Susan Sontag



, /10
Links:

Susan Sontag (USA, 1933)

"Benefactor" (1963)

synopsis forthcoming

"Death kit" (1967)

Diddy (Dalton Harron) è un borghese alienato affetto da nevrosi acuta. Lavora in una delle tante compagnie di Manhattan, separato dalla moglie Joan, con un fratello minore, Paul, che è tutto ciò che gli rimane della famiglia. Ha tentato il suicidio, ma ora è di nuovo al lavoro; la ditta indice una riunione e Diddy deve prendere il treno per recarsi agli hedquarters, upstates. Nel suo scompartimento viaggiano un collezionista di francobolli, un prete, una signora e sua nipote Hester, una ragazza cieca. Il treno s'arresta dentro un tunnel, ed il conductor cerca invano di rassicurare i passeggeri. Diddy lascia lo scompartimento al buio, scende dal treno e va a parlare al macchinista, che sta rimuovendo un ostacolo dai binari. Il macchinista è poco socievole e Diddy, pensando che stia per colpirlo con un'ascia, lo colpisce a sua volta sul capo lasciandolo tramortito sui binari. Rientra e, poco dopo, il treno si rimette in moto. Prova un irresistibile impulso per la cieca: approfittando di un appisolamento della zia, la porta nel corridoio, la seduce e poi fanno l'amore nelle toilette. Poi le confessa d'aver ucciso un uomo, ma lei gli assicura che non s'è mai mosso dallo scompartimento, ed il suo udito è infallibile. Diddy non vuole accettare che si sia trattato soltanto di un'allucinazione.

A tratti lo stile rasenta un flusso barocco di coscienza, o, meglio, di subconscio. Diddy è ossessionato dall'impulso di morte; sesso e violenza si compenetrano: fa l'amore con la cieca esattamente come, cieco nel buio, lui ha ucciso un uomo, e l'ha ucciso in un tunnel, che gli ricorda il sesso femminile; l'ordito di simboli freudiani appanna la realtà: tutto potrebbe essere un'allucinazione.

Passa la notte in albergo ad attendere nervosamente il giornale della mattina; quando arriva vi trova la conferma che aspettava: un operaio delle ferrovie è stato trovato morto sui binari; s'informa sui funerali e scopre che l'uomo è stato cremato. Prova un morboso desiderio di vedere la vedova, ma questa è una donna volgare e sospettosa, che lo mette alla porta dopo una scena disgustosa.

Va in ospedale a trovare Hester, ma non riesce a dirle nulla; con i colleghi della convention si comporta come se nulla fosse; si sfoga con una prostituta, poi va a dire alla zia di Hester di voler sposare la ragazza, anche se l'operazione è fallita e Hester sembra destinata a non acquistare più la vista; la zia rivela che fu la madre di Hester ad accecarla in un raptus di follia. Quando Hester viene dimessa, Dalton si dimette; vanno a vivere insieme, ma la convivenza si rivela penosa: oppresso dal rimorso, Dalton sprofonda in una depressione da cui neppure l'amore di Hester riesce a sollevarlo. Dalton non vuole essere amato, vuole essere creduto; decide allora di portare Hester sul luogo del delitto, nel tunnel: ci trova esattamente la stessa persona, intenta allo stesso lavoro, che l'apostrofa di nuovo in maniera arrogante e fa per assalire Hester; Dalton l'uccide fracassandogli di nuovo il cranio, poi fa l'amore con Hester, come fece sul treno. Ha dovuto rivivere la stessa scena per farla credere anche a lei, ma si rende conto che è ancora qualche differenza fra le loro verità dell'accaduto, e che ciò è dovuto al fatto che lei non può vederlo. Vuole essere visto. A questo punto non si capisce più se e chi lui abbia ucciso; forse è soltanto vittima di una paranoia che Hester cerca amorevolmente di assecondare, oppure tutto, anche Hester fa parte di una sua allucinazione. Abbandona Hester svenuta e vaga nel tunnel. Trova una specie di gigantesca cripta dove sono accatastate centinaia di bare, una specie di cimitero dantesco, con gli scheletri classificati per professione, sesso, età. Diddy continua a camminare nel dedalo della morte, verso la sua destinazione, che potrà essere Hester, un becchino negro che carica il suo corpo in una carriola, o semplicemente un'agonia eterna.

In questo finale spaventoso ed abissale, Sontag traccia un'allegoria della morte, vista come enciclopedia, inventario e mappa della vita; il destino dell'uomo è di perdersi in questo dedalo di cadaveri senza nome in decomposizione.

Diddy è un Dante moderno, ed Hester la sua Beatrice, ma il suo aldilà è soltanto inferno, un inferno chiuso nell'incubo ateo della morte.


Copyright © 2019 Piero Scaruffi | Terms of Use