- Dalla pagina su Boom Bip di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto e integrato da Stefano Iardella)

Ispirandosi alla scena "illbient" di New York, alcuni DJ miravano a un hip-hop che potesse trascendere l'hip-hop stesso: aspiravano cioè a una nuova forma d'arte (ambient, psicologica, forma libera) fondata sul connubio tra poesia e suono.
Il DJ Boom Bip (Bryan Hollon), nato in Ohio nel 1974, si autodefinisce un "anti-dj" e impersonifica bene lo scultore del suono e l'assemblatore di collage della nuova ondata di hip-hop.
Circle (2001), una collaborazione con il rapper Doseone (Adam Drucker), membro del collettivo Anticon e del trio cLOUDDEAD, è stato allo stesso tempo inquietante, criptico e intenso.

L'album solista strumentale di Boom Bip Seed to Sun (2002) è stato un esercizio sbalorditivo di contrappunto hip-hop.
Il lungo EP Corymb (Lex, 2004) aggiunge qualche traccia in più, ma è per lo più occupato da remix.

Blue Eyed In The Red Room (Lex, 2005) è un'altra raccolta di brani strumentali downtempo futuristici (che distorcono i campionamenti per la strumentazione dal vivo), con un paio di cenni alla musica folk e al pop, come quando Nina Nastasia interpreta la ballata The Matter Of Our Discussion.
Ma c'è ben poco hip-hop.

Stainless Style (Lex, 2008), attribuito a Neon Neon, è stata una collaborazione tra Boom Bip e il cantante dei Super Furry Animals Gruff Rhys ed è stato ideato come un concept album su John DeLorean, un futuristico designer di automobili, realizzato come tributo alla musica degli anni '80.

Zig Zaj (Lex, 2011) è stato un altro sforzo creativo e ha raggiunto il suo apice con i 10 minuti di Tumtum, ma gran parte del resto faceva da riempitivo.


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