- Dalla pagina sui Moon Relay di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Il quartetto norvegese Moon Relay (il chitarrista Daniel Meyer Grønvold, il bassista degli Havard Volden Ola Høyer e il batterista Martin Larsen) ha debuttato con il mini-album strumentale Moon Relay (2013), contenente l'industrial dance di Fight Shy in stile This Heat, il rumoroso psicobilly A Fit Shore e i dieci minuti cosmici Dracula Dub, tre interpretazioni eleganti di tre generi completamente diversi.
Moon Relay (2014), i cui titoli di canzoni sono sequenze di caratteri speciali ASCII, è un'altra raccolta eclettica di composizioni strumentali, per lo più pulsanti e dissonanti. Le chitarre continuano a guidare la musica, anche se Grønvold e Havard suonano anche le tastiere. La dura danza industriale dissonante """"S e l'assolo di chitarra no-wave stridulo e rumoroso -->--> (qualcosa che Arto Lindsay avrebbe potuto fare negli anni '70) mostra una passione per i suoni estremi, ma c'è anche ordine e geometria nella loro musica. In effetti, la ripetizione negli otto minuti di ,,,,,,v,,,,,, è addirittura troppo autoindulgente, allo stesso modo in cui la frenesia selvaggia e distorta di `´`´```´``/ è indulgente in direzione opposta. Le migliori sono le jam garage-rock ////////L e ::……-_-_//#1 (specialmente la sua seconda parte), che trovano un migliore equilibrio tra ordine e caos invocando e rielaborando vecchie idee dei Sonic Youth e Neu!.
Altre di queste strane creature aliene (7//_) e danze robotiche (...,,\y) sono apparse su Full Stop Etc (2016), ma il suo pezzo forte è la locomotiva psichedelica di dieci minuti ..../__ (;;;''___'',,,), nonostante il suo finale noioso.
Aumentando ulteriormente il ruolo delle tastiere elettroniche e presentando una nuova sezione ritmica esplosiva (il bassista Ola Høyer e il batterista Christian Naess), IMI (Hubro, 2018) sposa il loro originale suono psichedelico tribale con suoni sincopati funk e jazz, puntando a una sorta di dancefloor furistico. E quindi #`´`´``/ suona come Gang Of Four sotto steroidi, e la batteria domina il funk della macchina- jazz di –#/#^. (^)II unisce riff hard-rock viscerali e free-jazz caotico. ___$ passa dal jazz liquido e sognante al boom del free-jazz. La vicina F–<:::: è, invece, un'altra delle loro instancabili locomotive selvagge, primordiali e ispirate ai Neu!. Spostando l'attenzione verso un tipo deviante di musica dance invece di una variazione intelligente di vintage, prog-rock e post-rock, questo album ha segnato un salto di qualità in avanti per i Moon Relay.
Il doppio LP _...-``-..._ (2020), originariamente una collaborazione con gli artisti visivi Anthony Barratt ed Espen Friberg, è generalmente molto meno emozionante (gli otto minuti di I sono un'imitazione delle vecchie sinfonie minimaliste di Glenn Branca, i nove minuti di II sono un'imitazione della musica cosmica dei primi anni '70, e III è l'unica interpretazione interessante delle orge funk-jazz dell'album precedente), ma i nove minuti di IX riescono ancora a creare una sufficiente fusion di elementi propulsivi e discordanti, e il pezzo di chiusura da nove minuti, X, è uno dei loro dipinti sonori più astratti e dissonanti, con un ritmo dance inballabile, sepolto nel rumore della chitarra.
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