- Dalla pagina sui Villagers di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

Villagers, il progetto solista del cantautore e batterista irlandese Conor O'Brien, già membro deegli Immediate (con David Hedderman) che avevano pubblicato In Tower & Clouds (Fantastic Plastic, 2006), ha debuttato con Becoming a Jackal (Domino, 2010).
O'Brien mostrava un'anima sincera e profonda, e qualche vertigine alla Robert Wyatt in I Saw The Dead, un inno avvolto negli archi mentre il pianoforte e la batteria sembrano suonare due melodie diverse. È specializzato in pittoresche reinvenzioni della melodia del Mersey-beat (Becoming a Jackal) e del pop di Burt Bacharach (Home ). Per raccontare le sue storie con il massimo pathos, mescola elegantemente gospel e country nel tenero The Pact e decostruisce la musica soul in falsetto nel folle crescendo di Pieces. Un cantante completamente diverso affronta i fragili lamenti di The Meaning Of The Ritual (con archi e corni che si gonfiano e svaniscono con grazia) e della marziale elegia Neil Young-iana Twenty-Seven Strangers.
Nonostante il materiale disomogeneo, questo album consacrò O'Brien come una delle one-man band individuali più affermate della sua generazione.


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