Live'r Than God, 6/10
Come Down Heavy , 6.5/10 Soul Glitter And Sin , 6/10 The Very Crystal Speed Machine , 6/10 | Links: |
I Thee Hypnotics si presentarono sulla scena del melenso e oleografico
garage-rock inglese degli anni '80 con la potenza sonora e la verve politica
degli MC5.
La fama del gruppo si sparse grazie ai tre singoli rivelatori: Love In A Different Vein (1988), Justice In Freedom (1989), un elaborato soul-rock alla Hendrix, e soprattutto l'incalzante sarabanda di Soul Trader (1989). James Jones era un urlatore ispirato all'antica scuola rhythm and blues, mentre il chitarrista Ray Hanson, emulo di Hendrix, Asheton (Stooges) e Kramer (MC5), erigeva pareti impenetrabili di fuzz. L'EP dal vivo Live'r Than God (Situation Two, 1989) li consacro` fra gli act piu` selvaggi dell'epoca. Erano brani ingenui, che semplicemente resuscitavano un'epoca sepolta dal movimento di revival, ma Earth Blues, una jam in stile Rolling Stones, e Revolution Stone, lo spettacolare tour de force di Hanson, nonche' chiassate depravate degne degli Stooges come All Night Long. fecero epoca per volume e violenza.
L'esuberanza di quell'esordio si perse sul primo album in studio,
Come Down Heavy (Situation Two, 1990), che, limando le asprezze e
accentuando le
inflessioni "nere", fini` per dimostrare i debiti verso il soul e il rhythm and blues nelle viscerali
Release The Feeling (su un'ossatura ancora Stooges) e Half Man Half Boy (fra echi di
Wilson Pickett e Willie Dixon), nella sofferta litania di Resurrection Joe (liberamente ispirata a
Otis Redding), nelle evoluzioni "hendrixiane" dello strumentale Unhearted
e dello scatenato
rave-up di Bleeding Heart, omaggiando per buona misura la tradizione hard-rock dei Led Zeppelin e
dei Free nella title-track, e culminando nella monumentale Revolution Stone, che prende lo
spunto da un tribalismo dimesso alla Sympathy For The Devil e da un jamming chitarristico alla
Allman Brothers per compiere un lungo excursus strumentale fra le maglie del blues.
Ancor meno virulento, Soul Glitter And Sin (Beggars Banquet, 1991) e` piu` che altro un tributo alle colonne sonore dei film noir e dei serial polizieschi (Shakedown e Black River Shuffle), che non trascura gli aspetti selvaggi (Don't Let It Get You Down) ma li relega in secondo piano. A dominare e` invece un umore psichedelico che ricorda quello dei primi Pink Floyd (Cold Blooded Love, Samedi's Cookbook) ma molto piu` pigro. La sintassi dei Cream, dei Rolling Stones e dei Free prese il sopravvento su The Very Crystal Speed Machine (American, 1994), il rientro discografico dopo tre anni di pausa. Ma le canzoni erano senza personalita`, come abbandonate a un riff o una melodia rubati a Beggar's Banquet. La piu` interessante e` forse Heavy Liquid, ispirata ai Black Sabbath e futura ispiratrice dei complessi stoner-rock. Bassist Will Pepper joined Hurricane #1 in 1997. | If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. |
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