- Dalla pagina su Pavement e Stephen Malkmus di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

In breve:
La band lo-fi più influente degli anni '90 è stata quella dei Pavement. Slanted And Enchanted (1992) era più attitudine che arte (e certamente più epigonica che originale), ma la consegna caotica, irregolare e modesta era esattamente il punto focale. Crooked Rain Crooked Rain (1993) era persino orecchiabile, e marginalmente innocuo.


(Testo originale in italiano di Piero Scaruffi)

Bio:
I Pavement furono l'avanguardia e i portavoce del movimento "lo-fi" che sarebbe diventato una delle correnti più importanti degli anni '90. Il loro stile volutamente amatoriale, che "spreca" ritornelli e riff come se volesse disprezzare le regole del business discografico, ma al tempo stesso intellettuale come si conviene ai ragazzi dei college, divenne presto la religione di migliaia di musicisti alternativi.

Il gruppo venne formato da Steve Malkmus e Scott "Spiral Stairs" Kannenberg (più noto come Kannberg) a Stockton, una cittadina sperduta nella valle centrale della California a due ore da San Francisco.

Il primo disco, un 7" intitolato Slay Tracks 1933-1969 (Trble Kicker, 1989), venne autoprodotto dal duo: canzoni-gag come You're Killing Me, Maybe Maybe e Price Yeah esibiscono una buona dose di demenzialità e gli arrangiamenti stralunati (oltrechè spartani) li fanno accostare agli Half Japanese e ad altri esperimenti di "home music"; ma il pop di Box Elder è anche troppo maturo per dei goliardi di provincia, e prelude a un futuro ben più roseo; e l'epica She Believes punta decisamente in direzione dei boogie alienati dei Velvet Underground.

Il secondo disco, il 7" Demolition Plot J-7 (Drag City, 1990), non cambiò di molto le coordinate, semmai aumentò la confusione, con il divertente boogie di Spizzle Trunk, l'orientaleggiante e minimalista Internal K-Dart, il sofferto pop di Perfect Depth, il baccanale per muezzin di Recorder Grot e soprattutto con Forklift, ancora nella vena dei Velvet Underground più eroinomani. L'approccio era sempre amatoriale al massimo.

Nel frattempo il batterista Gary Young aveva perso il posto a favore di Steve West.

Alla fine dell'anno i Pavement registrarono il 10" Perfect Sound Forever (Drag City), che sarebbe uscito soltanto nel 1991. Tutto è giunto a maturazione: Heckler Spray rispolvera gloriosamente i Velvet Underground di White Light, From Now On aggiunge una melodia, sonorità Stooges e un edonismo sfrenato da danza tribale, Debris Slide propone un altro tema pop (usa il ritornello di Sweet Young dei Mudhoney) e di nuovo a Lou Reed si ispira il canto colloquiale con baccano di sottofondo di Home.

Perfect, Demolition e Slay Tracks sono stati raccolti su Westing (Drag City, 1993).

Nel 1991 arriva il singolo Summer Babe a consolidare la leggenda: è ancora una canzoncina pop immersa in distorsioni lancinanti (Reed docet), ma questa volta i Pavement si sono attrezzati e fanno sul serio. La tiritera narcotica di Mercy e la filastrocca maniacale di Baptist Blacktick provano le somiglianze con i Fall ma soprattutto completano il rinnovamento del sound, uscito una volta per tutte dal dilettantismo delle origini.
Dello stesso periodo sono anche il flexi My First Mine, una canzoncina sarcastica senza grandi pretese, e My Radio, un micro-concerto di dissonanze (comparsa su una compilation del 1992).

Slanted And Enchanted (Matador, 1992), registrato da un quintetto con due percussionisti (si è aggiunto anche Bob Nastanovich) e un bassista (Mark Ibold), lancia definitivamente il gruppo a livello internazionale: il lamento Lou Reed-iano di Summer Babe, vignetta melodica alla Kinks di Trigger Cut, la progressione Pink Floyd-iana di No Life Singed Her, la morbosa serenata di Here, e la soave ballata Zurich Is Stained sono i brani che li rendono celebri. Il resto si muove in un limbo di musica epigonica, fra echi di Spirit In The Sky (Two States) e di Crimson And Clover (Jackals, False Grails), fra Velvet Underground (Loretta's Scars) e new wave (Conduit For Sale alla Romeo Void). Le composizioni sono meno caotiche e più prevedibili; le stranezze sono riservate per gli intermezzi fra un brano e l'altro o per le code dei brani. Molte melodie sono semplicemente banali, o addirittura noiose. Tipico album che la critica si sente obbligata ad esaltare oltre i meriti, il "debut" dei Pavement non sfrutta appieno, in realtà, le potenzialità espresse dai singoli precedenti.

L'edizione del 2002 aggiunge 34 tracce inedite.

Il successivo EP Watery Domestic (Matador, 1992), con Texas Never Whispers, Frontwards, Feed 'Em To The Lions e Shoot The Singer, ha ridimensionato ulteriormente la statura del gruppo, portandolo in territori ancora più melliflui e banali.

In compenso l'album Crooked Rain, Crooked Rain (Big Cat, 1993) consacra definitivamente il loro stile in una maniera accessibile anche al grande pubblico. Anche se un po' ipocrite, l'orecchiabile Cut Your Hair, melodia degna di Costello, la lirica Range Life, cantilena degna di Petty, e la trascinante Unfair, baccanale degno degli Who, costituiscono casi esemplari di "lo-fi" di grande successo. I Pavement sono rientrati nei ranghi del rock classico, anche se con uno stile molto personale, che è dimesso e creativo come nel caso dei Galaxie 500, ma è sempre venato da una qualità surreale, nel quale si aprono improvvise parentesi di stranezze armoniche (come lo strumentale pseudo-jazz di 5-4=Unity o l'ennesima imitazione dei Fall, Hit The Train Down).
C'è anzi qualcosa di Dylan-iano nel loro folkrock speziato di boogie e di blues, e nel loro modo di usare il rock a fini emotivi. è questa, anzi, la corrente sotterranea che porta da Elevate Me Later a Heaven Is A Truck, da un capo all'altro (emotivi) del disco.
Le loro doti di arrangiatori emergono soprattutto dal lento drammatico di Stop Breathing (con una coda strumentale che è una delle loro cose più atmosferiche di sempre) e dal glorioso Fillmore Jive, che chiude l'opera sui toni più mesti e fatalisti. Con questi salmi sulla crisi di un'epoca, i Pavement, arroganti, cinici e sarcastici, compongono un affresco umorale della loro generazione. è anzi proprio questo il disco con cui i Pavement si impongono fra i portavoce generazionali che meglio interpretano le istanze del loro tempo.

Nel frattempo Malkmus (che vive da tempo in Idaho) ha collaborato al gruppo aperto del poeta-cantante Dave Berman, i Silver Jews, per l'album The Arizona Record (Drag City).

Malkmus e Kannenberg sbagliano invece completamente Wowee Zowee (Matador, 1995), album senza nerbo e senza fuoco, suonato come i Pavement non fossero per nulla soddisfatti di ciò che hanno composto. Rattled By The Rush, a metà strada fra Lou Reed e il blues-rock, e Grounded, un boogie suonato con spaesamento lisergico, fanno fatica a evocare gli spettri di cui parlano, e il disco si perde nella musica leggera da cocktail lounge di Grave Architecture e Fight This Generation, cosicchè alla fine si salvano più che altro i brevi sketch demenziali di Brinx Job, Serpentine Pad, Flux = Rad.

I Pavement ritornano invece al felice pop di Cut Your Hair con il singolo Dancing With The Elders (Third Gear) e Give It A Day, sull'EP Pacific Trim (Matador, 1995).

L'ex batterista Gary Young ha pubblicato il suo primo album solista, Hospital (Big Cat, 1996), che è un solenne omaggio al grande pazzo del rock, Wild Man Fisher.

I Pavement sono diventati un'istituzione del rock alternativo così come negli anni lo erano diventati i Sonic Youth.
Il problema è che questo gruppo beniamino della critica ha prodotto pochissime canzoni che si facciano ricordare: Heckler Spray (da Perfect Sound Forever), Summer Babe e Trigger Cut (da Slanted And Enchanted), Range Life e Cut Your Hair (da Crooked Rain).


(Tradotto da Walter Consonni)

Brighten The Corners (Matador, 1997) è quanto di peggio ci si potesse attendere. Suona secondo uno stile casuale, come se la band non abbia preparato il materiale con cura ed abbia semplicemente voluto pubblicare qualsiasi cosa fosse pronta, lasciando trapelare un disgustoso approccio commerciale, come se questo disco fosse il campo di esercitazioni di una band heavy-metal. È come Crooked Rain senza buone canzoni.
Come è superfluo specificare, il risultato nel migliore dei casi può essere definito discontinuo. Canzoncine in chiave minore come la ballata influenzata dai Television Shady Lane (con un ritornello degno di Jonathan Richman), o lo stridente folk-rock di Kannberg Date With IKEA, hanno maggiori probabilità di essere ricordate negli annali rock piuttosto che il furioso rock and roll di Stereo ed Embassy Row o la We Are Underused, nello stile shuffle di Hey Jude. Ad ogni combinzione intrigante corrisponde una zoppicante ballata come Type Slowly o FIN, o un abusata canzoncina psichedelica come Passat Dream. Non aiutano tanto gli arrangiamenti sciatti quanto le improvvisazioni riuscite a metà.
I testi sono un po' troppo filosofici, il modo di suonare è un po' troppo semplice (la sezione ritmica, in particolare, è una delle meno inventive da sempre). Quello che la musica guadagna in intensità, viene perso in vigore e immaginazione.
Se questa è la maturità dei Pavement, la loro gioventù si può considerare malamente perduta.

I Pavement hanno pianificato Terror Twilight (Matador, 1999) come una raccolta di brani di hard-rock, pop e blues-rock alternativi. Quando è apparso, l'album ha attraversato tutti gli stili, dal boogie (Platform Blues) al country (Major Leagues), dall' heavy metal (The Hexx) al folk-rock (Spit On A Stranger). Malkmus e Kannberg si atteggiano a ingegnosi in maniera fine a sè stessa quando citano l'intera storia della musica rock in un album (e talvolta in una sola canzone).

La band si sciolse dopo questo album.


(Tradotto da Emanuele Smargiassi)

Il primo album di Malkmus da solista, Stephen Malkmus (Matador, 2001), è un tentativo di ricreare l'apice melodico della carriera dei Pavement, Crooked Rain. Jenny & The Ess Dog, Phantasies, Jo Jo's Jacket, e soprattutto The Hook competono con il meglio di quel lavoro. Considerando la delusione dell'ultima fatica dei Pavement, le possibilità sono due: o Malkmus ha tenuto il meglio del materiale per il suo debutto da solista, o i Pavement stavano rovinando le sue doti compositive.


(Tradotto da Paolo Latini)

Il secondo album solista di Stephen Malkmus, Pig Lib (Matador, 2003), è un lavoro schizofrenico, diviso tra passionali tributi al blues-rock degli anni '60 e canzoni surreali dal sapore folk. I numeri quasi-psichedelici, Water and a Seat, Sheet e Witch Mountain Bridge, sono interessanti per il modo in cui riscoprono l'eredità dei Cream, Jimi Hendrix, Ten Year After e quant'altro. La jam di nove minuti 1% of One proietta l'ascoltatore indietro nel tempo, fino al jamming intriso di blues-rock dei tardi anni '70. Ciò a volte può impressionare, ma un popster meno carismatico troverebbe decisamente arduo giustificare tante canzoni abbozzate. La nenia ingentilita di Craw Song, l'inno solenne di Us, la musica surf progressiva di Dark Wave, l'infantile litania mediorientale di Do Not Feed the Oyster sono salutari momenti di sollievo da quei cliches. L'elegia lamentosa Ramp of Death e la vignetta Vanessa From Queens sono lì per ricordarci che Malkmus può facilmente diventare un maestro delle ballate in perfetto stile AOR. Dosi più massicce di rock chitarristico compensano lo stile canoro annoiante di Malkmus, ma le canzoni sono sempre al più passabili.


(Tradotto da Emanuele Smargiassi)

Il chitarrista dei Pavement Scott "Spiral Stairs" Kannberg costituì i Preston School Of Industry con il batterista Andrew Borger e il bassista Jon Erickson.
All This Sounds Gas (Matador, 2001) suona come uno scarto dei Pavement trattato in modo più lineare, tradizionale e mainstrem, come i Pavement non erano mai stati (Whalebones, Falling Away).
L'EP Goodbye to the Edge City (Amazing Grease Records, 2002) ci mostra un aspetto più personale di tale sound, ma è sempre troppo generico e classicheggiante.

Monsoon (Matador, 2004) porta a compimento le premesse dell'EP precedente mostrando un trio più compatto che suona interessanti brani scritti da un autore vero, maturo. L'ispirazione nasce in parte da Tom Petty (la graffiante country-pop The Furnace Sun con un pizzico di Velvet Underground), da Bob Dylan (l'eco di Blowing in the Wind in Her Estuary Twang) e da Luna (il romanticismo nonchalant di Caught in the Rain, la suggestiva So Many Ways). Sfortunatamente questo non significa che la musica sia rivoluzionaria, né che i testi siano geniali. Siamo sopra la media del radio-friendly, ma ben lontani dal cambiare la storia della musica. Il momento di genio potrebbe essere la dissonante e sconsiderata Get Your Crayons Out, che sconfina nel territorio dell'acid-folk degli Holy Modal Rounders, ma manca del dovuto stravagante “nonsense”.

Di sicuro il lavoro più gaio e sostenuto di Malkmus, Face The Truth (Matador, 2005) è certamente anche il più inconsistente. Pencil Rot si avventura nell'elettronica dance-pop, la moda del momento. L'intrigante Mama è poco più che una canzone infantile. Baby C'mon è rock'nroll semplice e lineare. Kindling for the Master sarebbe stata remixata da diversi artisti. La lunga, tecnicamente impegnativa, No More Shoes è uno dei suoi tentativi più sontuosi, ma comunque scialba in confronto ai risultati della psichedelia e del progressive contemporanei.


(Tradotto da Giulio Bassanello, modificato da Stefano Iardella)

Real Emotional Trash (Matador, 2008), di Stephen Malkmus, con i Jicks ora dotati della batterista degli Sleater-Kinney Janet Weiss, è l’album più riuscito dallo scioglimento dei Pavement, probabilmente perchè i Jinks divennero una vera e propria band, e non i resti dell’originale. Il Malkmus chitarrista è molto più interessante e ispirato del Malkmus cantante (ansimante) o del Malkmus autore (mediocre). DragonflyPie ha un ritmo blues agonizzante memore dei Cream e dei primi Led Zeppelin. Baltimore, lo zenit melodico, è una dolce ninnananna con un efficace assolo di chitarra, come un Donovan cucinato da Neil Young. Comunque, dopo tre minuti la canzone cambia completamente, trasformandosi in una jam isterica blues-rock. L’unico aspetto che le due parti di questa canzone hanno in comune è un gusto anni ’60. Un’altra canzone che evoca quegli anni è la godibileGardenia, una miscela di ritornelli stile Hollies e cori da colonna sonora (probabilmente la canzone più orecchiabile nella carriera di Malkmus). WeCan’t Help You evoca anche il ricordo del roots-rock contagioso dei Band.

Le dolci ballate Out Of Reaches (con organo soul-jazz) e Cold Son (con contrappunto melodico di sintetizzatore) risultano come una versione meno ambiziosa e più facile dei Built To Spill, mentre la più lunga Elmo Delmo (divisa tra folk progressive e acid-rock) e Real Emotional Trash (dieci minuti di interessanti invenzioni blues, soul, jazz e rock di chitarra che conducono a una galoppata rumorosa con organi impazziti) evocano una versione dei Built To Spill meno competente, meno creativa. C’è qualcosa nel costrutto delle canzoni più complesse di Malkmus che le rende amatoriali e tediose anche quando hanno un inizio affascinante. Comunque, una versione dei Built To Spill, per quanto inferiore, deve essere ammirata, e iJicks riescono anche ad avvicinarsi al sound originale, multiforme ed emozionante dei Pavement con la canzone da sette minuti HopscotchWillie (forse anche troppo longa) e con Wicked Wanda. Tutto sommato, le imitazioni anni ’60 sono molto meglio degli originali alt-rock.

Il chitarrista dei Pavement Scott “SpiralStairs” Kannberg ha debuttato col mediocre album solista The Real Feel (2009).

Nelle sue parti riuscite, l’album di Malkmus Mirror Traffic (2011) ha un debito nei confronti del supporto caleidoscopico del produttore Beck, che ha respinto il brio progressive nervoso di Real Emotional Trash in favore dell’eleganza sfaccettata dei primi Pavement. Tuttavia, la maggior parte delle canzoni rimangono tali: mere canzoni. L’orecchiabile Tigers e la frenetica StickFigures in Love spiccano, ma avrebbero potuto costituire i due lati di un singolo con più convinzione piuttosto che essere circondate da melodie e riff senza identità, come la goffa Senator e la corrosiva Forever 28, che provano a ridare vita alle memorie giovanili in una maniera toccante ma, in definitiva, patetica.
La maggior parte dell'album è in realtà composta da canzoni generiche in stile Pavement, come Tune Grief e Asking Price, da cui ogni tanto emergono meditazioni midtempo di mezza età, come per esempio Brain Gallop.


(Tradotto da Stefano Iardella)

I Jicks hanno pubblicato Wig Out at Jagbags (2014), in cui soltanto Planetary Motion merita di essere apprezzato, e Sparkle Hard (2018), raccolte competenti ma poco entusiasmanti. Quest'ultima contiene l'anemico pop da camera di Solid Silk, la rumorosa jam robotica di sette minuti Kite, l'orecchiabile Middle America e Refute, un duetto alt-country con Kim Gordon dei Sonic Youth.

Stephen Malkmus si è dedicato al synth-pop e ha suonato tutti gli strumenti su Groove Denied (2019), comprese tastiere elettroniche e computer. Viktor Borgia, alla Kraftwerk, e l'orecchiabile Ocean of Revenge sono di moda nell'era del revival del synth-pop.

L'eclettico Malkmus si è poi spostato verso il folk psichedelico (per lo più acustico) su Traditional Techniques (2020), i cui punti salienti sono Xian Man, in stile Velvet Underground, Acc Kirtan, dalle sfumature indiane, e la ballata alt-country The Greatest Own in Legal History.

L'ex batterista dei Pavement Gary Young è morto a Stockton nell'agosto 2023, all'età di 70 anni.


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