Dalla pagina sui Datashock di Piero Scaruffi (Editing di Stefano Iardella):
I Datashock, un collettivo tedesco di hippy polistrumentisti, fondato dal cantante e tastierista Pascal Hector nel 2003, ha debuttato con il singolo Die Frage Ist Wann Es Absurd Wird (2004), quindici minuti di caotica musica da camera elettroacustica dadaista con occasionali esplosioni di rumore e di digital-hardcore eseguito dal trio formato da Hector, Thomas Huckert e Thorsten Haupt.
Dopo una serie di collaborazioni, documentate su album, mini-album, cassette ed EP come Vol I (2006), VPRO Session & Special (2008) e Vol IV (2008), i Datashock hanno pubblicato il loro album di debutto ufficiale, Untitled Symbol (Qbico, 2008).
Qui l'ensemble era composto da Hector, il tastierista Ronnie Oliveras, il tastierista Ulf Schutte (la mente del progetto parallelo Shivers), il chitarrista Jan Werner, Marcel Turkowsky, la cantante Martina Ripplinger e la violinista Ruth-Maria Adam. Il lato A di 24 minuti è un crescendo al rallentatore di segnali elettronici, fisarmonica ronzante e percussioni metalliche, da cui alla fine emerge un'invocazione distorta, e poi la densità del rumore aumenta per evocare una nebulosa polverosa vorticosa (che governa gli ultimi dieci minuti). Il lato B ha ancora più qualità fantascientifiche, ma soccombe comunque al balbettio sciamanico e alla distorsione selvaggia.
La cassetta Rambo Wikinger (Tipped Bowler, 2008) raccoglie due registrazioni, il pezzo di 24 minuti della cassetta 11/3/06 (2006) e un'improvvisazione del 2007.
Il mini-album Acidulle (Chococalte Monk, 2008) contiene Kraki Wandert Aus, di undici minuti, in cui il sestetto (Hector, Werner, Ripplinger, Oliveras, Haupt, Schutte) evoca una sinistra giungla tecnologica che lentamente si trasforma in un languido mantra cosmico.
I Datashock sono stati coinvolti in varie collaborazioni, tra cui Alle In Einem Bus (Textile, 2009).
La più ambiziosa di queste collaborazioni si intitolava semplicemente Collaboration (Meudiademorte, 2009), un doppio disco con il duo psichedelico tedesco dei Pretty Lighning (il batterista Christian Berghoff e il chitarrista Sebastian Haas), che all'epoca avevano appena registrato il loro album di debutto eponimo, Pretty Lightning (O.K. Stars, 2009). Qui i Datashock erano un trio: Hector, Ronnie Oliveras, Ruth-Maria Adam. L'album consiste in una serie di jam improvvisate senza titolo, per lo più anemiche, in particolare la spettrale e assurdamente sconnessa I-I, il crescendo cosmico-sciamanico I-III e la danza pow-wow ubriaca di II-VI.
La cassetta Taramopskasefuss (Earjerk, 2010) documenta due performance dal vivo di un ottetto (Hector, Oliveras, Schutte, Werner, Adam, Ripplinger e il duo dei Pretty Lightning): Mueff-Busters di 23 minuti e i 21 minuti di Wann Koennte Man Denn Noch Was Zu Kiffen Bekommen. La musica è troppo diluita per diventare interessante in qualsiasi momento.
La cassetta Para Dieswarts Dull (Colour Ride, 2010) contiene materiale di qualità inferiore, come i 14 minuti di Cumin Seed Margherita che sembrano eseguiti da un gruppo di dilettanti delle scuole superiori (in realtà Hector, Oliveras, Werner Adam, Ripplinger e il duo dei Pretty Lightning).
Una formazione leggermente modificata di voce (Hector e Ripplinger), chitarre (Werner e Haas), basso (Jan Stutz), batteria (Berghoff), violino (Adam) e sintetizzatore (Hector e Oliveras) ha registrato il doppio album Pyramiden Von Giessen (Dekorder, 2011). Se la tribale Lasagne Phalanx è troppo semplicistica, le dilatate ed eteree Kanal Telemedial Energieausgleich (per circa sei minuti) e Das Maerchen Vom Zauberbergi (per circa sette minuti) abbracciano un tipo di sfuggente musica psichedelica che astrae completamente dalla musica rock. La batteria è il loro punto più debole: in entrambi i casi il fascino svanisce quando entra in gioco la batteria. I dieci minuti di Datashock The Mothership Reactivated Flying hanno sfumature fantascientifiche e linee di chitarra più melodiche. I 17 minuti di Schlupp Vom Gruenen Stern impiegano un'eternità per materializzarsi da un caos discreto di suoni suadenti e terminano con una linea di chitarra ancora più piacevole. Il problema è che risulta fin troppo indulgente. Questi pezzi potrebbero essere ridotti di molto senza perdere granchè.
La cassetta LiveLoveData$ (Eiderdown, 2013) documenta una performance live del 2009.
Il doppio album Keine Oase in Sicht (Dekorder, 2014), registrato da un ottetto (Hector, Werner, Haas, Stutz, Oliveras, Adam, Berghoff e il nuovo arrivato Daniel Fuchs), è prodotto e suonato meglio ma non rimuove la fondamentale limitazione di un formato ripetitivo e prevedibile: suoni sciolti e suadenti che lentamente (molto lentamente) si fondono in una sorta di danza ritmica. Il lungo preambolo di Mudschahidin Der Liebe (13:48) conduce a un'ipnotica jam blues-rock.
Vor Den Toren Von Gewas (13:23) è leggermente più cromatico e pieno di suspense. Obsidian Karavan Und Die Acht Drachmen (11:46) e Desert Lustgerte Goldnougat Gobi se la passano meglio perché si abbandonano al paesaggio sonoro astratto, lasciandolo girare e non evolversi, senza cercare di dargli un senso.
I Datashock sembravano incapaci di riconquistare la magia del loro singolo di debutto Die Frage Ist Wann Es Absurd Wird (2004).
Quattro anni dopo riuscirono però a raggiungere quell’impresa: Krauter der Provinz (Tapete, 2018), un altro vasto doppio LP, registrato dallo stesso ensemble di otto membri (con una sola modifica), si apre con la danza motorik, ispirata ai Neu, Hullu Gullu Wir Liefern Shizz (il cui titolo fa direttamente riferimento a Hallogallo dei Neu).
Questo è un estremo dell'album. L'altro estremo è l'infinita e languida ripetizione di Spirituelle Enthaltsamkeit Im Sandwichverfahren (12:43). Nel mezzo c'è il loro metodo tradizionale di lento accumulo, che riesce soprattutto quando il ronzio dai toni raga di Im Zuchtstall Der Existenzhengste (16:12) si evolve in una solenne jam space-rock. Halb-Halb Wie Ein Guter Kloss (12:56) si sviluppa (relativamente velocemente per i loro standard) in una vera atmosfera sciamanica, ritmo lento, ronzio elettronico alternato e litania cerimoniale. D'altra parte, ci vogliono nove minuti perché il caos percussivo tribale di Wenn Alle Wollen Will Uch Auch (11:05) si fonda in uno schema groovy con viola distorta alla Velvet Underground.
C'è una nuova intelligenza all'opera, oltre a un gioco complessivamente migliore. Inizialmente, Schoenster Gurkenschwan (11:44) evoca spazi cosmici, poi sembra la colonna sonora di un dramma "noh" giapponese, poi ritorna ai vuoti cosmici ma con un cupo rimbombo e con feroci distorsioni. Questo pezzo è insolitamente "narrativo" per loro, e incarna anche più melodramma che mai. Il loro album più musicale fino a oggi, e forse il primo in cui si sono davvero soffermati a pensare a come sviluppare le composizioni.
Pascal Hector ha anche pubblicato cassette con il soprannome di Elfenbeinturm, in particolare Hallo Endzeit (2020).
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