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Saul Bellow (Canada, 1915)
"The Dangling Man" (1944) "The Victim" (1947) "The Adventures of Augie March" (1953) + La Renling decide d'adottare Augie e di farlo erede unico; Augie preferisce però liberarsi della presenza asfissiante della signora trovandosi un altro lavoro; incontra Joe Gorman, che gli offre d'aiutarlo a portare immigrati clandestini dal Canada: Augie accetta, ma l'auto di Gorman è rubata e presto i due hanno la polizia alle calcagna; Augie evita l'arresto, Joe no. Poi Augie comincia il viaggio di ritorno via autostop e treni (di sotto), ma viene arrestato per vagabondaggio; dopo una notte di carcere, arriva finalmente a Chicago. Scopre che Simon ha venduto tutto e lasciato la madre, ormai cieca, dai Kriendz, e che la nonna è morta. Simon era impazzito per sposare una ragazza di nome Cissy, ma, nel tentativo di fare soldi in fretta, s'era fatto derubare di tutto. Il padre della ragazza l'ha quindi data in moglie al cugino Five Propertics, non prima che Simon mettesse a soqquadro la casa fino a dover chiamare la polizia. Ora Simon è pieno di debiti, ma ha accettato di sposare per soldi una ragazza grassa, Charlotte Magnus. Augie viene convinto da Manny Padilla, un ex compagno di scuola, a mettersi a rubare libri di testo universitari. 22. Ormai abbiente, Simon tenta di convincere Augie a sposare Lucy, la cugina di Charlotte, e lo assume nel proprio negozio; Augie conosce una ragazza di nome Mimi, di cui diventa stretto amico; quando questa rimane incinta di un certo Frazer, che abita nello stesso stabile, Augie l'aiuta ad abortire: la vigilia dell'anno nuovo, però, la famiglia apprende che lui è stato visto con questa ragazza incinta, e, fraintendendo il suo ruolo, lo mette alla porta. Augie entra in un sindacato di camerieri e s'innamora d'una collega greca, Sophie. Quando cerca d'opporsi ad una banda di gangster che vuol provocare disordini, Augie si mette nei guai e deve scappare; si rifugia in casa di Thea Fenchel, che, nel frattempo, s'è rifatta viva e sembra più che mai innamorata di lui: in realtà è fuggita dal vecchio e ricco marito a cui l'hanno ammogliata, ed il ricco zio l'ha praticamente diseredata in seguito allo scandalo. Thea gli propone un viaggio in Messico, dove spera di sfruttare un'aquila di sua proprietà per racimolare un po' di soldi. Tentano invano d'addestrare l'aquila a cacciare iguana; Augie ci rinuncia dopo una brutta caduta da cavallo: durante la convalescenza fa amicizia con un gruppo di scapigliati, mentre Thea continua a cacciare serpenti. Uno degli amici, Oliver, si mette nei guai con la polizia, e Stella, la sua ragazza, chiede ad Augie di aiutarla a scappare lontano da lui. Quella notte Augie e Stella fanno l'amore e Thea lo capisce appena lo vede tornare. Thea lo pianta, ed Augie, che ora la ama davvero va invano a chiedergli perdono: lei parte, sempre alla ricerca d'altri animali rari, per lo Yucatàn, e lui se ne torna a Chicago. Lì incontra Stella e Sophie: la seconda s'è sposata, ma ora vorrebbe divorziare e sposare lui; lui decide invece di sposare Stella, anche se continua a mentirgli sul proprio passato; Augie si laurea, si sposa e parte per la guerra appena scoppiata. La sua nave però affonda ed Augie si ritrova alla deriva solo con un pazzo che vuole capire il segreto della vita per eliminare la noia; Bastesham arriva al punto di legarlo per impedirgli di fare segnalazioni alle navi di passaggio: vuole infatti farsi imprigionare dai nemici per poter proseguire con calma i suoi esperimenti genetici; Augie riesce a chiamare aiuto soltanto quando il folle viene colto dalla febbre. Tornato a casa da Stella, si sistema, viaggia in Europa, mentre Stella entra nel cinema. "Seize the day" (1956) "Henderson the Rain King" (1959) + Erede d’una fortuna, Eugene è sempre stato un po’ volubile e capriccioso: negli ultimi anni una voce interiore, che sorge all’improvviso, lo spinge a compiere scelte impulsive; ha fatto la guerra e, al ritorno, ha intrapreso un allevamento di maiali; è stato sposato con Frances (una filosofa da cui ha avuto Edward, Riley ed Alice) e con Lily, vent’anni più giovane, dalla quale ha avuto due gemelli. Il rapporto con Lily è alquanto tumultuoso: si conobbero ad una festa e al sera stessa andarono a letto insieme da lei, e per lei fu una specie di dispetto fatto alla madre, ritenuta responsabile del suicidio del padre; in seguito s’erano persi di vista, lui divorziato e lei sposata con un magnate di New York; si rividero a Parigi, ma si lasciarono di malumore; infine, dopo che lei è rimasta orfana della madre e ha a sua volta divorziato, decidono di sposarsi. In entrambi questi coniugi c’è qualche linea di pazzia ("in quest’era di pazzia aspettarsi d’essere risparmiati dalla pazzia è una forma di pazzia"), o, perlomeno, d’eccentricità molto spinta (alla morte della madre lei dovette, secondo le volontà della defunta, affittare un aereo per spargere le ceneri su un Capo). Lui intraprende studi di violino, lei va a farsi ritrarre da un pittore; un giorno, alla fine d’un loro litigio, Eugene scopre in cucina il cadavere d’una vicina: le appiccica alla gonna un cartella un cartello "non disturbare" e se ne va senza dire niente. Seguendo il comando della Voce, decide d’accompagnare un amico milionario, Charlie Albert, nel suo viaggio di nozze in Africa, ma al matrimonio dimentica di baciare la sposa, e questa gli serba rancore, convinta che lui sia geloso di lei e venga con loro unicamente per rovinare la loro luna di miele; allora Henderson si fa prestare una jeep ed un guidatore, Romilayu, e si fa condurre nell’interno; dopo giorni e giorni di viaggio giungono al villaggio degli Arneni, accolti dal principe Stelo e da una folla malinconica. Il principe spiega che il bestiame sta morendo per la siccità; all’osservazione di Henderson che ancora possiedono una cisterna piena d’acqua, il principe spiega che nella cisterna si sono stabilite delle rane, animali sconosciuti agli abitanti del villaggio, che nessuno s’azzarda a far sloggiare. Eugene trova il suo ambiente naturale, una comunità altrettanto "eccentrica" di lui nelle sue manifestazioni, ma motivata da profonde convinzioni religiose e dal rispetto di un’etica secolare; Henderson deve battersi con il principe, e, nonostante questi sia il campione del villaggio, vince; poi fa la conoscenza della regina Willatale, alla quale regala un’impermeabile scusandosi per l’inopportunità del dono, e l’altra zia di Stelo, Mtalba, una bellezza che s’è già innamorata di lui. Henderson è stato accolto come un amico e con rispetto; forse per la prima volta in vita sua si trova fra gente che lo stima per ciò che è, e non per i suoi milioni: per dimostrare a loro e a sé stesso di meritare quella stima, decide di liberarli dalla maledizione delle rane: prepara una bomba rudimentale e la fa esplodere nella cisterna, ma combina un grosso guaio, perché, oltre a sterminare le rane, la deflagrazione apre una breccia nella cisterna e tutta l’acqua se ne va. Henderson si sente più che mai un fallito e chiede al principe d’essere ucciso. Henderson e Romilayu abbandonano il villaggio e si dirigano verso quello dei Wariri, popolazione ben più selvaggia, presso la quale il milionario spera di non poter essere di danno alcuno, e a capo della quale è Dahfu, un tempo compagno di scuola di Stelo: vengono accolti da una pattuglia armata, interrogati dal Bunam, capo sacerdote, e rinchiusi in una capanna; quando stanno per appisolarsi, Henderson scopre che nella stessa capanna c’è un cadavere: pur inorridito, decide di non sottostare a quel macabro scherzo e, con l’aiuto dello spaventatissimo negro, porta il cadavere in un fosso; la polizia li scopre, ma non li punisce: devono semplicemente sorbirsi un altro minuzioso interrogatorio del Bunam; alla fine possono tornare nella capanna, dove il cadavere è stato ricomposto. Henderson è d’umore poco socievole, poiché gli s’è appena spezzato un ponte. Racconta a tutti la storia dei suoi denti; di tanto in tanto interrompe la narrazione per mandare un pensiero a Lily ed alla sua fede nella bontà, o per meditare su un versetto, o un episodio, della Bibbia. Il giorno dopo Hirko, lo zio del re, li conduce a palazzo attraverso un villaggio in festa (si sta allestendo un rito propiziatorio per la pioggia); si vedono però le turpi sagome degli impiccati, e Henderson chiede invano notizie. Dahfu è contornato di donne ed è estremamente pigro; accoglie educatamente l’ospite e gli racconta qual è il suo destino: quando le donne si renderanno conto che la sua potenza sessuale starà scemando, lo diranno ai sacerdoti, ed i sacerdoti lo porteranno nel bosco e lo strangoleranno; questo è il costume del villaggio. Su invito del re, Henderson deve, volente o nolente, assistere alla cerimonia, durante la quale si propizia la folla rispondendo ad un suo saluto. Il macabro e pittoresco rituale culmina con una sorta di gara consistente nello spostare le statue degli dei: i selvaggi più forzuti si danno da fare, ma nessuno sembra riuscire a spostare Hummat, il dio delle montagne, e Mummah, il dio delle nuvole; Turombo, il più forte, riesce con uno sforzo supremo, a muovere il primo, ma, come ogni anno, fallisce con il secondo; secondo la leggenda, affinché piova, bisogna spostare anche le nuvole, ma ogni anno Turombo fallisce. Nel frattempo, Dahfu ha manifestato a Henderson che pioverà, mentre Henderson è molto scettico, visto il cielo sereno: i due hanno scommesso un prezioso anello di Dahfu contro una permanenza a tempo indeterminato di Henderson. Arrivati a questo punto della cerimonia, Henderson s’è sentito prendere dal desiderio di provare a muovere la statua: s’è accorto che anche il Bunam, l’esaminatore, lo sta fissando, come se s’aspettasse da lui quella mossa, e a Henderson tutta la vicenda pare un complotto dell’inesorabile selvaggio, che l’ha messo alla prova con il cadavere: chi riesce a portare un cadavere sulle spalle può anche riuscire a smuovere un colosso. Henderson ottiene dal re il permesso e riesce a spostare Mummah: con quest’impresa vuole cancellare il fallimento presso gli Arneni; Bunam e gli altri gli si fanno incontro e lo eleggono Yungo, cioè "dio della pioggia", lo trascinano in una danza sfrenata, lo travolgono con i loro corpi, e le sue urla rabbiose si mescolano alle loro di giubilo; nel bel mezzo del sabba il cielo s’oscura e comincia a piovere: il re gli ricorda che ha perso la scommessa. Henderson s’insedia nella sua nuova carica ed apprende altri particolari sulle usanze locali. Dahfu era in giro per il mondo con Stelo e lo zio Hoeko quando suo padre morì (ovvero fu strangolato dai sacerdoti); il Buman vegliò il cadavere nel bosco finché spuntò una larva: la portò al villaggio avvolta in un panno di seta, come l’anima del re; poi tornò nel bosco a catturare un cucciolo di leone, ed è questo cucciolo (Gmilo), ora divenuto adulto, che Dahfu deve andare a prendere nel bosco per essere veramente re dei Wariri. Fra Henderson e Dahfu si instaura una profonda amicizia: entrambi sono soli e tormentati; Dahfu, colto e educato (ha studiato medicina, ma è un erudito totale), vive in mezzo a dei selvaggi con cui non comunica più, in un clima ostile, ed assillato dal feroce destino dei re. Henderson gli propone un patto basato sulla reciproca fiducia: Henderson ha un disperato bisogno di verità; Dohfu, che è un po’ filosofo, ha in mente un catalogo di tipi, e per lui Henderson è un uomo che anela salvezza da tutti i pori della pelle, che cerca disperatamente di scoprire come si fa a salvarsi; e l’americano si ricorda del giudizio espresso dalla regina Willatale degli Arneni: "grum-tu-molani", cioè "l’uomo vuole vivere", e gli pare che entrambi questi filosofi primitivisti gli abbiano detto la stessa cosa, ed entrambi hanno stranamente preso a benvolere quest’uomo bianco che vive senza uno scopo e che è venuto fino in Africa a cercare la verità, come se ciò fosse qualcosa attinente alla loro civiltà, alle loro usanze; è infatti comportandosi come uno di loro (spostando Mummah) che Henderson ottiene il loro rispetto, mentre comportandosi come un uomo progredito (l’esplosivo per la cisterna) ha causato un disastro. Anche questo re sembra posseduto da una vena di follia: classificare tipi. Nonostante l’opposizione dei saggi e dei sacerdoti, ha catturato una leonessa di nome Atti, e non ancora Gmilo, il padre re; porta Henderson nell’antro e gli fa fa amicizia con la leonessa, ma soprattutto studia scientificamente le reazioni le reazioni dell’uomo terrorizzato dalla belva, perché da queste reazioni capisce la personalità dell’uomo; è altrettanto entusiasta quando Henderson gli rivela l’esistenza della voce "I want", altro sintomo/indizio/reperto di valore inestimabile per la sua collezione di tipi. Henderson non riesce a comprendere il re, gli pare un visionario: Dahfu ha previsto al pioggia, e parla del destino dell’umanità, di sé e di ogni altra cosa come se conoscesse il futuro, o, perlomeno, avesse dei forti sospetti. La filosofia di Dahfu consiste nel ritenere che "lo spirito d’una persona sia l’autore del suo corpo"; il re è felice d’avere Henderson, non solo perché può finalmente fare della conversazione, ma anche perché può condurre un esperimento pratico della sua teoria: vuole cambiare Henderson in meglio facendogli assorbire le qualità del leone. A tal fine gli fa frequentare Atti e lo costringe a camminare carponi e a ruggire. In effetti ha luogo un cambiamento e Henderson ne scrive alla moglie Lily: non beve più, ha deciso di smettere le lezioni di violino, le chiede di vendere i maiali e manifesta il proposito di studiare medicina e poi di recarsi in India come missionario, d’assistere coloro che soffrono, e che la voce che lo perseguitava è svanita. Ma ogni periodo della lettera è intervallata da altre righe, che non ha il coraggio di scrivere o di pensare, ma che emergono dal suo subconscio come pesci morti che vengono a galla. Narrazione incisiva e spigliata, antitragica ma non comica, che a tratti decolla in sentenze parafilosofiche che costituiscono un metalinguaggio del racconto: la ricerca della verità procede di pari passo con la distruzione dell’uomo falso, del ricco snob americano; il re, così sicuro di poter cambiare Henderson, di poter catturare Gmilo e, prima ancora, che sarebbe piovuto, è la personificazione della verità, e Henderson s’aggrappa disperatamente a lui. Un giorno viene segnalata la presenza d’un leone e Dahfu deve catturarlo per vedere se è Gmilo; alla battuta di caccia partecipano tutti gli uomini del villaggio: viene approntata la trappola, e, mentre i battitori braccano il leone, Dahfu e Henderson, preoccupato del rischio che l’amico deve correre per soggiacere ad una stupida usanza, siedono in ansiosa attesa. Quando il leone arriva, Henderson resta impietrito dal terrore a contemplare Dahfu che armeggia per imbrigliare la belva; però Dahfu deve anche riuscire a vedere se il leone è marchiato dietro le orecchie, se, cioè, è Gmilo, ma nel farlo perde l’equilibrio e la belva lo ferisce mortalmente al ventre; Henderson si precipita piangendo, ma Dahfu non cerca aiuto, perché sa che, anche se sopravvivesse, non potrebbe più giacere con le donne. Raccomanda Atti ad Henderson e gli rivela un altro paio di misteri: la prima notte Henderson trovò nella capanna il cadavere del suo predecessore, il Yungo, che non era stato più capace di spostare Mummah (di colpo Henderson capisce che Turongo non aveva voluto alzare la statua, per paura del tremendo destino che aspetta il "re della pioggia"); inoltre, essendo Dahfu privo di eredi, gli succederà proprio il Yungo. Le leggi a cui devono sottostare le due massime autorità del villaggio si rivelano così come le più feroci: entrambi vengono soppressi e sostituiti non appena perdono le loro facoltà, l’uno di fecondazione, l’altro "d’evocazione". Il visionario Dahfu s’è scontrato con la Realtà; era certo di soggiogare il villaggio catturando Gmilo, ed invece ha fallito due volte: è stato sbranato ed il leone non era Gmilo (l’appura Buman, che poi l’uccide); e muore d’emorragia, causando un forte trauma a Henderson, primo perché s’è dimostrato profeta tutt’altro che infallibile (e Henderson scopre quindi d’essersi aggrappato ad una falsa verità, d’essere ancorato ad un’onda invece che alla terraferma), secondo perché ha tradito la sua fiducia, non rivelandogli ciò che rischiava nelle vesti di "re della pioggia". Henderson e Rambayu vengono rinchiusi in una camera del Mausoleo, mentre in quella a fianco un sacerdote veglia la salma di Dahfu in attesa che dal cadavere spunti una larva; il Bunam ha già catturato un cucciolo di leone. Henderson è convinto che Dahfu sia stato ucciso, cioè che la trappola sia stata manomessa dai sacerdoti. Decide di fuggire: fingendo d’essere stato morso da un serpente, si fa aprire, mette fuori combattimento il sacerdote di veglia e due amazzoni, porge l’estremo saluto al re e fugge, portandosi dietro il cucciolo, in cui i selvaggi credono si reincarnerà il re. Dopo dieci giorni di marcia, durante i quali si nutrono di bacche ed insetti, Henderson, Rombayu ed il leone raggiungono un villaggio: Henderson, febbricitante, affida il leone al fedele negro; quando s’è abbastanza rimesso da riprendere il viaggio, congeda Rombayu e parte alla volta di casa sua, impaziente di riabbracciare Lily: Cairo, Atene, Roma, Parigi, Londra … sempre con il leoncino. Durante l’ultimo volo fa la conoscenza d’un orfano persiano che è stato spedito dai nonni americani; quando l’aereo fa sosta nel Newfoundland per rifornimento, Henderson scende a fare quattro passi con il bambino, e si mette a correre saltando sui ghiacci artici. "Herzog" (1964) ++ "vivi o muori, ma non avvelenare quello che fai", p. 30); le sue memorie, costellate di retrospettive sull'avvenimento e di spietate analisi sulla propria situazione attuale, riguardano principalmente persone viventi (come la suocera Tennie, 55enne divorziata), persone care defunte (come la madre) e persone famose (il presidente). Si narra sostanzialmente del vagabondaggio di Herzog di conoscente in conoscente, intervallando la descrizione del viaggio con le numerose e svariate lettere che esprimono l'animo di Moses. Temi principali delle lettere sono il dispiacere per essere stato abbandonato da Madeleine, dispiacere che assume le sembianze di invidia, rabbia, depressione, argomenti culturali trattati con personaggi colti, e, soprattutto, il ricordo delle sue numerosissime amanti, tanto che vittimismo e sesso ne vengono a rappresentare compiutamente la personalità; ogni lettera è corredata dalla rievocazione dell'episodio cui si riferisce, tanto che proprio questa narrazione episodica è la storia del personaggio, proprio come le lettere ne costituiscono la vita interiore (il flusso della sua coscienza): accanto a questo flusso vivono le esperienze culturali di Herzog, che servono soltanto a far capire che Herzog è colto (l'alienazione in uno strato sociale più elevato del proletariato, in uno strato in cui esiste ancora la possibilità di lottare contro di essa, esiste il tempo materiale per farlo, si riduce ad una sorta di nomadismo fisico e mentale in cui assumere parte preponderante il sesso, l'unico rapporto tra esseri umani ancora consentito in forma libera, e la memoria, per il desiderio disperato di capire il perché che regge tutta una vita); l'eterna insoddisfazione di Herzog, che passa quasi meccanicamente da un'esperienza all'altra, del tutto indifferente alle conseguenze, è l'angoscia e la prigionia di chi è fatto di sentimenti e vive in un mondo in cui manifestare dei sentimenti è perdere (vedi l'abbandono di Madeleine, realmente amata) (p. 131: The revolutions of the 20th century … created private life but gave nothing to fill it will); il cerchio si chiude nella sua casa di campagna, dopo aver rivista l'anziana matrigna, la figlia e Madeleine, quest'ultima nel posto di polizia in cui viene portato dopo un incidente automobilistico per essere stato trovato in possesso di una pistola: la pistola è l'ultimo atto (immaginario come le sue lettere) contro colei che è stata la causa materiale della sua frustrazione; dopo quest'ultima esperienza, Herzog si rassegna a dover continuare la propria vita senza Madeleine, e ritorna nella casa di campagna, dove sfoga le ultime scintille della propria maledizione in un cumulo di lettere, le ultime, però; poi Herzog torna al suo lavoro e ritrova Ramona. Tutto il romanzo può essere interpretato come la storia interna di un uomo con il quale è difficile convivere ma che non vuole rassegnarsi a vivere solo. "Mr Sammler's Planet" (1970) Da un po' di giorni s'imbatte in un ladruncolo che ruba portafogli: invano avverte la polizia, che ha altro da fare; anche il negro s'accorge di lui, ed un giorno lo segue nel suo palazzo, lo preme in un angolo e, in segno di sfida e di minaccia, gli mostra il pene; Sammler ne è così turbato che comincia a prendere la metropolitana, benché la odi. Sua figlia è così ossessionata dal progetto del padre che sottrae a Gabinda Lal, uno studioso indiano, il prezioso manoscritto del suo libro sulla Luna, per darlo al padre. Elja Grumer, nipote di Sammler, è in ospedale in cattive condizioni, ma rifiuta di dare soldi al figlio Wallace e di rivelare dove tiene nascoste le somme guadagnate praticando aborti clandestini, perché Wallace non è mai stato un figlio modello; dopo Wallace, anche Angela chiede a Sammler d'intercedere per lei: ha paura d'essere stata diseredata a causa della sua vita libertina, in particolare per uno scambio di coppia. Rassegnato, Sammler osserva quest'umanità di criminali e peccatori che non sa più "aspettare", vuole tutto e subito, non ha più freni morali (persino sua figlia è una ladra), e rivede man mano in flashback la tragedia della guerra, come se ogni episodio a New York avesse un corrispondente episodio in Polonia, Inghilterra, ecc.: tutto ciò che accade è deformato dalla sua esperienza durante il nazismo. Quando Gal va a riprendersi il manoscritto, Shula se ne è di nuovo impadronita, spaventata dalle minacce d'un investigatore: mortificato per la seconda volta, Sammler insegue la figlia e, finalmente, riesce a bloccarla; chiede scusa allo studioso che gli conferma di credere nella colonizzazione dello spazio come unica via di sopravvivenza (tutto è permeato da un senso apocalittico sul futuro umano). Mentre stanno discutendo, Wallace, convinto che il tesoro del padre sia nascosto in qualche tubatura, ne rompe una, e la casa s'allaga; Walalce è paranoico tanto quanto Shula, e Sammler non fa altro che correre impotente dietro le loro catastrofi, mentre il mondo prosegue verso il suo ignoto destino. Il giorno dopo Margotte accompagna Lal alla stazione, a recuperare il manoscritto che Shula ha lasciato in un locker; Shula ha deciso di cercare il denaro di Elja, ma Sammler glielo proibisce; Sammler si reca all'ospedale da Elja, che sta subendo un'operazione, ma lungo la strada s'imbatte in Feffer, un giovane amico di Wallace, cui ha confidato l'episodio del ladruncolo negro; Feffer s'è munito d'una macchina fotografica, ha colto il ladro sul fatto e l'ha fotografato, ma questi se n'è accorto ed ora lo sta strangolando per avere il rullino. I passanti osservano indifferenti, e fra essi Sammler scorge Eisen, ex marito di sua figlia: gli intima d'intervenire, e, dapprima riluttante, Eisen colpisce poi con furia omicida il negro, memore dei metodi usati dai partigiani (colpire per uccidere); Sammler lo ferma prima che dia il colpo di grazia. In ospedale litiga con Angela, che rifiuta di chiedere il perdono del padre, anche se le costerebbe poco; Shula telefona che ha trovato il tesoro di Elja: Sammler le ordina di restituirlo, ma lei vorrebbe tenerlo per sostenere lui e rendere più interessante se stessa (s'è innamorata di Lal); alla fine dice d'obbedire, ma Sammler sa che terrà qualcosa per sé. Elja è morto; Sammler va a pregare sul suo cadavere: "Tutti noi sappiamo quali sono i termini del nostro contratto", sono le parole che rivolge a Dio. Sammler è una specie d'osservatore alieno ed imparziale, che riesce a focalizzare dettagli di quest'immane vita senza senso, e a "condensare" un significato per essa: davanti agli orrori del mondo non dimostra né piacere né dolore, né si preoccupa troppo per la galleria di matti che quotidianamente gli sfila davanti. "Humboldt's Gift" (1975) + Charlie è ossessionato dal ricordo di von Humboldt Fleischer, un poeta depresso che l'aiutò quando non era ancora famoso; Humboldt era anche un paranoico, aveva rischiato il carcere per aver perseguitato un amico sospettato di nascondere la moglie adultera (Wathleen): ora Charlie, in partenza con l'Europa con Renata ed ancora impelagato nella causa di separazione con Denise, è alla caccia dell'eredità del poeta, una valigetta di documenti. La lettera-documento si scusa di aver maltrattato l'amico e gli offre come ricompensa il soggetto d'una commedia. Il poeta ha lasciato la stessa lettera all'ex moglie, che ha già pensato di sfruttare economicamente l'idea. Citrine rifiuta cavallerescamente ogni guadagno, benché la lite con la moglie lo stia dissanguando. Dopo una fugace visita al fratello imprenditore, che deve subire un'operazione al cuore, Charlie vola a Madrid, dove dovrebbe ricongiungersi con Renata, che ha sempre chiesto che la sposasse, ed ora Charlie decide di farlo, ma si rende conto d'essere vittima di un ordito perpetrato da Renata e dalla sua astuta madre spagnola; gli lasciano Roger, il figlio di Renata, mentre Renata si sposa in Italia con un altro pretendente, Flonzaley: evidentemente s'era già sparsa la notizia della sua bancarotta. Cantabile lo raggiunge a Madrid per convincerlo a citare chi ha usato una vecchia idea sua e di Fleischer per un film di successo sulla spedizione Nobile. Charlie accetta e non solo ottiene soldi per i diritti, ma riesce anche a vendere a peso d'oro la sceneggiatura lasciatagli dal defunto come testamento, dimostrando così d'aver finalmente imparato come si tratta il denaro: con i soldi Cahrlie paga anche una nuova sepoltura al poeta. Il romanzo si chiude sulla malinconica scena del cimitero. Charlie è un uomo alla deriva, che sembra procedere per inerzia, riscattato soltanto dalla devozione per il vecchio poeta matto. Sullo sfondo si staglia il solito dilemma sul senso della vita, più che mai vago e deprimente: tutto il libro è una catena di eventi casuali, in cui Charlie si lascia coinvolgere o è coinvolto, ma che nell'insieme non hanno alcuna logica, se non quella della vita di tutti i giorni, resa un pochino più movimentata nel caso di un intellettuale. "The Dean's December" (1982) A Chicago il decano deve confrontarsi deve confrontarsi con Mason Zaehuer, figlio unico della sorella Esther, vedova d'un ricco impresario, ed inquieto studente della sua università. Quando, per dare una lezione esemplare, Corde persegue Lucas Ebry, un teppista negro, Mason si pone a capo dei contestatori che l'accusano di razzismo. Ebry è accusato dell'omicidio di Rick Lester, che, secondo la moglie di questi, sarebbe avvenuto quando il teppista li immobilizzò per derubarli; il fatto diventa un caso nazionale, soprattutto dopo che Mason viene incriminato per aver intimorito i testimoni d'accusa e si dà alla macchia, e dopo che l'avvocato difensore, Max Ditillion (cugino di corde), ha montato una melodrammatica campagna propagandistica. La situazione precipita all'ospedale quando il truce Colonnello decide di porre fine alle visite di Corde e consorte; Corde offre a Dewey, un amico giornalista, che interceda per lui presso la White House. Corde, Minna e Gigi possono vedere Valeria ancora una volta; subito dopo muore. Corde è coinvolto passivamente in questa cerimonia, prima di morte e poi di funerale, in un Paese straniero, mentre in America si estende lo scandalo per gli articoli da lui pubblicati sul crimine e sul sistema giudiziario americani. Corde è testimone quotidiano della violenza irrazionale dei teppisti metropolitani, e la denuncia razionalmente; il suo pensiero viene frainteso e strumentalizzato dagli studenti contestatori, dalla stampa, dagli avvocati, ecc., ma lui reagisce quasi con stoica rassegnazione a questa sorta d'incomunicabilità che s'è instaurata fra lui ed il resto del mondo. Negli articoli di Corde è descritto il complesso folklore dell'Apocalisse della civiltà occidentale: child abuse, rape, furti, vandalismo, omicidi plurimi, ecc., compiuti da personaggi pittoreschi, capelloni, tatuati, psicopatici, prostitute, ecc.; affascinato dal crimine, Corde continua a riesumare casi di tipica repellente atrocità, e a trarre da essi una morale sempre più dichiaratamente apocalittica, suscitando le reazioni indignate dei lettori dei suoi articoli. Dopo il funerale gli giunge la notizia che Ebry è stato condannato, e che Esther s'è risposata; nei guai con la giustizia, umiliato dal verdetto che condanna il suo amico ed irato contro la madre, Mason ha lasciato il Paese; Minna è vittima d'un profondo trauma. Corde viene attaccato sulla rivista dall'amico giornalista Dewey, che gli rinfaccia gli attacchi sfrenati contro l'accademia e contro la stampa, e lo dipinge in modo da rovinarlo; Corde si dimette. L'impotenza del profeta a cambiare od anche soltanto arrestare la marcia dell'umanità: calmo e profondo, Corde viviseziona il senso del mondo, ma senza alcuna speranza di poterlo mai comunicare ad altri, perché nessuno lo vuole stare ad ascoltare. Il resto dell'umanità vive secondo altre leggi: le sue prese di posizione vengono strumentalizzate per altri fini; solo, circondati da pazzi idioti e criminali, conscio dell'imminente Apocalisse, in mezzo ad incoscienti che non se ne rendono conto, e la sua lucidità sul fenomeno umano è tale da giungere alla più stoica rassegnazione: non c'è nulla da fare, ed è giusto che sia così, che arrivi la fine. "More Die of Heartbreak" (1987) Un botanista solitario e meditativo, per quanto sessualmente attivo, che sposa una giovane mondana e ambiziosa, la moglie meno adatta. Ma il suocero spera di ottenere che una certa proprieta' gli venga restituita, e lei mira anche a riempire il proprio salotto. La proprieta' appartenne alla madre, ma venne rilevata con la truffa dallo zio mafioso, che oggi ne ha fatto una macchina di soldi. La storia si svolge fra questi tre poli: l' ingegnuita' dello scienziato, il dinamismo interessato di moglie e suocero, e la proprieta', simbolo ossessivo e ripugnante della metropoli (la solita Chicago). Lo scienziato ha anche un alter ego: il nipote, giovane professore di letteratura russa che gli e' affezionato come un figlio e che vede il malessere della societa' americana. E' lui la voce morale dell' opera, a lui lo scienziato delega le funzioni di saggio. Come tutti i suoi ultimi lavori, anche questo romanzo riflette sul dualismo fra equilibrio e crisi. E, come in tutti i suoi ultimi lavori, il problema e' che il protagonista e' troppo intelligente, troppo Bellow, per essere un personaggio credibile: ancora una volta assistiamo allo spettacolo di un uomo intento meticolosamente a dare un senso alla miriade di dati che la gente comune ignora sotto la voce "quotidiano". In compenso il racconto e' infarcito di episodi umoristici, e nell' insieme risulta il piu' esuberante e gioviale da molto tempo a questa parte.
Kenneth, cresciuto a Parigi, insegnante di letteratura russa, torna negli USA
a trovare lo zio Benn, botanista di fama internazionale, e la donna, Treckie,
da cui ha avuto una figlia e che tenta invano di convincere a sposarlo.
A sposarsi invece e`, sorprendendo tutti, proprio Benn, invaghitosi di una
donna vent'anni piu` giovane, Matilda Layamon, figlia di un celebre e influente
chirurgo. La famiglia di lei ha messo l'occhio sui soldi che legalmente lo
zio di Benn, Harold Vilitzer, deve restituirgli: Harold, uomo d'affari senza
scupoli, approfitto` dell'ingenuita` dei parenti per intascare gran parte del
ricavato dalla vendita di un immobile di famiglia. I Layamon spingono Benn a
chiedere la restituzione del maltolto. Tanto piu` che Harold e` immischiato
in guai politici, legati sempre al suo turbolento passato, e Layamon puo'
causargli grossi problemi. A sposarlo e` stato il giudice Amador Chetnik,
proprio lo stesso che diede ragione a Harold nella disputa con il padre di
Benn. Ma adesso Chetnik e` dalla parte dei Layamon, per evitare a sua volta
guai con la giustizia, e pertanto i Layamon sono nella posizione di ricattare
Harold.
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