- Dalla pagina sui Twenty One Pilots di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
I Twenty One Pilots, un duo dell'Ohio formato dal cantante e tastierista Tyler Joseph e dal batterista Josh Dun, esordirono con il loro brand di orecchiabile rock tastieristico su Twenty One Pilots (2009) e Regional at Best (2011).
Vessel (Fueled by Ramen, 2013), che contiene anche materiale estratto da questi primi due album autoprodotti, divenne celebre per l'arena pop Ode to Sleep, ma la maggior parte delle canzoni vantano una più complessa interazione tra diversi stili vocali (anche all'interno della stessa canzone, come nella magistrale Holding on to You) con un effetto che qualche volta si avvicina a un music-hall Queen-eggiante (Migraine, Semi-Automatic). Pura esuberanza melodica pervade l'allegro singalong country-rock di House of Gold e l'azzardata sintesi di synth-pop, hard-rock e bubblegum pop che è rappresentata da Guns for Hands. La gamma di formati è ampia, dalla power-ballad operistica alla martellante musica house di Trees.
Sono diventati delle star grazie al singolo Stressed Out, da Blurryface (Fueled by Ramen, 2015), che ha fallito nel tentativo di sconfinare nel reggae, nel dubstep, nella techno e in generiche canzoni radiofoniche come l'hip-hop infantile di Heavydirtysoul, l'ukulele-driven di We Don' t Believe What's on TV, la canzoncina synth-pop Hometown e la ballata Goner.
Hanno fatto un'impressionante inversione di marcia con l'oscuro e introspettivo Trench (Elektra, 2018), una dichiarazione artistica più forte che eccelleva in eteree ballate pop-soul come Bandito e Neon Gravestones, sicuramente il loro lavoro più atmosferico.
Dopo il singolo dance-pop Level of Concern (2020), l'album Scaled and Icy (Elektra, 2021) fu un'enorme delusione, una raccolta di melodie trite e di second'ordine.
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