- Dalla pagina su Girl Band di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Il quartetto irlandese Girl Band, guidato dal cantante Dara Kiely e dal chitarrista Alan Duggan, ha debuttato con l’EP France 98 (2012) e una manciata di singoli, tra i quali la “modern dance” alla Pere Ubu di Lawman (2014), di sei minuti, The Cha Cha Cha (2014) e De Bom Bom (2014), che sono stati in seguito raccolti sull’EP The Early Years (2015) insieme a una cover di Why They Hide Their Bodies Under My Garage di Blawan.
Il primo album, Holding Hands with Jamie (Rough Trade, 2015), è un saggio di accoppiamento del coesivo con l’abrasivo sulla scia del noise-rock degli anni ‘90. Umbongo apre con la chitarra di Duggan che imita il riff di Telstardei Tornados mentre il batterista Adam Faulkner scatena un bombardamento quasi grindcore, e termina con un muro di distorsione. Il crescendo catastrofico di Pears For Lunch decolla ed entra in un’orbita Neu!-iana. Baloo, il vertice dell’album, è una danza voodoo industriale che nasce da una folle miscela di Pere Ubu e Cramps . Secondo a poca distanza è Paul di sette minuti, un altro brano propulsivo che suona come una jam tra i Fall e i Neu!, solo più selvaggia, e che esplode in un caos Boredoms-iano. Un terzo incontro di isteria si materializza nel frenetico esorcismo tribale di The Witch Dr. Nel frattempo, l’album ha servito la ballata danneggiata In Plastic, il girotondo infantile di Texting An Alien e il missile punk The Last Riddler. La suite mutante di otto minuti Fucking Butter (una recitazione su un caotico noise strumentale) suona come una lunga variazione sul loro singolo Lawman. La batteria di Faulkner è la vera protagonista dell’album.
The Talkies (Rough Trade, 2019) non confeziona la stessa potenza. Kiely risulta verboso perfino per gli standard di Mark E Smith dei Fall (il cantante al quale somiglia di più) in canzoni come Going Norway e Salmon Of Knowledge. Una follia sonora divora il fondamento logico per Couch Combover e Aibohphobia suona come una ninnananna perduta di Syd Barrett. La combinazione tra recitazione psicotica e paesaggio sonoro alieno in canzoni come Amygdela si collocano da qualche parte tra i Pere Ubu e i Jesus Lizard. E' andata perduta, invece, la propulsione a razzo del primo album, rimpiazzata da concetti più profondi, come la galoppata di Caveat sotto urla maniacali e distorsione. Prefab Castle, di sette minuti, inizia con un languore psichedelico ma in seguito raccoglie fervore industriale sino a collassare in un palude di chitarre atonali. L’interazione del quartetto splende in Shoulderblades, di sei minuti, nella quale il folle farneticare del cantante si scontra con un prolungato rumore di livello industriale fino ad essere inghiottito in una oscura fornace fredda; ma anche nel breve intermezzo strumentale Akineton, un picco di genio cinematografico che sfortunatamente è lasciato incompiuto. Nel complesso questo secondo album è di qualità superiore al primo, specialmente nelle parti di chitarra, e la batteria è meno impetuosa ma più intelletuale. Il cantato rimane una vittoria a metà. Non essendo un granchè come cantante, Kiely per lo più parla e grida. Ma, dopo tutto, questa non è musica per crooner pop o tenori dell’opera.
Nel 2021 hanno cambiato nome in Gilla Band e hanno pubblicato Most Normal (Rough Trade, 2022), un album complessivamente più rumoroso ed elettronico. I punti salienti sono Backwash, un pezzo relativamente orecchiabile (che ricorda Einsturzende Neubauten), e Bin Liner Fashion, che rapidamente degenera in pura isteria. Parti dell'album sono dance-punk riciclato (I was Away) e altre parti sono solamente musica noise alla moda (The Gum, la prima metà di The Weirds).
- Torna alla pagina su Girl Band di Piero Scaruffi -