- Dalla pagina sui Deaf Center di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

I Deaf Center, il duo norvegese del violoncellista Erik Skodvin e del pianista Otto Totland (entrambi membri del Miasmah Quartet), ha creato la musica psico-ambientale di Pale Ravine (Type, 2005) mettendo in moto collage di registrazioni sul campo e strumenti classici. Il maestoso muro di droni di Lobby, l'adagio neoclassico sospeso in una distorsione spaziotemporale di Thread, la musica cosmica fluttuante di Path to Lucy, la sonata per pianoforte new age White Lake e la vignetta impressionistica per pianoforte e gruppi di accordi di Stone Beacon hanno praticamente fissato le coordinate dell'album. Nella maggior parte dei brani c'è solo una sagoma di suono, un progetto generale, uno schizzo approssimativo, che non si trasforma in un organismo a tutti gli effetti. Se la prima metà dell'album è per lo più contemplativa, la seconda metà contiene alcuni pezzi che mostrano una narrazione. Weir presenta onde maestose e poi esplora il loro interno tramite un flusso di rumore glitch prima di fondere i due piani; la spettrale musique concrete permea Loft, l'apice gotico; gli accordi sostenuti della sezione archi creano l'effetto della nebbia in Fog Animal; e la sinfonica Thunder Night trabocca di melodramma e suspense anche se non succede molto.

Erik Skodvin ha inaugurato il progetto Svarte Greiner con Knive (Type, 2006), un album di lamenti folk acustici liberi e al rallentatore che si muovono attraverso paesaggi sonori acustici lontani e torbidi. È stato anche uno dei manifesti della musica "acoustic doom".
Room Forever (Forced Exposure, 2008), che include un lato di registrazioni sul campo, il mini-album Man Bird Dress (SMTG Limited, 2008) e la cassetta Penpals Forever (Digitalis, 2008 - Type, 2010) erano opere minori.
D'altra parte, Kappe (Type, 2009), contenente solo quattro lunghi pezzi, era un fragile e allucinato contrappunto al primo album di Svarte Greiner.

Owl Splinters (Type, 2011) dei Deaf Center esplora ambientazioni selvaggiamente diverse: il lento, stridente, denso ribollire strumentale e vocale di Divided potrebbe essere la colonna sonora di una caduta libera in un buco nero; Time Spent è una minuscola ninna nanna neoclassica per pianoforte; New Beginning Tidal Darkness è un dipinto impressionista per cascate d'acqua e archi ronzanti; Animal Sacrifice trasforma un assolo di violoncello in un incubo psicologico; Hunted Twice è una gelida musica da camera per paesaggi artici. The Day I Would Never Have, di undici minuti, supera tutto il resto con il suo crescendo di pianoforte, violoncello, glitch e droni simili a urla che si esauriscono in note di pianoforte acquatiche.

Il mini-album Recount (2014) raccoglie due lunghi pezzi dei Deaf Center: Oblivion (13:40) del 2008 e Follow Still (13:27) del 2012. Quest'ultimo è il pezzo di meditazione definitivo, il primo è una composizione cosmica rumorosa e dinamica.

SGAR (2011) è stata una collaborazione con Alexander Rishaug.

Aidan Baker, il musicista elettronico italiano Andrea Belfi ed Erik Skodvin hanno pubblicato alcuni album come B/B/S/: Brick Mask (Miasmah, 2013), Coltre / Manto (Midira, 2014), NK012 (Umor Rex, 2015) e Palace (Miasmah, 2016).

Svarte Greiner è rimasto il progetto principale di Skodvin, come documentato in Black Tie (Miasmah, 2013), Moss Garden (2016), Apart (2017) e Devolving Trust (2022).

Nel frattempo, Totland ha pubblicato due album per pianoforte solista.

Si sono riuniti come Deaf Center per Low Distance (2019), le cui composizioni sono sul lato più lento e umile della musica ambient. Note di pianoforte casuali e rumori glitch si increspano nell'atmosfera stagnante di Entity Voice. L'effetto è meno magico in Gathering, dove i rumori sono più forti e il pianoforte è meno sedato. Movements/ The Ascent prova una strategia diversa: un crescendo di ronzii su ipnotici pattern di pianoforte. È sorprendente che alcuni dei brani durino soltanto tre minuti: Faded Earth muore proprio quando stava diventando spaventoso. Far Between è un delicato esperimento di musica che non può avere un suono.


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