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Elsa Morante (Italy, 1912)
"Menzogna e Sortilegio" (1948) + La nonna Cesira era stata maestra presso una famiglia nobile, finche' vi aveva conosciuto Teodoro, che i vizi avevano ridotto sull'orlo della miseria. Sedotta dall'idea di sposare un ricco nobile, Cesira abbandona la sua professione, ma al ritorno dal viaggio di nozze il sogno e` gia` svanito: i servitori si prendono tutti i mobili e la casa. Costretti a vivere in un appartamento di un umile quartiere, Cesira riprende ad impartire lezioni, mentre Teodoro passa le giornate nelle bettole, oppure a coccolare la figlia Anna. Cesira detesta il marito, che - oltre ad averla ingannata - e` anche vecchio e disutile; la figlia, invece, lo adora, e, quando i genitori litigano, parteggia per lui. Teodoro diventa pero` sempre piu` schiavo del vino, e, gia` paralizzato, muore con grande disperazione di Anna, che considera colpevole la madre. Per sostentare la figlia, Cesira chiede l'elemosina alla superba cognata Concetta, offesa dalla vita dissoluta del fratello, dal suo umiliante matrimonio con una maestrina e da un tentativo disperato e miserabile di sottrarle, con la complicita` di un corrotto amministratore, una legittima eredita`: nonostante l'umiliazione di Anna, Cesira accetta il mensile che le viene sprezzantemente offerto. Giovinetta, Anna incontra il galante cugino Edoardo, da sempre sognato pur avendolo visto soltanto una volta, e i due s'innamorano. Durante questo periodo, il loro amore rimane in uno stato innocente, anche se, agli occhi della gente, compromette seriamente Anna, che si muove come in una fiaba di cui Edoardo e`, ovviamente, il principe azzurro, ed il suo sentimento piu` forte e` quello di perderlo. Edoardo e`, peraltro, di umore incostante, e passa dalla tenerezza alla perfidia, ma in fondo le vuole un bene sincero. I due vivono come isolati dagli altri, Anna insensibile al bisogno di confidenza della madre ed Edoardo alieno dalla muta disapprovazione materna; la fiaba tocca i suoi punti di massimo delirio quando i cugini s'accorgono della loro sorprendente somiglianza (lei pero` e` bruna, mentre lui e` biondo) e quando, come prova d'amore eterno, Anna si fa marchiare vicino alla bocca con un ferro rovente. Le loro passeggiate ed i loro incontri si fanno piu` frequenti, finche', dopo una notte piuttosto insolita (Anna scende seminuda al richiamo di Edoardo, visibilmente alterato, e si lascia baciare un seno), Edoardo cade gravemente malato; guarito dopo una lunga degenza, scrive una breve e fredda lettera d'addio alla cugina. Appena guarito, Edoardo fa amicizia con Francesco de Salvo, uno studente alloggiato in un appartamento che si finge barone ed e`, invece, figlio d'agricoltori. L'amicizia tra i due si cementa in fretta, tanto che Francesco mette da parte la naturale gelosia e gli presenta Rosaria, la sua ragazza, una prostituta da lui redenta; a sua volta, Edoardo presenta all'amico la cugina Anna, alla quale ha stracciato anche le ultime speranze. Mentre Edoardo entra nelle simpatie di Rosaria, Anna non ama vedersi intorno quel ridicolo letterato che le ricorda l'innamorato perduto; cosi` Edoardo riesce a sedurre Rosaria, minacciandola di crudeli vendette se ne facesse parola a Francesco, mentre questi, innamorato dell'altera Anna, riceve dall'amata indifferenza quando non anche disprezzo. Un anonimo avverte Francesco del tradimento di Rosaria, che, dopo la scenata di questo, perde anche il secondo amante, deciso a liberarsi di lei; chiamato ad accorrere al capezzale di suo padre, Francesco parte accompagnato dalle lacrime sincere di Edoardo e dall'altrettanto sincera stizza di Anna. Francesco giunge al paese natale che Damiano de Salvi e` gia` morto e sepolto. Per nulla addolorato, visto che in realta` quell'uomo non era suo padre, essendosi sua madre Alessandra macchiata d'un peccato di gioventu` con Nicola Monaco, l'amministratore ladro dei Cerentano, Francesco si limita a vendere dei poderi paterni per pagare vari debiti contratti dal vecchio per mantenerlo ai suoi studi. Tornato in fretta in citta`, non vi trova piu` Edoardo, che, spaventato a morte da un accesso di tisi, e` partito alla volta di paesi piu` salutari. Dalla sua totale solitudine scrive all'altera Anna, e questa, ormai ridotta in miseria, decide di punto in bianco di sposarlo. Per il matrimonio Francesco deve sacrificare degli altri terreni paterni, sino a ridurre la madre, costretta a lavorare come bracciante per mantenersi, in un orticello. Anna gli impone diverse umiliazioni, fra cui quella, piu` cocente, di non invitare alla cerimonia nuziale la madre, disposta a tanti sacrifici, ne' d'invitarla in seguito, ne' d'andarla a trovare.; le lettere quasi supplichevoli provenienti dalla campagna non ottengono per risposta che delle ridicole scuse. Trovato un impiego all'ufficio postale, Francesco puo` affittare l'appartamento nuziale al capo opposto della citta` rispetto a quello di Anna come questa desidera per sottrarsi alla gente del suo quartiere, da cui e` odiata; Anna rimane subito incinta. La famiglia vive nell'incomprensione: Francesco adora Anna, si sente in debito verso di lei, e per non farle pesare la miseria s'ammazza di lavoro, ma e` contraccambiato dal freddo astio di Anna, che sembra non perdonargli d'avere preso il posto di Edoardo, ed e` sempre piu` umiliata dalla loro condizione. Cesira muore e lascia libera una cameretta che diventa il solitario angolo preferito di Anna. Elisa cresce dimenticata ed appena sopportata dalla madre, eppure adorandola; il padre, che ne ricerca l'affetto, viene invece respinto. Elisa trascorre le sue giornate fuori dalla scuola, o a fare i compiti nella cameretta in cui s'e` ritirata la mamma, o nelle lunghe passeggiate col padre. Durante una di queste Francesco incontra Rosaria, ancora innamorata di lui ed ancora praticante lo stesso mestiere. Per un certo tempo Elisa deve seguire le visite del padre all'ex amante, rimanendo esiliata in una stanza con la serva Gandosia, mentre i due litigano; Francesco ottiene anche un prestito che lo ossessiona, e Rosaria, folle d'amore e di gelosia per Anna, lo minaccia con un coltello; anche in quella casa Elisa non riceve che dell'indifferenza, quando non addirittura delle scortesie come impicciona; Francesco fugge il silenzio della moglie rifugiandosi in un'osteria, dove finiscono inevitabilmente le noiose passeggiate di padre e figlia. La morte di Edoardo mette a dura prova la psiche delle due donne che l'amavano di piu`: Concetta rifiuta di crederlo morto, e Anna, trovato il coraggio di presentarsi a palazzo, vi viene ricevuta in virtu` delle lettere d'amore che finge di ricevere dal cugino e che, in realta`, si scrive da sola durante la notte. Anna si sottomette volentieri ai deliri affettuosi della vecchia e legge volentieri le presunte profferte d'amore di Edoardo. La mente di Anna vacilla e precipita del tutto quando deve abbandonare le visite a palazzo; allora la sua follia si riversa su suo marito, cui s'e` concessa una sera credendolo Edoardo, e gli svela d'aver sempre amato un altro. Francesco, che ha sempre adorato la moglie e le ha sempre perdonato la sua superbia, non si capacita di questo tradimento, ma non trova il coraggio di punirla; Anna non dorme piu` con Elisa, passa giorno e notte nella camera che fu di Cesira. Percio` i tre vivono e dormono in tre camere separate, divisi dall'odio (di Anna per il marito e la figlia, di Elisa per il padre) e dall'amore (di Elisa e Francesco per Anna, di Francesco per la figlia). Edoardo e` la quarta presenza: Elisa lo considera un folletto, Anna gli scrive delle lettere che sono un diario allucinato delle sue giornate in quel carcere volontario, e Francesco rivede il suo migliore amico quasi tutte le notti. Una disgrazia sblocca la situazione: durante il lavoro Francesco viene travolto da un treno, ed e` Rosaria a dare la notizia ad Elisa, lasciata sola in casa. Anna ritorna sconvolta, divorata dal rimorso e cade in delirio; da Rosaria ottiene un anello che il fatuo Edoardo regalo` prima a lei e poi a quest'altra: muore riconoscendo, in uno dei suoi rari impeti di bonta`, la figlia, ma considerando quasi comico lo scherzo combinato dal destino a quella bambina, come se soltanto allora s'accorgesse di tutti i suoi pianti. Quasi adottata da Rosaria e riallacciati i rapporti epistolari con la nonna Alessandra (giunta in citta` carica di doni per fare una sorpresa ai figli ed alla nipotina), cresce finalmente nel benessere e con un po' d'affetto. Il classico triangolo e` qui stravolto dai miti dell'infanzia e da una sorta di pazzia contagiosa: Francesco e` tradito due volte da Edoardo (con Rosaria e con Anna); Edoardo tradisce sia Rosaria sia Anna; mentre pero` Rosaria ama Francesco, come sembra logico, Anna ama soltanto Edoardo; si direbbe che la causa sia al menzogna di Francesco sulla nobilta`, che lo spinge ad ambire ad Anna e gli guadagna il disprezzo di Edoardo. Rosaria e` l'unica a capire quanto profondo e sincero sia l'amore di Francesco: non lo capiranno (salvo qualcuno dei suoi momenti di tenerezza) ne' Edoardo, ne' Anna, ne' Elisa, che (per varie circostanze) saranno portati a disprezzarlo; e perche' solo Rosaria? Forse perche', come lui, e` l'unica umile; in questo romanzo i confini del male sono labili, e certo non c'e` del bene. I protagonisti sembrano dei bambini riuniti in un cortile ed intenti ad un gioco appassionante in cui non mancano gli screzi ed i dispetti; i pianti solitari di Elisa sono un po' un emblema della vicenda. "L'Isola di Arturo" (1957) ++ "Aracoeli" (1982) +
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