- Dalla pagina su Khalija di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Khalija, frutto dell'ingegno del musicista digitale Wyatt Keusch, di Los Angeles, ha debuttato con l'EP in sei movimenti Khalija (Mille Plateaux, 2010), successivamente ampliato a album completo.
La pulsante Khalija Part I si apre con una sintesi subliminale e sofisticata di techno minimale e musica dance industriale. Il loop di Khalija Part II fluttua all'interno di una torbida nuvola elettronica e distanti ritmi tribali come accadeva con la musica del quarto mondo di Jon Hassell A. Organismi gorgoglianti e scoppiettanti popolano la vorticosa radiazione di fondo di Khalija Parte III. Le macchine industriali lottano all'interno del reticolo psichedelico di Khalija Part V. Rumori digitali irregolari offuscano la superficie lucida e scintillante di Khalija Part VIII. Quando il ritmo non esiste, Keusch può essere ancora più inquietante, come nel breve buco nero alla deriva di Khalija Part VI e nel maestoso e lugubre vuoto cosmico di Khalija Part VII.
Wyatt Keusch ha pubblicato anche House of Ash (2010), attribuito a House of Ash, e gli album solisti Fleau (2008) e Dross (2010).
Come i suoi album precedenti, Object-Relations (Mille Plateaux, 2011) di Wyatt Keusch è un miscuglio. Ci sono diversi pezzi che non vanno da nessuna parte, ma alcuni lasciano un segno serio, in particolare la musica frammentata del martello pneumatico di Object 02 e la musica futuristica ambient glitch di Object 03. Object 05 è fondamentalmente una musica concreta snervante e altamente instabile. D'altra parte, accade troppo poco per giustificare gli otto minuti di Object 07. Object 08 è solamente un lungo esercizio di droni che, nello stesso modo, non apre nuovi orizzonti e non porta da nessuna parte.
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