Qa'a, formed by Spanish multi-instrumentalist Victor Hurtado,
debuted with
Vesprada (Magia Roja, 2009), a bit fragmented and amateurish,
but already pregnant with an impressive amount of intriguing ideas
conceived and performed by a deviant intelligence.
The alien pulsations and sparse noisescape of Perpetu (9:05)
are pure abstraction until almost the end when they coalesce and swirl into
a symphonic crescendo.
That psychological subtlety is rarely achieved by the rest.
Ancores (9:44) is more conventional loose acid jam a` la
Grateful Dead's Dark Star. Unlike
Desmadrados Soldados De Ventura,
which is all energy and synergy, Qa'a prefers to investigate the least
articulate layer of the subconscious.
Vesprada (9:18) belongs to the category of austere,
sophisticated, electroacoustic compositions, a study in colliding
turbulence and drones, in juxtaposing and integrating ear-splitting dissonance
and celestial order.
Misteris De La Sang (17:14) in an intimidating kind of
excursion into the psyche. At first, it materializes as
free-jazz cacophony, all screeching and snorting; then as a crescendo,
sustained by locomotive-like rhythm and Sonic Youth-esque guitar repetition; then as alien videogame-like signals;
then as abstract dissonant soundpainting;
then as a mysteriously droning saxophone fanfare.
The album overflows with intuitions that are not fully developed, like a
sketchbook for future projects:
the subhuman dub/blues Speakerbox/ Mirror Said,
the Red Crayola-esque freak-out Hungover Dub,
the industrial vignette Fet D'os...
Saxophone and synthesizer frequently upset the balance of traditional
acid-rock instruments.
The mental breakdown became much more humane on
Chi'en (Magia Roja, 2009), a collection of less noisy and better
structured songs (and sung songs, not instrumentals).
The main culprit is the
quiet soft ballad Eastdown Westdown (8:00)
with a rather conventional melodic and rhythmic crescendo, something that
one would expect on a Pink Floyd album.
The six songs are stretched over several minutes (up to 25), but their
music carefully avoids the jarring and brainy (or simply anarchic) excesses
of the first album.
Speaker Box (15:42) borrows from jazz-rock shuffles, then embraces
reggae overtones, then indulges in laid-back jamming, and only towards the
end injects a bit of guitar effects (but always over steady drumming).
The sleepy rhythms, languid chant and heroic guitar solo of
Time Is Key (17:28), another homage at
latter-day Pink Floyd, is redeemed
by ten minutes of tense jamming that peaks with an incendiary freak-out
and ends with a mooing drone.
Luckily, Peeling Off (24:55) restores Qa'a to the realm of insanity
with screaming saxes and pulsing electronics, followed by or buries under
ten minutes of percussive orgy, then taken over by an army of evil dancing
sci-fi synths. Unfortunately, parts of it sound redundant. It could have
been edited down to 10 or 12 minutes.
She Provides (10:08) is another glorious slab of space-rock gone
astray, rapidly spinning out of control to become an unclimbable
wall of noise and of screams (but, again, the last few minutes could even
been edited out).
While it doesn't even come close to the brutal creativity of the first album,
Sang (Magia Roja, 2013) has at least perfected the art of
morphing
bridging opposite extremes of sound
Sang (8:24) grafts post-Hendrix guitar cacophony onto an electronic dub-funk trunk, and then forgets both to delve into otherworldly noise and thumping, and then opts for a coda of alien radio communications.
Very little happens in Retorn Etern (9:52) over a pulsing beat, and one
is ready to be lulled into a laid-back mood, but then the vocal effects,
a rhythmic acceleration and some sitar-like droning enter a trancey dimension.
A sort of transcendence (and a higher degree of it) is also achieved by
Ascensio (10:36), a protracted percussive study.
No t'Aturis Mai (7:46) works towards the same goal, although it
substitutes the
stereotypical Velvet Underground rhythm
and a merciless crescendo of jarring guitar distortion
for the mindless orgy of drumming.
The spectral electroacoustic composition
Eleccio en el Laberint (11:47) is the ideal soundtrack for a
surrealist painting: metallic noise, tribal percussion, floating drones,
random piano notes, dadaistic nonsense.
The relaxed side of Qa'a stretches out in Vermell Profund (12:33).
The shorter intermezzos are sometimes more extreme, notably the
violently dissonant musique concrete of Mort a les Formigues,
and
the industrial-grade vomit of Rebenta't tos Agonica.
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(Translation by/ Tradotto da Damiano Langone)
I
Qa'a, formati dal polistrumentista spagnolo Victor Hurtado, debuttano con Vesprada
(Mgia Roja, 2009), album un po' frammentario e vagamente amatoriale, ma
gi ricco di idee molte intriganti tradotte nella pratica con anomala
intelligenza. Le pulsazioni aliene e il tenue paesaggio rumoroso di Perpetu (9 minuti) sono pura astrazione
sonora, almeno fino a quando non trovano sbocco in un crescendo sinfonico. Gli
altri brani raggiungono di rado la stessa finezza psicologica. ncores (quasi 10 minuti) una jam
psichedelica pi convenzionale (sulla falsariga di Dark Star dei Grateful Dead) e a differenza dei Desmadrados
Soldados De Ventura, tutti impeto e compenetrazione, i Qa'a preferiscono
investigare i piani meno intricati del subconscio. Vesprada (oltre 9 minuti) una austera e al tempo stesso
sofisticata composizione elettroacustica, uno studio sulla collisione fra
bordoni e turbolenze sonore, che accosta e integra insieme tempestose
dissonanze e ordine celeste. Misteris De
La Sang (17 minuti) una inquietante escursione nella psiche che prende le
mosse da una cacofonia free-jazz (piena di ogni genere di stridori), per poi
assumere la forma del crescendo (con ritmo da locomotiva e ostinato di chitarre
alla Sonic Youth), dal quale si sviluppano prima una sequenza di suoni alieni
da videogame, poi un dissonante paesaggio astratto, e infine il misterioso
bordone di una banda di sassofoni. L'album trabocca di intuizioni non adeguatamente
sviluppate, come se si trattasse pi di appunti per progetti futuri che di un
lavoro davvero compiuto: il dub-blues subumano di Speakerbox / Mirror Said, la follia alla Red Crayola di Hungover Dub, la vignetta industrial di Fet D'Os. Il sassofono e il
sintetizzatore spesso destabilizzano l'equilibrio della strumentazione tipica
dell'acid-rock.
L'esaurimento
nervoso assume aspetti decisamente pi umani con Chi'en (Mgia Roja, 2009), una raccolta di brani meno rumoristi e
pi strutturati (con la presenza del canto e senza strumentali). Anche se le
sei tracce sono tutte parecchio lunghe (arrivando persino a toccare i 25
minuti), la musica evita accuratamente gli eccessi eruditi e stridenti (o anche
solo semplicemente caotici) presenti nel primo album. La composizione pi
convenzionale la morbida e calma Eastdown
Westdown (8 minuti), con un crescendo ritmico e melodico che ci si
aspetterebbe dai Pink Floyd. Speakerbox
(quasi 16 minuti) prende in prestito uno shuffle jazz-rock, quindi abbraccia le
suggestioni reggae, per poi cullarsi in una rilassata jam che solo verso la
fine vede l'ingresso di un minimo di chitarre effettate. Time Is Key (oltre 17 minuti) inizia come un altro omaggio ai tardi
Pink Floyd (ritmi sonnolenti, canto languido e assolo eroico di chitarra), ma
poi si redime con dieci minuti di intensa jam (spinta fino al parossismo
incendiario), a cui fa seguito un mugghiante bordone. Per fortuna, Peeling Off (25 minuti) riporta i Qa'a
nell'alveo della pazzia (prima, sassofoni urlanti e pulsazioni elettroniche,
poi dieci minuti di orgia percussiva, quindi un esercito di malefici synth da
dance music fantascientifica), ma ci sono diverse sequenze ridondanti e il
brano si sarebbe potuto ridurre a non pi di 10/12 minuti. She Provides (10 minuti) un altro magnifico esempio di space-rock
alla deriva che va rapidamente fuori controllo fino a ergersi come un
invalicabile muro di rumori e urla (anche se, ancora una volta, l'ultima parte
di troppo).
Pur
senza avvicinarsi minimamente alla brutale creativit del primo album, Sang (Mgia Roja, 2013) ha almeno il
merito di aver perfezionato l'arte della trasformazione, facendo meglio
convivere gli estremi sonori. Sang (8
minuti e mezzo) innesta una chitarra cacofonica post-Hendrix in un corpo
dub-funk elettronico, per poi dimenticarsi di entrambi, rovistare fra rumori di
un altro mondo e infine chiudere con una coda di comunicazioni radio aliene. Sembra
non succedere granch in Retorn Etern
(10 minuti), e ci si prepara a farsi cullare dalle atmosfere rilassate, ma poi
gli effetti vocali, una accelerazione ritmica e un bordone che ricorda un sitar
proiettano dentro una dimensione da trance. Un particolare tipo di alta trascendenza
viene toccata dal prolungato studio percussivo di Ascensi (10 minuti abbondanti). No T'Aturis Mai (quasi 8 minuti) si impegna a conseguire il
medesimo risultato, sostituendo per la dissennata orgia percussiva con il
ritmo stereotipico dei Velvet Underground e con uno spietato crescendo di
stridenti chitarre distorte. La spettrale composizione elettroacustica Elecci En El Laberint (quasi 12 minuti)
la colonna sonora ideale di un dipinto surrealista: rumori metallici,
percussioni tribali, bordoni fluttuanti, note casuali al pianoforte e nonsense
dadaista. Il lato rilassato dei Qa'a si esprime in Vermell Profund (12 minuti e mezzo), mentre di solito nei brevi
intermezzi che si concretizza il maggior estremismo sonoro del gruppo catalano,
in particolare in Mort A Les Formigues
(musica concreta violentemente dissonante) e in Rebenta't Tos Agnica (vomito industrial).
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