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Henry James (USA, 1843)
"Daisy Miller" (1879) Winterbourne apprende dalla zia che Daisy sta dando scandalo a Roma : frequenta solo uomini che la corteggiano, partecipa a tutte le feste e si diverte sfacciatamente; altrettanto sconsolata la madre, che non si preoccupa di proteggere la figlia, né la rimprovera, né sembra rendersi conto dello scandalo. Il giovane rivede Daisy, più bella che mai, da Mrs. Walker, una vecchia amica di Ginevra, e dalle sue stesse labbra apprende che l'amico più simpatico è un certo Giovannelli, specializzato, secondo la voce comune, in ereditiere americane; Daisy ha un appuntamento con lui al Pincio, e Winterbourne si offre d'accompagnarla, sia perché non faccia da sola quel tratto di strada sia per vegliare sul suo incontro; la passeggiata di una ragazza con due giovanotti al fianco è comunque sconveniente, e Mrs. Walker accorre in carrozza, intimando alla sua giovane amica di venire via con lei: Daisy oppone un deciso rifiuto a lasciarsi comandare dagli altri; offesa ed umiliata, Mrs. Waker obbliga Winterbourne ad abbandonare i due, ma ad una festa Daisy si ripete, flirtando ora con l'uno ora con l'altro, e, oltre ai rimbrotti di Winterbourne, deve sopportare anche l'astio della padrona di casa, che le toglie il saluto. La zia considera Daisy ed i Miller in generale semplicemente volgari, ma Winterbourne crede che in Daisy agisca un misto di puerilità ed audacia, e la considera indifesa sia nei confronti di chi vuole abusare della sua innocenza sia in quelli di chi scambia la sua ingenuità per sfrontatezza. Intanto Daisy esce sempre e solo con Giovannelli, e finisce per essere messa all'indice da tutti i salotti; incosciente ed imprudente, Daisy passa le notti in giro col suo playboy, finché Winterbourne li sorprende una sera al Colosseo, ed anche le sue certezze cominciano a vacillare. Ma la vita notturna e quella sera trascorsa nell'aria malsana dell'anfiteatro sono fatali alla giovane sconsiderata, che cade ammalata e muore disertata tanto dai detrattori quanto dall'amoroso, non senza avere però fatto prima pervenire a Winterbourne un messaggio con la confessione della propria innocenza. Daisy è un'anima pura, sola contro tutti: chi la usa (Giovannelli), chi la tradisce (Winterbourne), chi la travisa (Costello), chi l'abbandona agli avvoltoi (la madre), chi la vorrebbe sottomettere (Walker); nessuno rispetta il suo animo; sono loro che la condannano alla morte morale prima ancora che a quella materiale. "Portrait of a Lady" (1879) + Pur conoscendola da pochi giorni e sapendo che lei è una ragazza poco più che indipendente, Warburtonle propone di sposarlo: benché le prospettive siano ottime, Isabel non accetta e si confida con lo zio. Intanto Henrietta s'è accorta di come l'Europa la stia corrompendo, e chiede a Ralph d'aiutarla a salvare Isabel favorendo il suo fidanzamento con Goodwood, ma quando questi si presenta davanti ad Isabel, questa lo maltratta e gli chiede di tornare subito in America, perché per due anni lei non ha altra intenzione che di viaggiare per due anni. Mentre Isabel fa la conoscenza della vivace ed intelligente vedova madame Merle, Touchett si spegne poco a poco, e, in un momento di lucidità, confida al figlio la speranza che sia lui a sposare Isabel, ma Ralph, che pure è affascinato dalla personalità della ragazza, non lo ritiene giusto, e chiede invece al padre di lasciare metà della sua eredità alla cugina perché possa essere libera di fare ciò che vuole. Dopo la morte di Touchett, Ralph va all'estero per conto suo, mentre la vedova (un tipo indipendente, rispettosa ma non molto affezionata al marito) porta Isabel, ora ricca, a Parigi, dove incontrano di nuovo Henrietta, sempre più pessimista sul futuro dell'amica e seguita da Mr. Bountling, che s'è invaghito della sua eccentricità. Il gruppo raccatta Ralph a San Remo e cala a Firenze, dove trova madame Merle molto addentro agli affari familiari del vedovo Gilbert Osmond e della sua splendida figlia quindicenne Pansy. Madame Merle s'avvale della sua influenza su Isabel per spingerla a prendere in considerazione Gilbert come possibile marito; Ralph, ostile a madame Merle, la mette in guardia: madame Merle vuole infatti sacrificare la giovane (bella e ricca) in favore dell'amico fallito, che lei stima moltissimo ma che vive quasi in povertà. Osmond non rifiuta il piano, anche perché è affascinato da Isabel, ma è sinceramente commosso al pensiero di dover sciupare una simile personalità. Ralph è osservatore discreto della vita della cugina, ai cui piedi i pretendenti sfilano sempre più numerosi; quando Osmond le dichiara il suo amore, profondamente toccata dalla malinconica dolcezza delle sue parole, Isabel non può trattenere il pianto: Osmond s'è realmente innamorato di Isabel, che parte per un mezzo giro del mondo durante il quale ha modo di maturare ed è circondata da tre spasimanti (Warburton, Goodwood ed Osmond) consigliati da tre amici (rispettivamente Ralph, Henrietta e madame Merle), che ne rispecchiano le caratteristiche: serio e generoso il primo, intraprendente e testardo il secondo, esperto e provato dalla vita il terzo. Ognuno dei suoi amici cerca d'appropriarsi della vita di Isabel mediante il matrimonio col suo protetto, e ciascuno di loro ha pianificato per lei un certo tipo di vita. Ralph è il più deluso quando apprende che Isabel ha scelto Osmond; Isabel, che pure avverte la trama ordita da madame Merle, sposa Gilbert e si trasferisce a Roma; sente d'aver fatto quello che Touchett aveva fatto per lei: dare ad un talento la possibilità d'esprimersi regalandogli molto denaro, una fortuna. Un altro amore sboccia tra Pansy Osmond ed Edward Rosier, osteggiato però da Gilbert, che non vede nel giovane un buon partito per la figlia, la quale si dimostra brava, obbediente e remissiva, come le hanno insegnato in collegio. Lord Warburton accompagna a Roma Ralph, molto malato, che sopravvive soltanto per assistere alla vita di Isabel, uno spettacolo che l'ha dapprima entusiasmato, poi deluso e che ora lo incuriosisce; Warburton s'è invece innamorato di Pansy, di vent'anni più giovane di lui, e gode dell'approvazione di Osmond (dal cui giudizio Pansy dipende totalmente) e di Isabel (che è diventata la migliore amica di Pansy), ma si rende conto che Pansy ama soltanto Rosier, e si ritira senza chiasso. Deluso nelle sue ambizioni, Gilbert se la prende con Isabel, colpevole, secondo lui, d'averlo volutamente esposto al ridicolo. A poco a poco Isabel si rende conto d'aver commesso uno sbaglio: la partenza di Ralph (ormai prossimo alla fine e sempre così penetrante nei suoi confronti), un incontro con Goodwood (ancora genuinamente innamorato di lei) e la sensazione sempre più concreta che madame Merle sia stata protagonista del suo matrimonio dopo esserlo stato della vita di Gilbert, l'egocentrica personalità di questi (a volte ingiusta e crudele, al punto di relegare di nuovo in convento Pansy pur di non esporla al pericolo dell'innamoratissimo Rosier), la spingono verso una crisi che giunge quando riceve da Londra un telegramma in cui la zia la chiama al capezzale di Ralph morente; Gilbert le proibisce di andarci, ma Isabel non può farne a meno, tanto più che la contessa Gemini, sorella di Ralph, donna pettegola e di mondo, le rivela che madame Merle fu per cinque anni l'amante di Gilbert, e che Pansy nacque da quell'unione illegittima. Isabel si rende conto d'essere stata usata da madame Merle: non potendo lei, troppo povera, sposare Gilbert, ha egualmente voluto costruire intorno a Pansy una famiglia scegliendo una madre ricca ed idonea al compito; Isabel non può far altro che compatire madame Merle, vagabonda col suo segreto e, perdipiù, antipatica a Pansy prima ancora di sé stessa, certa ora del suo orrendo sbaglio, e quando va in convento a salutare Pansy incontra proprio madame Merle, che le rivela anche la verità sull'eredità di Touchett e la generosità di Ralph: prima lui e poi madame Merle sono i responsabili delle due grandi svolte della sua vita. Isabel si sfoga al capezzale di Ralph, e in lui riconosce l'unica persona che l'abbia capita ed amata: gli altri l'hanno capita ma non amata (madame Merle), o l'hanno amata ma non capita (Henrietta, ma anche Goodwood, Warburton). Morto Ralph, Isabel rimane ancora un po' a Londra, incerta sul cosa fare. Goodwood si presenta di nuovo, più che mai deciso nei suoi confronti; le carpisce anche un bacio, ma Isabel fugge atterrita (preferisce perseverare nel suo sbaglio: fuori di quello sbaglio la sua vita non ha senso). Un personaggio formidabile circondato da uno stuolo di altri possibili protagonisti, ciascuno segnato da un destino (Ralph la morte, madame Merle il vagabondaggio solitario) e da un ruolo ben definito nella commedia: dalla folla di questi uomini, ciascuno con una meta ben precisa, Isabel esce sconfitta, con la sua vita crivellata di colpi; dopo aver rifiutato l'ultima possibilità di salvezza, rimarrà sola col suo destino dopo che se ne sono andate le due persone che l'hanno segnato (madame Merle in America, Ralph all'altro mondo), ma nel suo sacrificio s'intravede almeno uno scopo: difendere Pansy, che (dopo il matrimonio) è a lungo al centro dell'ultima parte del romanzo e che quasi indica l'inizio di un'altra storia. "The Bostonians" (1886) + "Princess Casamassima" (1888) "Altar of the Dead" (1895) Subito dopo la morte di Hague (che, dopo essere stato suo amico intimo per tanti anni, un giorno l'aveva offeso mortalmente), l'altare viene frequentato anche da una donna in lutto; sorpreso dalla devozione della vedova, Stransom cerca di farne la conoscenza, ma lei ha delle remore a causa della zia con cui vive; morta anche questa, Stransom può finalmente accedere alle stanze dell'amica, ma solo per farvi una dolorosa scoperta: quelle stanze sono un mausoleo a Hague, perché lei ne è la vedova. Stransom apprende che anche lei ha subito un torto da Hague, ma evidentemente gli ha perdonato tutto, mentre lui non ha escluso l'ex amico dall'altare: tra tante candele ne manca una, ma lei si reca a quell'altare considerando tutte quelle candele dedicate proprio ad Hague; nel mazzo manca una candela: Stransom riempirà quel buco con la propria morte. "What Maisie Knew" (1897) + "The Spoils of Poynton" (1897) + "Turn of the Screw" (1898) + All'arrivo di Miles si convince che un bambino così affascinante e corretto non può essere colpevole, e decide di non rivelare nulla allo zio. Dopo qualche giorno di felice convivenza, comincia il festival dell'orrore: una sera al tramonto scorge una figura maschile affacciata ad una delle torri che circondano la casa; lo rivede fuori dalla finestra, e questa volta si sfoga con Mrs. Grose, ma dalla descrizione sembrerebbe si tratti di Peter Quint, un servitore morto una sera scivolando sul ghiaccio. Dalle poche frasi che riesce ad estorcere alla vecchia, apprende che questo Quint era un poco di buono, un cattivo esempio per i bambini; la giovane è stupita dal fatto che Miles non le abbia mai neppure accennato alla sua grande amicizia per quell'uomo. La situazione si chiarisce quando compare anche uno spettro femminile pallido e nero che, pur essendo presente, Flora finge di non vedere: la governante capisce che i bambini conoscono i due spettri, sanno della loro presenza, e - probabilmente - anche altre cose; è terrorizzata dall'idea che i bambini siano abituati a questi esseri, e forse li vedono anche quando lei non è lì a proteggerli; la seconda creatura non può essere che Jessel, la precedente governante. Mrs. Grose svela come Quint spadroneggiasse per casa ed avesse soggiogato anche la giovane, facendone la sua amante, e Miles, facendone un complice fedele; i bambini assistevano a tutti i loro incontri, ma negavano tutto davanti a Mrs. Grose, ed ora i bambini gli appaiono come degli indemoniati, e la loro grazia come un immondo raggiro, un'arte di simulazione sproporzionata alla loro età, le appaiono come strumenti dei due morti, da questi corrotti ed asserviti come uno dei crimini più disumani che si possono commettere: abusare dell'innocenza per antonomasia, quella dell'infanzia. Gli spettri s'aggirano per casa, e una notte la governante coglie i due bambini a colloquio con loro, Flora sul davanzale e Miles sul prato, un mutuo scambio di sguardi tra vivi e morti. Cerca di far parlare Miles, ma il bambino persiste nella sua parte di omino affascinante ed ingenuamente tenero; lì capisce tutta la loro falsità: anche quando fingono di giocare, stanno probabilmente parlando dei loro segreti ed orrendi amici, la loro infanzia è tutto un sorriso allusivo, un sottinteso malizioso e, per un altro verso, un'infernale bugia, una turpe messinscena; ma sono anche due creature inermi, vittime di due mostri spietati, e le due donne (la governante e Mrs. Grose) sono mosse proprio dal fatto di sentirsi impotenti a proteggerli, tanto più che sarebbe inutile chiedere aiuto allo zio, un uomo che, innanzitutto, chiede di non essere importunato (e si deve a ciò se Quint e Jessel potranno fare il bello ed il cattivo tempo), e che, in ogni caso, non crederebbe una parola. La governante è ossessionata soprattutto dall'idea che i bambini vedano molto di più di quanto vede lei, che essi li sentano anche quando sono con lei, che essi siano permanentemente fuori del suo controllo; si trova persino faccia a faccia con Jessel, che sembra rimproverarla d'essersi intromessa in una cosa che non la riguarda; ma se ormai si confronta coraggiosamente con i due spiriti, non riesce però a rassegnarsi alla perdita del bambino: Miles l'ha stregata, sedotta, la chiama "mia cara", dignitoso ed affabile come un bel giovanotto, e lei tenta in ogni modo di farlo parlare, di salvarlo. Miles invece la circuisce, la ricatta, la imbroglia continuamente: quando le chiede di giocare con lui (e lei, come un'adolescente al primo invito, lo ricambia) lo fa soltanto per distrarla e permettere a Flora di andare all'appuntamento con la Jessel. La governante e Mrs. Grose corrono al lago per fermarla, ma la trovano sorridente in mezzo alle felci: la bambina si comporta normalmente, fa delle domande che sembrano innocue e spontanee, ma la governante crede di percepire un tono di scherno, quasi di sfida; la donna è convinta che quello che dovrà succedere è già successo, e Flora sorride beata d'aver compiuto la sua missione gabbando la guardiana. Miss Jessel è sull'altra sponda e la governante l'addita a squarciagola per scoprire il gioco di Flora, ma Mrs. Grose considera una crudeltà aggredire così una bambina, asserisce di non aver visto nulla, l'accusa d'essersi inventata tutto e si porta via la bambina. Flora conserva una calma imperscrutabile; la notte viene però colta dalla febbre, e, nel delirio, insulta la governante con termini osceni; ciò convince Mrs. Grose che ci sia del vero in quel che lei sostiene sulla corruzione dei bambini da parte dei fantasmi; decidono allora di portare Flora dallo zio a Londra: la governante è convinta che se rimane sola con Miles, lui si confiderà con lei e chiederà il suo aiuto. In effetti, nella casa deserta, Miles comincia col confessare d'aver rubato la lettera persa dalla governante, e lascia anche capire perché è stato espulso dalla scuola, per ciò che diceva ai compagni che gli piacevano. Quint li osserva dalla finestra: Miles se ne accorge, ma la governante lo stringe convulsamente a sé e gli fa confessare di sentirlo; Miles mormora i due nomi fatidici e spira. Il racconto è ambiguo dal principio alla fine: è un racconto di fantasmi, d'atmosfera gotica, ma è anche un film psicologico. Protagonista è la mente della governante: tutto ciò che accade (o si presume che accada) è filtrato dalla sua mente, che fornisce un'interpretazione di parte; il suo attaccamento morboso al bambino può sconfinare nella perversione di una zitella insoddisfatta, che poi inventa due fantasmi per realizzare le sue fantasie erotiche; potrebbe essere tutta un'invenzione di una pazza che finisce per uccidere terrorizzandolo un bambino assolutamente normale. La governante analfabeta e credulona e due bambini sono gli unici testimoni delle sue visioni, e per di più le negano sempre; la fantasia freudiana è comunque completa: i due amanti devono parlare attraverso i bambini per compiere il loro atto sessuale. "The Aspern Papers" (1888) Tita non lo tradisce; la fortuna, anzi, gli arride, poiché la vecchia, timorosa di perdere un buon inquilino, lo riceve ed invita a portar fuori la nipote, che da tempo non vede Venezia. Durante la gita lui approfitta dell'amicizia manifestatagli per estorcerle altre informazioni sulle carte, ma lei sa molto poco persino su sé stessa (è un essere indifeso, bisognoso di protezione). Lo scrittore sollecita un colloquio con la vecchia, che si rivela ancor più subdola di quanto pensasse; evidentemente ha capito qual è il suo scopo, e punta sulla sua testardaggine per spillargli più quattrini possibile; per stuzzicare il suo appetito, gli fa vedere un ritratto di Aspern, fingendo di volerlo vendere (ovviamente ad una somma tanto esagerata che nessuno lo comprerebbe mai), e gli fa anche capire di essere preoccupata per la sorte della nipote, che alla sua morte non avrà più nessuno; gli suggerisce, insomma, un'offerta: garantire un futuro decoroso alla figlia, dotandola d'un patrimonio e sposandola. La sera stessa la vecchia si sente male, e Tita deve chiamare il medico in tutta fretta. Lo scrittore è in apprensione, e - anche in quei momenti - chiede a Tita notizie delle carte; lei, che sembra aver ormai ceduto al suo fascino ed essergli diventata generosa complice, gli indica il baule che sino a poco tempo prima aveva contenuto i preziosi papiri, ed ora è vuoto; non si sa come, ma la vecchia ha trovato la forza di alzarsi la notte e di cambiare nascondiglio. Mentre la vecchia pian piano si riprende, i due complottano: lui le rivela la sua vera identità e di essere l'amico di John Cumnor. La notte trova tutte aperte le sale del palazzo, e, mentre Tita assiste la nonna, vi s'inoltra facendosi luce con una lampada. L'attira uno scrittoio, che sembra un nascondiglio adatto; si china per aprirlo, ma avverte una presenza alle sue spalle; si volge e si trova al cospetto della vecchia, per la prima volta col velo alzato, che gli pianta addosso due occhi terribili. Lo shock uccide la vecchia, che viene sepolta senza grandi onori. Tita non prova rancore per lo scrittore, ma rifiuta di dargli le carte (che erano nascoste nel materasso della defunta): anche lei è ossessionata dal ricordo di quegli occhi ("mi guardano nel buio", p. 243). Tita è un essere debole e spaurito, che ha salvato le carte dalla distruzione cui erano destinate, e l'ha fatto per amor suo, ma adesso non trova il coraggio di tradire la memoria della nonna, che, prima di spirare, le ha mormorato l'unica condizione cui potrebbe fargli leggere le carte: se fossero uniti in matrimonio. Inorridito al solo pensiero di legarsi ad una zitella di mezza età, lo scrittore pensa lì per lì di rinunciare; poi, a freddo, decide cinicamente di scavalcare in qualche maniera anche questo ostacolo, ma quando se la trova davanti, umiliata eppure ancora sorridente, si domanda se, tutto sommato, il sacrificio valga la posta; lei non gli dà, però, il tempo di parlare: lo saluta con un addio e gli comunica d'aver distrutto le carte, essendo ormai inutile conservarle (tanto è sicura che lui non la sposerà mai), e lo lascia al suo rimpianto senza risentimento o vendetta. Un giallo psicologico con due supreme creature del buio (le Borereau), l'avida e cinica vegliarda (ostile verso il mondo, gelosa del suo passato, e decisa a proteggere ad ogni costo la nipote) e la timida, spontanea zitella (una bambina di mezza età, succube della nonna ancora dopo la sua morte, innamorata dell'unico uomo che ha conosciuto e quietamente disposta ad accettare il suo no e la solitudine perenne). La vecchia e lo scrittore giocano una sottile partita a scacchi che ha Tita come posta; nessuno dei due vince: la vecchia non riuscirà a sposarla, e lui non riuscirà a farsi dare le carte; Tita annulla la cupidità dell'una e dell'altro distruggendo il carteggio. "The Awkward Age" (1899) "The Sacred fount" (1901) + "The Wings of the Dove" (1902) ++ Nel frattempo partono da Boston Susan Stringam [anziana giornalista educata in Svizzera insieme a Maud Louder; le loro vite, sviluppatesi parallelamente a Londra e a Boston, avevano avuto sorti diverse: entrambe vedove, Susan si trovava povera, Maud ricca] e Mildred Theale [giovane graziosa ed innocente, sola e ricca, che era stata praticamente adottata spiritualmente dalla compagna]. Dopo aver visitato Italia e Svizzera, Milly decide di partire per Londra, dove spera di poter incontrare Merton Deusher, conosciuto a Boston, e dove Susan spera di rivedere la vecchia amica. Milly è l'esatto opposto di Kate: sinora ha avuto tutto dalla vita, ed il suo grosso problema consiste nell'amministrarlo per il resto della sua vita nel modo migliore ed al riparo dalle violenze della vita. In casa Louder Milly conosce Kate, dalla quale si sente subito compresa (compatita, dice lei), e lord Mark, giovane aristocratico frivolo ed intellettuale, con il quale ha in comune l'interesse a conoscere meglio Kate, cosa che il giovane le confessa di non essere riuscito a fare; Kate ammira, invidia e perdona la libertà di cui Milly può disporre, e Milly s'accorge ben presto che qualche misteriosa preoccupazione affligge l'amica; in un primo momento viene indirettamente a sapere che Merton Deusher è una comune conoscenza di cui è preferibile non parlare, e, conosciuta successivamente la sorella di Kate e presa visione della sua povertà, scopre i legami affettivi che legano Merton a Kate; anche Milly ha un problema, tant'è vero che si reca di nascosto da un medico, confidandosi soltanto con Kate: si rende conto d'essere, infatti, affetta da un male incurabile, e il medico le consiglia di tornare sul continente. Le quattro donne, Deusher e lord Mark partono per Venezia; Desher ritorna a Londra, incontra Kate e viene messo al corrente della situazione: Kate ha capito che Milly lo ama, anche se non ne parla per rispetto all'amica, e Kate vuole alleviare la sua sofferenza; invita perciò Merton a fare in modo che Milly non sappia quanto siano profondi i loro legami affettivi; inoltre, Maud vedrebbe di buon occhio un attaccamento di Deusher a Milly, e, quindi, lo instrada parlandone bene all'amica Susan, smentendo l'affetto di Kate. In breve Milly viene a trovarsi al centro di un complotto: Kate decide infatti d'approfittare della situazione, incoraggiata dalle vedute delle anziane amiche; visto che l'unione con Merton le viene impedita soltanto per motivi economici, visto che sua zia la riporta a Londra per favorire la relazione tra Merton e Milly e visto che la sofferenza di Milly sarebbe molto alleviata dall'amore di Merton, tanto vale che Merton finga amore per Milly, la sposi, ne attenda la morte ed ereditatone, allora, il patrimonio, sposi finalmente Kate; Merton è riluttante ad accettare questo progetto, ma si convince infine d'essere parte del destino di Milly, e decide, quindi, di lasciarsi trascinare dagli eventi. Nel frattempo, però, lord Mark, che era stato rifiutato da Milly, rivela che il legame tra Kate e Merton non è cessato; la salute di Milly peggiora notevolmente. Deusher ritorna in Inghilterra, e a Londra apprende da Mrs. Louder della morte di Milly; riceve una lettera, scritta da Milly, in cui gli comunica d'avergli lasciato una cospicua somma di denaro: Deusher e Kate capiscono che l'ha fatto per loro, ma Merton pensa di rifiutare, e chiede il consenso a Kate; resasi conto che la memoria dell'amica sarà sempre tra loro, Kate preferisce negargli il consenso, ben sapendo che Merton non vorrà sposarla col denaro di Milly. La costruzione della coscienza di Kate Croy e la distruzione fisica e morale di Milly Theale sono i temi fondamentali del romanzo: la coscienza di Kate nasce nella vergogna, nella rabbia, nell'avvilimento delle sciagure familiari, cresce nel tormento di non poter sposare Merton Deusher, e dopo essere stata passiva per tutto questo tempo, si esprime con un cinismo raziocinante che al porta a preparare ed attuare la strategia che le permetterà di diventare ricca, di sposare Deusher, d'essere ed avere ciò che ha sempre sognato; infine, sotto le ali di Milly, matura quando si rende conto che la ricchezza e la libertà di Milly sono vane, del tutto inutili ed insignificanti: non solo, anche dannose, perché proprio lei, Kate, le ha fatto del male per esse. La distruzione di Milly comincia dalla sua ricchezza: il viaggiare, la libertà di cui può godere, la espongono, più d'ogni altra creatura, alla violenza della vita proprio perché impreparata alla difesa contro i pericoli di ogni luogo e di ogni momento; Milly percepisce l'ostilità del mondo verso di lei, un'ostilità che non capisce ma che sente più forte di lei, e capisce di non appartenere al mondo della sua amica Kate e, troppo tardi, di Merton, un mondo di piccoli problemi drammatici che non ha vissuto, un mondo di ipocrisie, di sotterfugi, di duplicità, di lotta signorile ma accanita per soddisfare i propri desideri; quando si rende del tutto conto d'essere un'estranea in quel mondo, quando si rende conto che anche Merton e Kate appartengono a quel mondo, non può che andarsene. "The Ambassadors" (1903) ++ La famiglia di Newsome risiede a Woolett, dove ha instaurato una morale e, in generale, un'autorita` distintiva; il nonno di Chad, uomo senza scrupoli, ha accumulato il capitale che, essendo proprietaria di un'industria manifatturiera, la madre vedova adesso amministra. Chad deve tornare anche per questo grosso affare, da cui dipende la sua carriera d'industriale, ma sua madre sta accarezzando addirittura l'idea di sposarlo con Marnie Bocock, cognata di Chad in quanto sorella di Jim Bocock, marito della figlia Sarah. Lambert Strether ha 55 anni, e` anch'egli vedovo (oltre ad aver perso l'unico figlio), ed attualmente e` direttore d'una rivista locale finanziata, per l'appunto, da Mrs. Newsome; e` da anni amico di famiglia, ed adesso ha la possibilita` di sposare la vedova; quest'incarico europeo e` al tempo stesso una prova a cui lei sottopone le sue capacita`, e, qualora ne scaturisca il matrimonio sperato, potrebbe risultare un regalo di nozze. In Inghilterra Strether fa amicizia con la francese Maria Gostrey, e ritrova il vecchio amico Waymarsch, anch'egli nella cerchia di Woolet; Strether trascorre molto del suo tempo sia in Inghilterra sia a Parigi con Maria Gostrey, pur sapendo che la morale di Woolet, rappresentata da Waymarsch, disapprova questa leggerezza. A Parigi conosce Little Bilham e Miss Barrace, due amici di Chad, che gli descrivono il nuovo carattere del giovane, e lo preparano agli avvenimenti a cui e` suo compito porre rimedio; a Woolet e`, infatti, opinione comune che Chad frequenti delle compagnie femminili non raccomandabili, e che questo sia l'unico motivo del suo prolungato soggiorno e del suo ostinato silenzio. Quando finalmente Strether incontra Chad e` impressionato dal mutamento di carattere e dalla manifesta mutazione del suo linguaggio e del suo comportamento: apprende che il giovane e` invaghito di Mme de Vionnet e della figlia Jeanne, ma (rispetto a Chad) non comprende subito che e` l'anziana signora che Woolet l'ha mandato a combattere. Strether e` l'ambasciatore di Woolet a Parigi, deve difendere gli interessi di quella comunita` (cioe` Chad) dalle insidie della societa` straniera, cioe` Parigi: Waymarsch e` il punto di riferimento, integerrimo rappresentante di Woolet, senza compiti particolari se non quello, sottinteso, di ricordare a Strether chi e che cosa egli deve rappresentare; Maria Gostrey funge da simbolo e da portavoce di Parigi, e - inoltre - da interprete, poiche' traduce la mentalita` ed il modo di vivere parigini nei termini raziocinanti di Strether. Anche Strether e` affascinato da Mme de Vionnet, separata dal marito conte, e dalla graziosa e delicata Jeanne; scopre anche che Maria e` stata compagna di scuola della Vionnet e si rende conto che la trasformazione di Chad e` opera sua. Chad gli confessa che sta cercando non tanto di sfuggire il suo ritorno a casa, quanto di trattenere lui a Parigi, come per assuefarlo a quell'andazzo e, magari, corromperlo, conquistarlo alla sua causa, di farne, insomma, un ambasciatore (alla rovescia) di Parigi a Woolet. E, infatti, Strether e` gia` in difficolta` sotto i continui attacchi di Parigi, in cui, di volta in volta, scopre nuovi modi di essere: comincia una fase di correzione della morale inculcata, di degenerazione dei principi che stanno alla base della vita di Strether; intorno a lui s'intuisce una specie di congiura, un complotto a cui prendono parte tutti i personaggi minori. Mme de Vionnet e Chad sono i piu` assidui in questo corteggiamento, che ha lo scopo d'avvicinarlo poco alla volta alla trappola: Chad concede a Strether tutto cio` che si sente chiedere, ma ogni volta chiede in cambio qualcosa (di pazientare ancora un po', d'aspettare l'arrivo delle Vionnet, di conoscerle, d'andare a trovare la madre); cosi` guadagna tempo, ed ogni rinvio e` un colpo inferto all'ortodossia wooletiana, un segno di debolezza, di cedimento; d'altro canto, Mme de Vionnet fa di tutto per attrarlo, e ci riesce: Sterther prova stupore ed ammirazione per tutto cio` che dovrebbe distruggere (da Jeanne a Chad), e riconosce in tutto la mano maestra di questa signora. Mme de Vionnet e` certamente affezionata a Chad, mentre l'attaccamento di Chad non e` altrettanto evidente. Lei teme la partenza di Chad, perche' intuisce le intenzioni della madre: in pratica e` stata lei a costruire Chad cosi` com'e`, e proprio nella maturazione di Chad sta il pericolo di perderlo (adesso che non e` piu` un bambino puo` attrarre altre donne). Strether e` sempre in corrispondenza con Woolet, ma ormai la sua missione e` prossima al fallimento (lo si intuisce dal tono delle lettere, quasi apologetiche, di Parigi e dal tempo che passa senza che si giunga ad una conclusione); Strether e` stato conquistato dalla Vionnet, ne e` complice nell'intimo, e lo diventa anche di fatto quando riceve da Woolet una sorta d'ultimatum, e, davanti alla profferta di Chad di partire, e` lui a temporeggiare e, infine, a decidere di rimandare ancora. Mrs. Newsome gli annuncia la partenza dei Pocock (Jim, Sarah e Marnie): e` il segnale che Strether e` stato destituito dalla carica d'ambasciatore, e che sta rischiando il suo futuro a Woolet; pur essendo egli stesso in fallo (frequenta Miss Barrace), Waymarsch ha evidentemente descritto la sua perdita di sicurezza. Sarah e` la vera ambasciatrice di Woolet; e`, anzi, la reincarnazione della madre, la personificazione della "sacra ira" dei Newsome: oltre ad essere perfettamente inserita nell'ordine morale di Woolet, nutre dell'astio verso il fratello, e percio` lo vuole ricondurre a casa per riportare un trionfo personale su di lui. In principio cerca soltanto di capire chi Chad e` adesso, e, soprattutto, qual e` stato l'operato di Strether, e prepara una sua strategia. Anche Mme de Vionnet ne ha una: fidanza Jeanne a Monsieur de Monteron. Nelle mani della madre e di Chad la ragazza e` inerme, e, d'altronde, vuole innanzitutto rispettare e soddisfare i loro desideri, ma in realta` e` innamorata di Chad, ed il suo improvviso fidanzamento sembra, infatti, un modo per eliminare un possibile ostacolo. Infine la strategia di Strether: chiede a Little Bilham di sposare Marnie, promettendo d'eleggerlo erede universale, tanto piu` che Marnie, acuta, ha capito sia Chad sia Strether, e non pare per nulla scossa; Strether vuole cosi` aiutare la Vionnet eliminando un altro ostacolo. Ma Sarah prende l'iniziativa: decide di ripartire subito, con o senza il fratello, e manda Waymarsch a preavvisare Strether, quindi l'affronta senza timori reverenziali, anzi aggredendolo. Allora Strether capisce che non sono venuti solo per Chad, ma anche per lui: Chad e` solo un piccolo sgarbo a Woolet, mentre Strether e` uno scandalo; che Chad s'infatui di Mme Vionnet e` sbagliato ma scusabile, ma che Strether la descriva meravigliosa e` un insulto a Mrs. Newsome. Strether non puo` difendere Mme de Vionnet, e percio` neppure se' stesso, poiche' sa che il concetto di male in vigore a Woolet non ammette compromessi od eccezioni; puo` soltanto chiedere ancora una dilazione. Quando i Pocock e Waymarsch partono Maria, solita a lunghe assenze, ritorna Strether ha tempo per pensare, ma un giorno, mentre vaga per la campagna, scopre Chad e Mme de Vionnet in barca, e, in seguito, riceve da lei una specie di desolata confessione: "sono vecchia ed abietta". Ha fatto maturare Chad, e, ora che comincia a goderne i frutti, sente che alla fine la sconfitta sara` lei; si scusa piangendo d'averlo coinvolto ed usato, e rivela con quanta apprensione abbia spiato l'animo di Chad per capirne in tempo le intenzioni; teme che lui si stia stancando di lei, e cio` collimerebbe con l'impressione generale che Chad non ricambi del tutto la sua dedizione e spiegherebbe la sua arrendevolezza a partire. Strether e` molto colpito dalla confessione ricevuta, aspetta che Chad ritorni da un misterioso viaggio in Inghilterra e poi gli parla: gli rinfaccia cio` che lei ha fatto ed e` stata per lui ("sarai un bruto se mai l'abbandonerai"), e quasi obbliga Chad a restarle accanto. Quando Chad lo assicura di non volerla lasciare e di non essersi stancato, Strether, l'emissario di Woolet, si rende conto d'aver terminato il suo compito. Pur potendo avvantaggiarsi di un'eventuale rottura tra Mrs. Newsome e Strether, Maria, che, durante tutta la vicenda non ha mai approfittato per introdursi nella vita di lui, riemerge alla fine di tutto, come per riprendere il discorso rimasto in sospeso dal principio. Al suo fianco Strether ha passato giornate magnifiche, e poi non ha ricavato nulla da tutta l'avventura; ha perso, anzi, la stima di Mrs. Newsome, e, quindi, ogni garanzia sul suo futuro. Avrebbe, percio`, due ottimi motivi per rimanere a Parigi; la sua fedelta` alla patria, il suo senso del "giusto", lo spingono, invece, a tornare, come un ribelle tanto fiero e convinto d'aver agito per il meglio pur sfidando le leggi da non temere la punizione, da sottoporvisi, anzi, volontariamente per aumentare ancor di piu` il valore della sua scelta. I personaggi si possono suddividere in: - Mrs. Newsome (e Woolet), centro motore della vicenda, l'ordine che viene violato per mettere in moto un altro polo; gli altri (Sarah, Waymarsch, ecc.) sono ingranaggi; - Maria, Little Bilham, Miss Barrace, Jeanne, Parigi, l'altro mondo che vive senza un centro motore, non sono ingranaggi, ma esseri umani; - Mme de Vionnet, una di Parigi; - Lambert Strether, ambasciatore di Woolet. Il confronto tra Woolet e Parigi dev'essere uno scontro dal punto di vista di Woolet, che non dubita neppure d'una propria vittoria, mentre dev'essere un incontro dal punto di vista di Parigi, gia` rassegnata alla parte del piu` debole; cosi` Mrs. Newsome vorrebbe, tramite Sterther, aggredire Mme de Vionnet, mentre Mme de Vionnet vuol fare amicizia con Strether. Pur essendo anch'egli un ingranaggio di Woolet, Strether riconosce la superiorita` di Parigi, invidia quella vita piu` naturale, ammira come Chad sia stato salvato, cioe` preservato dal diventare anch'egli un ingranaggio, e fa cio` che puo` per non rovinare un lavoro cosi` ben riuscito. Strether e` giudice: deve stabilire a chi assegnare Chad, se a sua madre o a Mme de Vionnet; dopo aver conosciuto anche la seconda, emette la sentenza in suo favore, e le riconosce soprattutto il merito d'aver fatto molto per il giovane, e d'avere percio` dei diritti su di lui. Tanto Maria e` modesta ed appartata, tanto Mme de Vionnet e` tenace ed indefessa. Maria potrebbe approfittarne ma non lo fa; la seconda sfrutta invece ogni occasione, si cimenta in tutte le battaglie con le sue armi, anche quando sa d'essere la piu` debole, ma la prima non ha, d'altronde, investito nulla nella vita, mentre la seconda ha investito Chad. Il gruppo di Parigi forma il complotto ai danni di Strether: non mirano tanto a staccare lui da Woolet, quanto a salvare Chad; soltanto Maria vorrebbe (e ci prova) a salvare lui. Strether e` sconfitto in tutti i sensi: non compie la sua missione, perde Mrs. Newsome, perde Maria, e la vittoria di Chad e`, in realta`, una vittoria di Parigi; lui e` stato distrutto da Parigi, non e` piu` niente, ma il suo equilibrio e` segno che non era niente anche prima. "The Beast in the Jungle" (1903) "The Golden Bowl" (1904) +++ Parte I. Il principe italiano Amerigo si trova a Londra per sposare Maggie Vervor, figlia d'un milionario americano: la famiglia di lui ha una storia secolare, legata soprattutto all'ambiente clericale, mentre quella di lei consta solo di padre e figlia. Maggie è circondata da amici conosciuti nei suoi viaggi: i coniugi Assingham (lui colonnello, lei protettrice dei due fidanzati) e Charlotte Stant (nata a Firenze e compagna d'infanzia di Maggie), che, a Roma, ha avuto, un anno prima, una relazione col principe conclusasi con un nulla di fatto a causa delle cattive condizioni di entrambi, l'uno erede d'una famiglia nobiliare in decadenza per quanto numerosa, lei troppo libera e spregiudicata per potersi sistemare in maniera confortevole. Maggie non ha saputo molto dei rapporti intimi dei due, mentre Mrs. Assingham li conosce e li sa interpretare: sa, cioè, che, se non fosse stato per il denaro, si sarebbero sposati, e sa che fu Charlotte, per il suo bene, a rendergli la libertà e a non dire nulla a Maggie, quasi preparando la strada a lei. Mrs. Assingham, che introdusse il principe (di cui era, ed è, profondamente appassionata) in casa Verver; l'arrivo di Charlotte la mette, quindi, in agitazione. Charlotte invita il principe ad accompagnarla in un giro per i negozi di Londra per scegliere il regalo adatto a Maggie; durante la passeggiata, Charlotte cerca invano di farsi regalare una coppa d'oro che un bottegaio le offre a basso prezzo (la coppa è di cristallo), ma, facendole un regalo, il principe teme di compromettersi; le promette, anzi, che le farà un regalo, ma soltanto il giorno in cui lei si sposerà. Al di là dei fatti, si svolgono due conversazioni (due tipiche partite a scacchi tra abili giocatori) tra Mrs. Assingham ed il principe e tra questi e Charlotte: nella prima le cerca, appunto, di capire quanto il principe senta l'arrivo dell'ex amata; nella seconda, lui cerca di capire quali sono le reali intenzioni di Charlotte; la prima avrà un seguito con una sorta di soliloquio sul principe che Mrs. Assingham svolge in presenza del marito; la seconda culmina nel tema del regalo, e rivela come lui desideri che lei si sposi più per la propria che per la sua tranquillità. Parte II. Adam Verder è un romantico che, a volte, ama fingersi ignobile: in realtà, ama le cose belle, ama sua figlia e suo nipote, il principino. Dopo il matrimonio, i principi si trasferiscono nella grandiosa proprietà dei Verver, dove, di tanto in tanto, sono sopitati amici e conoscenti, tra i quali abbonda il sesso femminile, attratto unicamente dal ricco, e non anziano vedovo, il quale non sente peraltro il bisogno d'una compagna, ma si rende ben presto conto d'aver perso qualcosa nel matrimonio della figlia, che per lei era stata l'unica confidente e l'unico affetto sincero, e si rende soprattutto conto di come la figlia si senta in colpa per questa situazione e di come lo invogli a por fine a questa sua vedovanza. La cosa diventa ancora più fattibile quando Charlotte, povera ma bella, bisognosa, dopo tanti anni di solitudine e di misteriose delusioni, d'una casa chiede d'essere invitata da loro, e Maggie la presenta al padre come un possibile partito: così, quando Charlotte arriva, i principi partono per un viaggio sul continente, lasciando i due soli, e Adam propone il matrimonio a Charlotte, che però, pur dimostrandogli simpatia e comprensione, tentenna adducendo motivi etici che riguardano sia Maggie che Amerigo; ma entrambi le scrivono, ed è la seconda lettera, quella del principe, una lettera seria che Adam non desidera neppure leggere, tanto è felice del consenso, a convincerla. Parte III. Le vite private delle due coppie finiscono fatalmente per intrecciarsi: Maggie è troppo attaccata al padre e viceversa, e, per quanto essi adorino i rispettivi consorti, per poter rimanere soli concedono spesso loro più libertà del normale. Fanny Assingham se ne accorge quando incontra Charlotte ed il principe, e viene a sapere che Maggie (la figlia, non la moglie) è rimasta accanto ad Adam leggermente indisposto: Fanny sonda i due ex amanti per sapere sino a che punto essi approfittano dell'opportunità che si presenta loro; Charlotte è freddamente razionale, capisce che padre e figlia stanno bene così e che quindi è naturale che suocera e genero si tengano compagnia, e non esita ad approfittare in misura sempre maggiore della libertà loro concessa; il principe è più istintivo, la sua superstizione gli rende ogni avvenimento magico e fatale e così ogni coincidenza favorevole, per cui non frena Charlotte, che convince il principe della straordinaria situazione che s'è venuta a creare coi loro matrimoni: Maggie ed Adam sono i loro benefattori, hanno dato loro una casa, il denaro e la libertà, tutte cose che, altrimenti, entrambi non avrebbero potuto ottenere (alla libertà avevano rinunciato proprio per mancanza degli altri due); essi non hanno bisogno d'agire, ma soltanto d'accettare e considerarsi molto fortunati. Fanny, invece, è agitatissima: il suo morboso interesse per gli affari delle sue coppie la spinge a frequentarle; ella intuisce ciò che sta per avvenire, e se ne sente in colpa, sa che padre e figlia sono, invece, ignari, e ciò la consola, ma ha comunque bisogno di sfogarsi, di giustificarsi, e lo fa sino a scoppiare a piangere, col marito. Si rende conto che, quando si renderà conto dell'avvenuto e per la prima volta incontrerà il male, l'animo buono di Maggie dovrà superare un trauma; d'altronde le è difficile stabilire chi è l'autore del male: prova simpatia per il principe, definisce straordinaria Charlotte, non può certo accusare i Verver; infine decide di ignorare i suoi sospetti. Parte IV Maggie intuisce qualcosa durante una più lunga assenza dei due. Quando il principe ritorna, Maggie s'accorge d'essere gelosa: li interroga entrambi, soprattutto Charlotte, e percepisce un legame tra i due ai suoi danni; nei panni dell'investigatrice si sente a disagio, come un attore incapace di recitare a memoria sul palcoscenico, ma destinato sempre ad improvvisare. Il fatto che il padre sia ignaro la fa sentire sola: si confida, allora, con Fanny, che conta di consolarla negando che esista una certezza, sembra quasi riuscirci quando Maggie scoppia in lacrime. Fanny teme che, quando scopriranno quel che i rispettivi sposi stanno tramando, Maggie e suo padre vedranno in lei l'essere spregevole che ha voluto tutto questo, che ha preparato i due matrimoni pur conoscendo il passato, che, nonostante ne fosse al corrente, non è intervenuto ad interrompere la tresca. Maggie scopre comunque l'intera verità quando acquista per caso la coppa d'oro ed il bottegaio le racconta di come Charlotte ed il principe fossero insieme la vigilia delle sue nozze: intuisce allora l'esistenza d'una precedente relazione, e decide d'affrontare il marito ponendo l'oggetto bene in vista; chiamata Fanny affinché sappia le sue nuove decisioni, questa, però, rompe la coppa, avendo capito che per Maggie essa rappresenta lo stesso inganno ordito ai suoi danni. Il principe arriva nello stesso istante: Fanny li lascia soli, e Maggie gli racconta tutto; come Magie e Fanny non vogliono che Adam sappia, così anche il principe si preoccupa di sapere se anche lui è al corrente; cerca poi di sminuire l'importanza di quella coppa, ricordandole che avrebbe dovuto essere un regalo per lei, ma lei gli fa notare che il fatto stesso di non avergliela più regalata le fa assumere un'importanza simbolica ben maggiore; infine, quasi impietosita dalla situazione del principe, lo lascia solo: Maggie ha un animo buono, e non è capace di incolparlo e di condannare nessuno. Parte V. Dopo la chiarificazione, Maggie ed il principe decidono di non far sapere nulla a Charlotte, tanto che, resasi conto del diverso comportamento di lei e - soprattutto - di lui, questa interroga Maggie in proposito, cercando di scoprire se sa qualcosa della loro relazione, ma Maggie mente e nega che in lei sia cambiato qualcosa; come prova Charlotte le chiede un bacio, e lei glielo dà, ma Charlotte intuisce il significato del loro silenzio, e ne soffre: essi la stanno relegando al suo ruolo originale, che consisteva nel riempire e vivacizzare l'ambiente con il suo carattere aperto ed intraprendente, ed ella conosce bene il proprio dovere, pur essendo il suo dolore evidente, almeno a Maggie, ossessionata dalla sua voce mentre illustra agli ospiti la collezione d'opere d'arte nella galleria del padre, tanto che ne piange. Maggie e Charlotte si ritrovano, inevitabilmente, di nuovo sole, e questa volta Charlotte le rivela la sua intenzione di possedere del tutto l'uomo che ha sposato, e per far questo è necessario separare definitivamente padre e figlia; Maggie sfoga le sue angosce una volta per tutte, confessando d'aver sbagliato quando Charlotte le rinfaccia d'aver detestato il matrimonio del padre. Parte VI. Charlotte ed Adam decidono di partire; Maggie si rende conto che Amerigo e Charlotte sono persi, ed è giusto che sia così, ma anche lei e suo padre lo sono; e per loro è soltanto triste e strano, e non causato da un loro sbaglio: Maggie ed il principe si rendono conto che per la loro felicità è necessario sacrificare quella di Charlotte. Il principe quasi si isola da Maggie, invitandola ad aspettare che l'altra coppia se ne sia andata; così, quando si sono salutati, il principe diventa finalmente tutto suo. Nel romanzo appaiono numerosi simboli: - la coppia - il mistico ponte dorato che unisce il principe e Charlotte, formato da tutta la gente e tutte le cose, come se il destino li avvicinasse indipendentemente dalla loro volontà - la gabbia in cui Charlotte è rinchiusa, e che Maggie ha paura di vedere aperta - la panca su cui Maggie e suo padre s'appartano - le navi di Adam Verve che bruciano nel cap. 12 man mano che si addenta nel discorso del matrimonio con Charlotte - la prima volta che il principe rivede Charlotte (p. 58) vede i particolari del volto di Charlotte come suoi beni, rimasti per lungo tempo chiusi in uno stipo ed ora tirati fuori ad uno ad uno ; - il cap. 23, intorno al lago mistico sul quale s'è avventurata Fanny Assingham e dalle cui profondità il marito Bob l'aiuta ad estrarre la verità, è allegorico. Tutti sono responsabili del male: il principe e Charlotte direttamente, Mrs. Assingham per aver favorito (pur conoscendo il passato) i due matrimoni, Maggie per aver trascurato il principe a favore del padre; ognuno espia col dolore la propria colpa, e così si salva, come dice Maggie, ma Charlotte risulta al termine una vittima più colpita degli altri perché abbandonata. Maggie ed il principe si ritrovano insieme e si confidano, Fanny viene perdonata da Maggie ed abilitata a sua migliore amica, ma il principe e Maggie mentono entrambi a Charlotte, e Fanny l'abbandona subito al suo destino; la salvezza viene ottenuta ristabilendo a tutti i costi l'equilibrio delle coppie, a dispetto dei sentimenti primordiali (filiale di Maggie, amante di Charlote). La costruzione del futuro di Maggie è indissolubilmente legato alla distruzione del passato di Charlotte, e lo scopo viene raggiunto costruendo la coscienza di Maggie (che inizialmente ignora, poi sa) e distruggendo la coscienza di Charlotte (che inizialmente sa che Maggie ignora e poi ignora se Maggie sa). La prima avventura nella vita è sempre una presa di coscienza dell'esistenza del male, così per Maggie quando abbandona il padre per il principe: da quel momento inizia la lotta per sconfiggere il male, che si realizza, appunto, attraverso la costruzione della propria coscienza, ma questa costruzione implica, inevitabilmente, la distruzione di qualcun altro, il che è, in fondo, ancora male (Charlotte, nata povera, deve rinunciare per due volte al principe), come dire che non è più possibile un ritorno allo stadio dell'innocenza. "International Episode" Nella primavera dell'anno dopo, la Westgate e Bessie si recano a Londra; Mrs. Westgate evita accuratamente di far sapere del loro arrivo agli amici, insegna alla sorella come si deve comportare in Inghilterra una ragazza perbene, e frequenta unicamente Willy Woodley, un giovane compatriota; non appena Bessie e Lambeth si rivedono si riaccende, però, la loro simpatia, nonostante i rispettivi dinieghi dei relativi guardiani (Mrs. Westgate e Beaumont). Alla fine la cosa diventa tanto seria che la sprezzante duchessa deve recarsi ad incontrare le due americane. Durante la visita fa chiaramente capire di considerare Bessie una delle tante aspiranti alla mano di suo nipote. Il mattino dopo, Lambeth chiede a Bessie di diventare sua moglie, e lei - che ancora non se la sente - lo rifiuta; le due donne devono così lasciare Londra come se avessero ceduto alle minacce della zia. Bessie è l'anima pura ed ingenua del racconto, che Beaumont e la zia travisano e che sua sorella cerca invano di rendere cinica. |
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