Dalla pagina dei Soft Moon di Piero Scaruffi: traduzioni di Alessio e Stefano Iardella.


(Translation by/Tradotto da Alessio)

La one-man band di San Francisco Soft Moon (Luis Vasquez) debutta con The Soft Moon (Captured Track, 2010) con una vena che ricorda la new wave gotica di Sister Of Mercy, Ministry e Suicide. La tribale, stregata Breathe The Fire è la sua Temple Of Love (Sister Of Mercy), la dance pow-wow industriale a rotta di collo di Circles è la sua Where You At Now (Ministry), la tetra trenodia cavernosa Out Of Time è la sua Ghost Rider (Suicide). Queste sono avvolte in atmosferiche linee di synth, escoriate da linee di basso alla Killing Joke, e metabolizzate attraverso improvvisi cambi di tempo. Il poliritmo di Parallels fonde aromi caraibici e australiani prima che un beat "motorik" in stile Neu prenda il sopravvento. Sewer Sickness alza la posta incrociando una chitarra simile a una sirena e un mormorio di voci a un passo hyper-boogie ancor più in stile Neu. Dead Love mantiene un beat al galoppo ma vira sui toni più suadenti dei Joy Division. L'elettronica pulsante mantiene imperterrita il suo corso nell'apocalittico sciame chitarristico di We Are We e nei lamenti cosmico-psichedelici alla Gong di Primal Eyes, le due feste noise che coronano la parata di orrori. Le deviazioni dagli standard non sono meno sconvolgenti. I testi cercano di emergere nella lenta ballata When It's Over ma sono immediatamente sommersi da petulanti suoni elettronici. La tonante batteria di Into The Depths risveglia da una rimbombante melodia spaghetti-western della chitarra. La canzone più tradizionale, Tiny Spiders, è una litania infernale che racchiude una notevole quantità di disperazione. Queste glaciali, meccaniche, ballabili aberrazioni di musica costituiscono l'ideale colonna sonora alle visioni distopiche come in "New Babylon" di Constant Nieuwenhuys.


(Translation by/Tradotto da Stefano Iardella)

L'EP di quattro canzoni Total Decay (Captured Tracks, 2011) si è spostato in modo più deciso nel terreno della fantascienza, con Total Decay che evoca i primi Chrome e i Devo, il motorik alieno Repetition che si trasforma in un'orgia metallica nella giungla e la jam dance post-techno Visions per fiati synth e tamburi tribali che coronano la visione distopica.

Zeros (Captured Tracks, 2012) scava nel caos e nella tristezza, ma lo fa in un modo più prevedibile. Il voodoobilly industriale di Machines, la frenesia singhiozzante di Remember The Future e il robotizzato Die Life alla Sisters Of Mercy sono validi come musica dance di sottofondo ma alla fine dimenticabili perché costruiscono troppo poco sul ritmo.
Nella migliore delle ipotesi, potrebbero essere utilizzati da produttori migliori per dei remix creativi.
Ciononostante, ci sono momenti di grande pathos: Zeros, il miglior tributo di questo album al dark-punk (con uno staccato di chitarra preso in prestito da Major Tom di Peter Schilling), il canto funebre sognante con massiccia distorsione di Insides, e la musica tribale africana infestata di Want che riscatta da sola ogni momento derivativo.

Luis Vasquez è morto nel 2024 all'età di 44 anni, dopo un party privato tenutosi a Los Angeles, in cui hanno perso la vita altre due persone, tra cui il suo amico e produttore Juan "Silent Servant" Mendez.


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