Paranoid And Sunburnt , 6/10
Stoosh , 6.5/10 Post-Orgasmic Chill, 6/10 | Links: |
Skunk Anansie sono un combo multirazziale di London,
fronteggiato dalla calva lesbica amazzone nera Skin
(Deborah Anne Dyer).
Il sound e` tanto ibrido quanto la loro etnia.
Si tratta, fondamentalmente, di un heavy-metal con liriche politicizzate,
ma viene infiorettato di spunti funk, blues, punk-rock, reggae, hip-hop, persino
industriali. Nei momenti migliori ne viene fuori un misto di
Parliament, Sex Pistols e Sade.
Il tutto al servizio del ruggente registro di Skin, a meta` strada fra Janis
Joplin e Nina Hagen, portato con naturalezza al melodramma.
Paranoid And Sunburnt (One Little Indian, 1995) e` una raccolta di temi impegnati resi con foga punk. I responsabili marketing tentano subito di lanciare un nuovo trend. Skin lo chiama "rock della clitoride". 100 Ways To Be A Good Girl e soprattutto il singolo Selling Jesus mostrano piu` semplicemente l'influenza dell'hard-rock britannico, mentre l'altro singolo I Can Dream e soprattutto Little Baby SwastiKKKa fanno leva su un'energia alla Rage Against The Machine.
Stoosh (One Little Indian, 1996),
il secondo album, si avvale del batterista Mark Richardson, una macchina
del ritmo davvero duttile, capace di alternare senza fratture il "backbeat"
del reggae e il piu` epilettico rock and roll. Ad abbellire ulteriormente
l'armonia e` una maggiore consapevolezza dei mezzi di studio:
molti brani sono aperti da brevi interludi sperimentali, con profusione di
metronomie industriali e collage di campionamenti.
Bravissimi a tener desta l'attenzione su di se`, gli Skunk Anansie affondano ancora una volta in un mare di banalita` su Post-Orgasmic Chill (Virgin, 1999). Una volta che si tolga la cipria di scudisciate heavy-metal, sincopi hip-hop e quell'alternanza fra urla concitate e crooning da soul singer, rimangono soltanto la carica rocciosa di On My Hotel, il pastiche stilistico (e vagamente avanguardistico) di Charlie Big Potato, e soprattutto l'epilessi hardcore di And This Is Nothing That I Thought I Had (sfiancata da galoppate honky tonk e sibili elettronici). E, naturalmente, le solite ballad da night club (Secretly e You'll Follow Me Down con l'orchestra). La ferocia del loro sound e` tutta apparenza: The Skank Heads e` un misto della American Woman dei Grand Funk Railroad e della My Sharona dei Knack, Lately intona una melodia degna di Whitney Houston o Mariah Carey su un riff sentito cento volte alle radio MOR. L'epico gospel I'm Not Afraid, forse il brano piu` sincero, sbanchera` fra qualche decennio negli ospizi per ex punk. I testi, tanto decantati, non farebbero impaurire un bebe`. |
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