- Dalla pagina sui Teeth of the Sea di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

Il gruppo inglese Teeth of the Sea ha trasformato Orphaned By The Ocean (Rocket, 2009) in un tour de force di space-rock strumentale mescolato con influenze desert-rock in stile Calexico ed elettronica pungente anni '70. L'ouverture, Only Fools On Horse, è un duetto tra una tromba messicana e droni elettronici. Latin Inches, di otto minuti, è una jam di chitarra spaziale più convenzionale e atmosferica, con il solito crescendo alla fine. Troppi pezzi soffrono di una crisi di identità. Ad esempio, Swear Blind The Alsation's Melting oscilla selvaggiamente da un lamento di tromba a un forte freak-out di chitarra distorta. Il rilassante paesaggio sonoro ambientale di Dreadnought esplode all'improvviso in una sorta di danza gitana. La differenza è ovvia se confrontata con l'unico pezzo coerente e unitario: Sentimental Journey, una semplice progressione lineare da un insieme di suoni dissonanti e sconnessi a una forte e martellante dance-trance che racchiude molta più potenza emotiva di tutti gli altri pezzi messi insieme.

Your Mercury (Rocket, 2010) ha notevolmente migliorato (o diluito, a seconda dei punti di vista) le loro jam space-rock con toni sia futuristici che gotici. La jam caotica The Ambassador sembra il risultato di un pow-wow imbevuto di alcol, con una batteria solenne mescolata a voci dementi e ogni genere di dissonanza. Gli otto minuti di You're Mercury mettono in scena la loro progressione più spettacolare finora, trasformando un'atmosfera jazz noir guidata dalla tromba in un'epica cavalcata cosmica guidata dalla chitarra. Il resto è molto più vario ed eclettico, anche se non sempre originale e compiuto. La vignetta elettronica Cemetery Magus offre una strana combinazione di musica techno e voodoobilly. L'influenza dei synth-revivalisti (Oneohtrix Point Never e simili) è visibile nella fibrillante fantasia elettronica A.C.R.O.N.Y.M., prima che la chitarra versi alcune sane dosi di distorsione acid-rock. Nella lugubre canzone di chiusura Hovis Coil le frasi serene della tromba e la ripetizione minimalista della chitarra si aggrovigliano in un raga psichedelico metafisico. Ironicamente (o intenzionalmente) il pezzo più melodico è Mothlike per casuali voci di folla ed effetto vibrato di chitarra.


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