- Dalla pagina sui Metasplice di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
I Metasplice, un duo elettronico della Philadelphia, hanno mescolato techno e noise sulla cassetta MS I/II (Injections Limited, 2012).
Questo è stato il metodo seguito nell'EP di quattro canzoni Topoographic Interference (Morphine, 2012), in particolare con Buoyant Slight.
Il singolo Decant/ Churn (2012) ha perfezionato l'idea, il primo un serpente da pista da ballo a spirale (con poco rumore) e il secondo una slot machine sposata con un segnale interstellare (molto rumore).
Il doppio LP Infratracts (Morphine, 2013) rappresenta il loro manuale su come intrecciare ritmi dance creativi con rumore inquietante e dissonante. Ogni pezzo è spinto da una pulsazione elettronica vividamente organica. Non sono battiti: sono battiti cardiaci (di alcune creature misteriose). Arterial Protocol combina un ritmo industriale martellante e droni affilati che lo attraversano. Il ritmo muscolare di Prismatic Sway è trafitto da un lamento metallico che evoca uno stato di alienazione. Le rimbombanti percussioni pneumatiche di Novaglide si scontrano con la dissonante musica lounge extraterrestre in un crescendo di bruttezza isterica. D'altra parte, Dioxinition è solo una sinfonia di ritmi, poliritmi provenienti dalla fabbrica dell'inferno. I toni rimbalzanti del synth di Cylindrics trovano l'improbabile intersezione tra la techno e la musica concreta di Morton Subotnick. Nel denso e multistrato Concrode sembra che milioni di grilli attacchino una supernova morente e facciano impallidire le voci torbide dei monaci tibetani spettrali. L'album si conclude con il pezzo più esuberante, IV Phenol, che sembra una forma fulminata di foxtrot e termina con un muro di rumore bianco.
Il singolo Vertia/ Tiled Eighths (2014) contiene due composizioni di nove minuti: la prima ispirata alla ripetizione minimalista, la seconda magistralmente scolpita attorno a un suono gocciolante.
Hanno ulteriormente distorto e deformato i ritmi sul doppio LP Metasplice (Bruxist, 2015) per concedersi più spazio per la pittura sonora astratta. Ciascuno dei quattro lati è diviso in due composizioni. A1 e C2 cercano nuovi modi per incanalare i battiti nel flusso sanguigno, battiti che mirano al cervello piuttosto che alle gambe. D2 esplora uno spazio oscuro tra le danze tribali africane e i primi viaggi psichedelici dei Pink Floyd, come Interstellar Overdrive. Il frenetico e distorto B1 e soprattutto il rumoroso, caotico e sismico C1 optano per un approccio viscerale, mentre il lento gocciolamento di A2 e il segnale interstellare fluttuante di B2 mirano a uno stato di ipnosi prima di svelare la loro energia ritmica. Abbandonando del tutto il ritmo, D1 è pervaso da droni enormi e stridenti. L'effetto complessivo è simile a una terapia d'urto.
Dopo una lunga pausa, i Metasplice sono tornati con Mirvariates (Trilogy Tapes, 2018), un paesaggio sonoro puramente astratto che rinuncia ai ritmi dance. La lenta tortura abrasiva di Vase Weight Re-Route è superficiale rispetto al calmo processo di demolizione di Subaltic Render, ed entrambi sono ingenui e primordiali rispetto all'alieno sibilo assordante di Speculen, la musica concreta nella sua forma più psicologica.
L'EP Sapphrine Extent (2020) contiene i 19 minuti di Karstremics, un collage di suoni elettronici nella vena di Stockhausen.
Moonraker è stato uno spin-off che ha generato EP come M_type (2012), Remota Instruere (2013), Lowjit Vagrants (2013) e Refracuity (2014), seguiti dalla cassetta Aver (2015).
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