
per circa due ore di musica.
Aperto da un'altra gemma del genere,
Little Fluffy Clouds (con campionamento di Rickie Lee Jones che racconta
storie della sua infanzia), il disco culminava nella celebrazione rituale di
Earth (nastri di suoni naturali, recitazione biblica, atmosfera estatica)
e nella messa gregoriana con concerto per violino e tribalismo africano di
Into The Fourth Dimension, sempre su un tappeto ritmico house che
è al tempo stesso soffice e frenetico.
Gli arrangiamenti smilzi, con i sequencer manipolati da amatore (perlomeno al
confronto delle armonie wagneriane dei complessi tedeschi degli anni '70),
finiscono per contribuire all'effetto ipnotico della musica.
Un buon senso dello humour impediva a Paterson di prendersi troppo sul serio e
di degenerare nelle suite pretenziose comuni a tanti epigoni dei KLF:
l'anno venne completato dal reggae demenziale di
Perpetual Dawn (Big Life).
Il successivo U.F. Orb (Island, 1992), pregno di sonorita` dub,
fu il primo best-seller del techno ambientale.
La locomotiva della title-track era di fatto un battito dub accelerato, che poi
veniva diviso e moltiplicato per creare anche un effetto "etnico".
L'album proponeva in realta` una musica più sperimentale.
Fondendo tribalismo e musica cosmica, ovvero fondendo i ritmi africani
e quelli dei sequencer in Close Encounters, indulgendo in
sonorità esotiche (poliritmi alla Talking Heads, voci femminili
e flauti alla Hassell) in Majestic,
sfruttando al massimo gli insegnamenti ritmici di Sherwood nella monumentale Towers Of Dub
(la cui sferragliante ripetizione minimalista propulsa da un'armonica blues
culmina in un forte battito in staccato dub),
innestando tecniche minimaliste di ripetizione ossessiva di frasi elementari
nei tredici minuti di O.o.b.e. (sequencer
e flauti "etnici" in un groviglio di suoni atmosferici in lenta rotazione),
Paterson prefezionò l'idioma "ambientale"
e lo astrasse del tutto dalla cultura da cui proveniva.
Il vertice delle capacità di "montaggio" sonoro, di mixing, di
campionamenti e di filtraggio di Paterson è comunque Blue Room,
il brano di 17 minuti registrato con l'aiuto (fra gli altri) di
Steve Hillage e Jah Wobble; una musica senza confini,
intrisa di sibili siderali, di droni soffusi e lentissimi, cosparsa di piccole
dissonanze acquatiche, molto piu` vicina alla musica new age che a quella
da ballo. Anche quando il ritmo arriva (nella seconda meta`) sembra piu` un
reggae che un techno.
(Il brano stabili` il record di durata per un singolo nella sua versione di 40
minuti).
Anche se ogni brano e` introdotto (in maniera un po' fastidiosa) da
campionamenti di voci e rumori "trovati", il risultato e` degno dei capolavori
di Brian Eno, Harold Budd e Jon Hassell, la grande triade della musica
ambientale.
I singoli Assassin (tribalismo, Kraftwerk e
Tangerine Dream) e No Fun (altri quaranta minuti) alimentarono il mito.
Paterson suonava intanto anche con i System 7 di Steve Hillage.
Il doppio dal vivo Live '93 (Island, 1994)
sembra voler trasporre nel mondo dei rave l'usanza un tempo riservata al
rock proletario, anche quello, peraltro, pensato per le grandi arene.
Lo stile è ancor più psichedelico, ancor più prossimo a
quello dei Pink Floyd che Paterson scimmiotta con la copertina.
Plateau, lungo "viaggio" psichedelico con una nuvola di rumorini
indecifrabili, che cicla attorno un un battito frenetico ma leggiadro, e
Valley con la pesante cadenza dub in primo piano e i campionamenti
raffinati in una materia gelatinosa, non distante dall'elettronica di Robert
Rich, sono i manifesti del nuovo corso.
Il minialbum Pomme Fritz (1994), forse ispirato da
Flying High di Irresistible Force, abbandona
del tutto le discoteche da cui Paterson era partito.
La title-track caracolla in un'ondeggiare minimalista dai
toni gamelan, We're Pastie si ispira liberamente alla musica dadaista e alla musica concreta di
mezzo secolo fa, Le velleita` avanguardistiche sono pero` castrate dalla svogliatezza del musicista, che
qui pare piu` che altro sonnecchiare nella sua giungla di tastiere.
Con Orbus Terrarum (Island, 1995) lo scherzo è già
diventato vecchio. La qualità surreale di Oxbow Lakes (accordi
slegati del pianoforte ripetuti ciclicamente, crescendo incalzante delle
percussioni, dissolvenza di sibili cosmici) è ciò che rimane
dello stile classico. Montagne D'Or approfondisce la musica da ballo per
rimbombi travolgenti di Valley. Slug Dub (riff d'organo rubato a
Calypso Frelimo di Miles Davis) riparte da lì. La polverina di
campionamenti di White River Junction non fa più notizia e
Occidental scompare dentro quella nebbia di segni indecifrabili,
lasciando presagire che il limite di questa rarefatta maniera è la totale
disintegrazione del sound.
Paterson partecipa anche al supergruppo ambientale
FFWD (Inter-Modo, 1994), con Robert Fripp,
Thomas Fehlman (dei Palais Schaumburg)
e il fido Weston, il cui primo album e` un divertimento di classe
senza molte pretese nel campo della musica contemplativa elettroacustica.
Paterson e` al culmine della sua abilita` di miscelatore su
Orblivion (Island, 1997).
Un brano come Delta MK II e` di fatto un summa della sua carriera:
campionamenti, poliritmi sintetici alla Brian Eno,
sibili "cosmici" di tastiere elettroniche, scratch di hip hop,
vertiginoso drum'n'bass.
Tutti i brani si attengono a questo principio di collage scalmanato:
Sono brani molto facili da comporre ed eseguire, dato uno studio di
registrazione di quella qualita`.
E piu` che mai Paterson sembra un discepolo scrupoloso di Brian Eno.
Le vignette melodiche e le eccentricita` ritmiche di questi brani
sono in tutto e per tutto la continuazione del programma di musica strumentale
futurista di Before And After Science, semplicemente aggiornate
ai moderni mezzi di produzione.
Nell'ambito di quella scuola il vero talento di Paterson non e` tanto quello
di saper operare le macchine di mixing (Passing Of Time vorrebbe essere
il tour de force del disco, ma e` soltanto un noioso flusso di banalita`),
quanto il modo subdolo in cui sa
collocare la melodia negli scenari sonori piu` ostili.
Il carillon minimalista di Ubiquity si fa strada fra le
bollicine comiche dei sintetizzatori e le sincopi telluriche delle rhythm-box.
Quello di Molten Love e` mimetizzato in un tripudio di cadenze
metallurgiche ed etniche.
La buffa novelty di Tokygene e` costruita su un ritmo robotico e su
campionamenti da cartone animato.
In Asylum i ritornelli distorti delle tastiere stendono una ragnatela
di elettronica sulle percussioni meccaniche.
Il singolo Toxygene e` invece un umile ritorno alle origini, al sound
da discoteca chic.
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Orb, formed by disc-jockey Alex Paterson (who had worked for Paul Oakenfold's "chill-out rooms") with assistance from former KLF's mastermind Jimmy Cauty, codified the revolution that was underway. The music of the EP A Huge Ever Growing Pulsating Brain That Rules From The Centre Of The Ultraworld (1989), a cosmic mantra for water and synthesizer, and of the album Adventures Beyond The Ultraworld (1991) sounded like new-age music. The lengthy tracks of U.F. Orb (1992) were born at the crossroad between Brian Eno's impressionistic landscapes, the postmodernist ideology of stylistic recycling, the new technologies of sampling and the techno beat. They did not have an emotional impact, and they did unravel in a narrative way: they slowly morphed. Blue Room (a 40 minute-long single) featured guitarist Steve Hillage and bassist Jah Wobble, and was Paterson's tour de force of montage and mixing. Paterson had transformed the disc-jockey into a classical composer and transferred collage art to electronic dance music. Rather than fully endorsing the "ambient" style that he had contributed to create, Orb continued to experiment new forms of dance music: Orbus Terrarum (1995) and Orblivion (1997) rely on a subtle art of choreography to deliver an experience that is both unsettling and hypnotic.
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